L’omelia di P. Tomaz Mavric alla Messa conclusiva del Simposio: Vincenzo de Paoli ci invita a dare profondità alla nostra vita

da | Ott 16, 2017 | Formazione vincenziana, Notizie sulla Famiglia Vincenziana, Uncategorized | 0 commenti

CELEBRAZIONE EUCARISTICA CONCLUSIVA DEL SIMPOSIO
BASILICA DI SAN PAOLO FUORI LE MURA

DOMENICA 15 OTTOBRE 2017

OMELIA

Ci troviamo tutti qui riuniti oggi per la Celebrazione Eucaristica conclusiva del Simposio, per festeggiare con immensa gioia e gratitudine il 400° anniversario del Carisma Vincenziano.

Noi, membri della Famiglia Vincenziana di tutto il mondo,  appartenenti ad uno specifico ramo della Famiglia o semplicemente ispirati dalla vita di San Vincenzo de Paoli, siamo qui riuniti per  questo evento. Noi seguiamo le sue orme, cerchiamo di vivere il suo carisma, la sua spiritualità. Altri sono presenti solo perché vogliono approfondire la conoscenza di San Vincenzo de Paoli, e molti altri ancora ci seguono in TV, per radio, su internet, attraverso vari social media, ecc. Possiamo esclamare oggi, con San Vincenzo de Paoli: “Non avrei mai immaginato che tutto questo fosse possibile!”

Il granello di senape piantato dalla Provvidenza, da Gesù, nel cuore di San Vincenzo de Paoli nel 1617, è cresciuto fino a diventare un albero di oltre due milioni di membri, in 150 diversi paesi nel mondo. Da un punto di vista umano, tutto questo è impossibile, ma è stato possibile nel piano di Dio.  Questa è opera di Dio, è opera di Gesù e di tutti coloro che hanno udito la Sua voce e Lo hanno seguito, permettendo a questo seme di germogliare. Nella prospettiva di Gesù, niente è impossibile, ed oggi siamo tutti testimoni di questo miracolo.

Gesù ha iniziato a lavorare al Suo progetto, invitando inizialmente San Vincenzo de Paoli a cambiare la sua vita, i suoi progetti, le sue idee ed ambizioni. Vincenzo de Paoli ha iniziato il suo processo di conversione quando è entrato in stretto contatto con la povertà materiale e spirituale della gente di campagna, 400 anni fa, nel 1617. Col tempo, Vincenzo ha realizzato che tutti gli sforzi possibili, sarebbero stati vani, se non relazionati a Gesù, alle Sue idee, ai Suoi sentimenti, alla Sua missione: perché tutti i suoi sforzi portassero frutti duraturi era necessario che Gesù diventasse il centro della sua vita.  “Beati coloro che si donano a Dio come ha fatto Gesù Cristo, e che coltivano, seguendo il Suo esempio, le virtù che Lui stesso ha praticato: povertà, obbedienza, umiltà, pazienza, zelo, e tutte le altre virtù! Perché in questo modo essi si fanno veri discepoli di un tale Maestro!

Gesù ha messo il Povero al centro della Sua missione, al centro del Suo programma di evangelizzazione, al centro del Suo Regno. Vincenzo volle seguire Gesù lungo questo percorso. Il punto di svolta nella sua vita fu quando inizio a scoprire la figura del povero in se stesso, quando iniziò a realizzare la sua stessa povertà. Quando Vincenzo ha scoperto il povero in se stesso, quando ha smesso di dire “il povero” ed ha iniziato ad esclamare “noi poveri”, solo allora ha davvero imparato a riconoscere la propria povertà, le sue debolezze, i suoi peccati. In questa nuova prospettiva, da questo momento in poi, si è aperto all’incontro con gli altri.

In questo modo, l’altro – il povero a livello spirituale, materiale, fisico e mentale- è diventato parte di lui, la sua famiglia, i suoi fratelli e sorelle. Così, Vincenzo de Paoli ha riscoperto Gesù nel Povero, ed il Povero in Gesù. Come diceva ai suoi confratelli, “Quanto è bello vedere i poveri, se li consideriamo in Dio, e con la stima che Gesù Cristo ne aveva!” (SV it, X 26) Vincenzo viveva in sé ciò che una volta ha riassunto nelle parole: “Il tuo dolore è il mio dolore”.

