“Gli ispettori ministeriali sono venuti due giorni fa, adesso attendiamo le autorizzazioni, il personale è formato e i 50 posti letto pronti ad accogliere pazienti”: raggiunto telefonicamente dalla MISNA a Rusengo, nell’est del Burundi, Vincenzo Lombardo conta i giorni che mancano all’apertura del nuovo ospedale Ibitaro Cimpaye Sicilia ovvero Dono di Dio. “Sicilia” perché a finanziare l’iniziativa è stata la Regione siciliana con il contributo di esperienza, professionalità e volontà dell’ospedale San Raffaele Giglio di Cefalù.

“Ci è stato detto – prosegue Lombardo, direttore della comunicazione dell’ospedale siciliano – che lo stesso presidente Pierre Nkurunziza vorrebbe che l’ospedale fosse inaugurato entro luglio quando il Burundi celebrerà i 50 anni di indipendenza dal Belgio: per quell’occasione il capo dello Stato intende inaugurare 50 nuove opere e Ibitaro Cimpaye Sicilia potrebbe essere una di queste. Vedremo, una data di apertura certa ancora non c’è, ma sicuramente dopo tanti anni di lavoro (il progetto è stato avviato nel 2005, il San Raffaele Giglio si è affiancato nel 2010, ndr) vedere che gli sforzi fatti stanno per arrivare a compimento è una grande soddisfazione per noi e un motivo di speranza in più per gli abitanti della regione”.

“Questo ospedale – ha detto alcuni giorni fa il presidente del San Raffaele Giglio, Stefano Cirillo – vuole essere una concreta testimonianza di solidarietà della Sicilia a favore di donne e bambini spesso dimenticati”. Nell’ospedale è infatti prevista l’attivazione di un’area di emergenza e di una sezione materno infantile. Opere essenziali in un paese in cui mortalità infantile e maternale sono ancora un problema.

Una volta inaugurato, sulla base di una convenzione firmata tra la Fondazione San Raffaele Giglio e la Diocesi di Ruyigi (titolare dell’ospedale), è previsto tra l’altro un rapporto di collaborazione quinquennale per la gestione dell’ospedale e la formazione del personale locale.

“La realizzazione dell’ospedale – ha detto ancora Cirillo – è un eccellente risultato ottenuto grazie ai tanti volontari del San Raffaele Giglio che in questi due anni si sono spesi in condizioni disagiate per completare l’ospedale e dare una speranza alle mamme e ai bambini”. Intanto, la voce si è sparsa e donne con figli al seguito o in gravidanza si sono già presentate all’ingresso: “Chiedono informazioni – conclude Lombardo – sperando in una pronta apertura”.

Fonte: www.misna.org – 8 giugno 2012

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