Tra il 2010 e il 2012 si è considerevolmente ridotto a livello globale il numero di persone malnutrite, grazie soprattutto al progresso di diversi paesi asiatici, ma nell’ultimo decennio l’Africa ha fatto segnare un passo indietro passando da 175 milioni a 239 milioni di persone malnutrite, con 20 milioni che si sono aggiunti negli ultimi quattro anni a causa di carestie e conflitti.
E’ questa la doppia faccia di un rapporto (“State of Food Insecurity in the World 2012”) presentato oggi congiuntamente dall’Organizzazione dell’Onu per l’alimentazione e l’agricoltura (Fao), dal Fondo internazionale per lo sviluppo dell’Agricoltura (Ifad) e dal Programma alimentare mondiale (Pam).
Secondo i dati del rapporto, attualmente sono 870 milioni le persone che vivono in uno stato di perenne insicurezza alimentare, quasi tutti concentrati in paesi in via di sviluppo ad eccezione di 16 milioni che invece risiedono in paesi sviluppati. La malnutrizione cronica riguarda oltre cento milioni di bambini con meno di cinque anni: “In un mondo che dispone di opportunità tecniche ed economiche senza precedenti – hanno detto José Graziano da Silva, Kanayo Nwanze e Ertharin Cousin, rispettivamente a capo di Fao, Ifad e Pam – è un fatto inaccettabile che non si riesca a creare condizioni adeguate per lo sviluppo dei minori e che la malnutrizione infantile sia la causa di morte per oltre due milioni e mezzo di bambini ogni anno”.
Il rapporto delle tre organizzazioni, sottolineando comunque i passi positivi compiuti, ipotizza che il raggiungimento degli obiettivi del millennio contro la fame sia adesso più alla portata grazie soprattutto ai progressi compiuti in campo agricolo. La crescita dell’agricoltura – viene sottolineato in un comunicato – deve però essere collegata al coinvolgimento dei piccoli proprietari terrieri, in particolare delle donne, e deve essere orientata alla coltivazione di prodotti di qualità in termini di diversità e di contenuti nutritivi. Una crescita – si conclude nella nota – che deve tener conto della creazione di sistemi di protezione sociale.
Fonte: www.misna.org
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