Vincenzo ha scoperto l’indissolubile legame tra preghiera e servizio, tra Sacramenti e servizio, tra i misteri della Fede ed il servizio. L’Incarnazione, la Santa Trinità, l’Eucaristia e Maria, divennero i pilastri della sua spiritualità. Le virtù della semplicità, dell’umiltà, della mitezza, il dare priorità assoluta a Gesù e non a persone o cose, per la missione, per la salvezza dell’umanità, erano virtù che Vincenzo ha riscoperto in Gesù stesso. Esse divennero le fondamenta della struttura spirituale che Gesù stava costruendo nel cuore di Vincenzo.

Quel granello di senape è diventato un immenso albero, ma se rivolgiamo il nostro pensiero unicamente al passato, ringraziando per gli obiettivi raggiunti dalla Famiglia Vincenziana negli ultimi 400 anni, e smettiamo di innaffiare, potare e concimare l’albero, questo inizierà ad appassire lentamente. Innaffiare, concimare e fertilizzare l’albero equivale ad essere – oggi – attivamente coinvolti come membri della Famiglia Vincenziana; solo così questo albero potrà continuare, con la grazia di Dio, a crescere ed espandersi in nuove città e nuovi Paesi in cui ancora non è presente. Se vogliamo seguire la missione di Gesù attraverso il Carisma e la Spiritualità di San Vincenzo de Paoli, dobbiamo farlo con una chiara visione del futuro, una chiara percezione dei segni dei tempi in cui viviamo.

Lo Spirito di Dio, lo Spirito di Gesù, lo Spirito Santo, lavora, si muove, incoraggia, riempie la Chiesa attraverso i suoi doni e non smette mai di sorprenderci, di affascinarci, di avvicinarsi al fine ultimo dell’intera umanità: il Regno dei Cieli, la vita eterna, la vita in Cristo e con Cristo nell’eterna beatitudine. Lo Spirito Santo dà vita a diversi carismi dentro la Chiesa: strade diverse con una destinazione comune.

Un carisma nasce dalla scoperta di una certa sfumatura nel volto di Gesù, da cui si è attratti, ispirati, chiamati a seguire Gesù, trovando un posto nella Chiesa, un ambito di servizio, un proprio modo di vivere la fede, di partecipare al progetto divino di salvezza eterna per tutta l’umanità. Come membri della Famiglia Vincenziana, noi ci concentriamo sulla sfumatura del volto di Gesù che Vincenzo de Paoli ha colto, quella a cui lui si è ispirato. Vediamo come il volto di Gesù cambiò la sua vita, gli fece scoprire il vero significato dell’esistenza e la missione che era chiamato ad svolgere. Noi, come suoi discepoli, dobbiamo provare ad attuare ciò nel nostro qui ed ora. Vincenzo de Paoli ci invita a dare profondità alla nostra vita, incoraggiare gli altri a trovare e seguire il “volto di Gesù” come lui ci ha insegnato.

Il Carisma Vincenziano è uno stile di vita. Come stile di vita all’interno della Chiesa, è una via per la santità: la santificazione della nostra vita e quella degli altri. Possiamo definire la Famiglia Vincenziana come un movimento costituito da persone che appartengono ad uno specifico ramo della Famiglia, e da persone che invece, pur non appartenendo ad alcun ramo, si sentono ispirate dal cammino di San Vincenzo de Paoli, e lo realizzano nella loro vita. Questo movimento è ispirato al “volto di Cristo” scoperto e seguito da San Vincenzo de Paoli.

