Giustizia: parte dalla Sicilia la “class action” dei detenuti contro il sovraffollamento

da | Feb 5, 2012 | Carcere, Economia sociale, Giustizia e Legalità, Opinioni a confronto, Politiche sociali, Progetti in collaborazione, Storia e cronaca | 0 commenti

Parte da Palermo la “class action” dei detenuti contro il sovraffollamento delle carceri e i lunghi tempi di inattività in cella.

A fare un giro delle case circondariali siciliane, infatti, fra i primi posti insieme a quelle lombarde in quanto a sovraffollamento, la media dello spazio per detenuto è inferiore ai 7 metri quadrati per la cella singola e ai 4 per la multipla, indicati come parametro dal Comitato europeo per la prevenzione alla tortura.

Sotto i 3 metri, la Corte europea dei diritti umani parla chiaramente di una condizione di tortura. Grimaldello della battaglia per la dignità dei detenuti, una recente sentenza europea che ha condannato lo stato italiano a risarcire un detenuto tunisino, costretto a vivere per alcuni mesi nel carcere di Lecce in una cella di 16 mq con altre 5 persone e dunque in uno spazio sotto i 3 metri quadrati. Un risarcimento simbolico di appena 220 euro: abbastanza, però, per aprire una prospettiva assolutamente nuova nel panorama giurisprudenziale italiano.

Per denunciare i casi come quello del detenuto di Lecce l’avvocato Ermanno Zancla, in qualità di coordinatore per la Sicilia dell’Unione Forense per la tutela dei diritti umani, ha lanciato in questi giorni ai suoi colleghi l’idea di un libro bianco delle carceri, a cominciare da quelle di Palermo. Per avvocati e detenuti, infatti, la situazione è al limite del collasso, mentre a sentire il provveditore regionale delle carceri, da giugno a oggi la situazione è migliorata, con numeri rientrati nella norma.

“Negli ultimi mesi – dice Maurizio Veneziano, provveditore regionale dell’amministrazione penitenziaria – il numero dei detenuti è diminuito e abbiamo lavorato molto per migliorare la vivibilità. Nell’Isola non andiamo sotto il limite dei 3 mq a persona. Per combattere il sovraffollamento è in previsione la costruzione un nuovo padiglione al Pagliarelli, la ristrutturazione di 2 reparti dell’Ucciardone e poi c’è il neonato carcere di Gela. E nuove direttive sono in vista per migliorare le condizioni delle strutture e intensificare le attività da svolgere”.

Per aderire all’iniziativa del libro bianco che ha già conquistato proseliti su Facebook con la creazione di un apposito gruppo, basta che il detenuto compili, tramite i suoi avvocati, una scheda, indicando la misura della sua cella, il numero delle persone con cui la divide, quanto tempo trascorre all’interno e in che condizioni.

A quel punto si valuta la possibilità di inoltrare la domanda per denunciare le condizioni di sovraffollamento e ottenere il risarcimento del danno. La questione della dignità dei detenuti in carcere, infatti, non riguarda soltanto gli spazi ma anche le ore di permanenza in cella, la brevità dell’ora d’aria, l’insufficiente assistenza medica e psicologica, il numero delle attività svolte dal detenuto, l’accesso alle docce, ai servizi igienici e la mancanza di privacy.

E ancora la presenza di finestre, di aria condizionata, di riscaldamento e acqua calda. “Sollecito i colleghi – dice Zancla che lavora a questa campagna con gli avvocati Gino Arnone e Stefano Bertone dello studio legale Ambrosio e Commodo di Torino – a riconsegnare rapidamente le schede dei loro assistiti. Personalmente conosco la condizione dei detenuti dell’Ucciardone costretti senza aria condizionata d’estate e senza riscaldamento d’inverno in celle affollate. Un lusso è anche la doccia in camera o l’acqua calda.

Un libro bianco sulle carceri, apre una prospettiva molto interessante, dal punto di vista giudiziario, contro il sovraffollamento che è una vera e propria malattia di Stato. Basta guardare le statistiche sui suicidi. Siamo disponibili a organizzare con i presidenti delle camere penali visite in carcere per constatare direttamente la situazione”.

In Sicilia adesso si contano 7 mila e cinquecento detenuti per una capienza complessiva delle carceri di poco più di 6 mila. Secondo i dati forniti dall’associazione Antigone e aggiornati a giugno del 2011, all’Ucciardone di Palermo, per esempio, per una capienza di 450, ci sono 700 detenuti con celle in media di 15 mq per 4 persone. Anche al Pagliarelli, altro carcere cittadino, la media è di celle di 8 mq per 2 persone. Per non parlare del Piazza Lanza di Catania, recentemente giudicato “illegale” dal parlamentare dei Radicali Rita Bernardini che lo ha visitato i primi di gennaio: celle di oltre 20 mq sono occupate da 10 persone per uno spazio vitale a detenuto di 2,2 mq.

 

Fonte: La Repubblica, 2 febbraio 2012

di Claudia Brunetti

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