Per lasciare che lo Spirito di Gesù si muova liberamente, per collaborare con Lui, dobbiamo lasciarci stupire al punto che nuovi rami – o gruppi dei rami già esistenti – possano essere fondati in futuro, in altre parti nel mondo. Vedere il “volto di Gesù” con chiarezza, crescere nella carità, essere discepoli convinti del Carisma Vincenziano è di fondamentale importanza per noi:

  • Vivere una profonda vita spirituale. L’Incarnazione, la Santa Trinità, l’Eucaristia, Maria, le virtù di semplicità, umiltà, mitezza, il dare priorità assoluta a Gesù e non a persone o cose, per la missione, per la salvezza dell’umanità devono essere i pilastri della nostra spiritualità.
  • Armonizzare preghiera e azione in tutto ciò che facciamo, dimostrandoci “apostoli nella preghiera e contemplativi nell’azione”. Vincenzo diceva che “anche senza dire una parola, se sei davvero vicino a Dio, saprai toccare i cuori con la tua sola presenza”.
  • Scoprire e vedere Gesù nel Povero ed il Povero in Gesù. San Vincenzo de Paoli aveva un approccio olistico alle persone, rispondendo ai loro bisogni specifici: spirituali, materiali, emotivi o fisici, sempre in modo logico. Questo modo di approcciarsi, questa comprensione, questa scoperta lo ha reso un “Mistico della Carità”. Anche noi, come membri della Famiglia Vincenziana siamo chiamati a diventare “Mistici della Carità”.
  • Rinnovare, approfondire e ravvivare la nostra vicinanza ai Santi e Beati della Famiglia Vincenziana, diffondendone la venerazione, la fiducia e la loro intercessione a livelli locali, nazionali, ed internazionali.
  • Fondare il nostro servizio su una buona formazione in tutti i suoi aspetti: umano, spirituale, professionale, ciascuno in relazione al servizio specifico in cui si impegna.
  • Continuare a sviluppare una collaborazione attiva fra i rami ed i membri della Famiglia Vincenziana – che appartengano o meno ufficialmente ad un ramo – a livello locale, nazionale ed internazionale.
  • Intraprendere con decisione il cammino per un “Cambio Sistemico” che liberi il Povero dalla sua accezione di vittima e lo renda compartecipe del bene dell’umanità.
  • Continuare a collaborare con altri gruppi, organizzazioni, istituzioni al di fuori della Famiglia Vincenziana che condividono i nostri stessi obiettivi e la nostra visione a livello locale, nazionale ed internazionale.

La carità di Gesù Crocifisso ci possiede” e “l’amore è inventivo all’infinito!” Cerchiamo, insieme, modi nuovi e creativi per assistere il Povero. I nostri sforzi, le nostre difficoltà ed i nostri sogni condivisi non potranno fermarsi fin quando la Carità non avrà davvero raggiunto un livello globale. Il nostro desiderio e sogno comune è che sempre più persone si uniscano a questo cammino per la globalizzazione della Carità. Con la speranza che un numero sempre crescente di persone possa iniziare a seguire il Carisma Vincenziano, entrando a far parte di una delle associazioni laiche della Famiglia, o di una delle Congregazioni maschili e femminili di vita consacrata come suore, preti o fratelli.

Cari giovani di tutto il mondo, se sentite nel vostro cuore che Gesù vi sta chiamando oggi, o che vi abbia chiamati in questi tre giorni di Simposio, ad unirvi alla nostra missione comune diventando parte di un’associazione laica, o diventando un missionario, una suora, un prete, un fratello… rispondete di sì, con serenità e convinzione! Sarete sulla strada giusta, la strada che vi porterà al punto più alto della felicità, mostrandovi il vero senso della vostra vita!

Siamo qui per celebrare il 400° Anniversario del Carisma Vincenziano. Non vogliamo cedere all’ “ingratitudine, il crimine dei crimini”, vogliamo ringraziare profondamente la Provvidenza, Gesù Cristo, per aver fatto germogliare quel granello di senape, rendendolo un albero così rigoglioso. Chiediamo perdono a Gesù e alle persone per tutti gli errori, le colpe, ed i peccati commessi dai membri della nostra Famiglia. Chiediamo la grazia di restare sempre profondamente radicati nel Carisma. Chiediamo con semplicità ed umiltà, di continuare con sempre maggiore dedizione, entusiasmo e forza, la missione affidataci da Gesù, rendendo sempre più chiara l’immagine del “volto di Gesù Evangelizzatore dei Poveri” nel mondo, annaffiando, potando e concimando il nostro albero, così che i suoi rami possano crescere e germogliare fino agli angoli più remoti della terra.

Tomaž Mavrič

Superiore Generale

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