di Antonio Floris

Ristretti Orizzonti, 24 febbraio 2011
Ci serve la voce della Chiesa, che dica in modo forte e chiaro che le carceri in queste condizioni non rispettano la dignità delle persone.

Verso la fine dell´anno passato abbiamo letto sui giornali che Sua Santità ha voluto donare ai suoi collaboratori 232 panettoni prodotti dai detenuti per la cooperativa Giotto all´interno del carcere due Palazzi di Padova. Non è sicuramente casuale la Sua scelta. In effetti il laboratorio di Pasticceria della Casa di Reclusione è famoso in tutta Italia per la bontà dei suoi panettoni, colombe pasquali e dolci vari. Tanto pubblicizzato che chi sente parlare del carcere due Palazzi, lo associa subito alla pasticceria.

Tanta è la fama acquisita che le persone che leggono sui giornali queste cose, e non hanno conoscenza di come è la realtà all´interno di questo istituto, sono portate magari a pensare che tutti i detenuti qui ristretti siano impegnati (e pagati) per produrre dolci. Quindi che ci sia abbondanza di soldi e abbondanza di dolci alla portata di tutti.

Ma non è esattamente così. Padova non è immune dai mali che affliggono tutte le altre carceri d´Italia, in primo luogo quello del sovraffollamento. Il carcere di Padova era in origine progettato per 350 posti ma dopo un po´ di tempo era stato riempito con 700 detenuti (cioè il doppio della capienza prevista) e ora con l´emergenza sovraffollamento il numero dei detenuti ospitati si sta avvicinando inesorabilmente a mille, il che significa che in stanze per una persona singola ci si ritrova ristretti in tre!

Dei circa 900 detenuti ospitati attualmente all´interno dell´Istituto di Padova, oltre ai 10 che lavorano in pasticceria, ce ne sono circa altri 200 che svolgono altri lavori a vario titolo, una parte impiegati in lavorazioni delle cooperative e un´altra parte alle dipendenze dell´Amministrazione Penitenziaria, per la quale svolgono lavori di pulizia nelle sezioni e corridoi, oppure fanno i portavitto, i magazzinieri ecc.

In pratica, se su circa 900 sono 200 quelli che lavorano, significa che altri 700 sono ozianti che trascorrono l´intera giornata senza fare niente, chiusi nelle loro piccolissime celle di dimensioni 3,80 x 2,70 in condizioni, come si dice da tutte le parti “disumane e degradanti”..

Nel panorama delle carceri italiane Padova non è certo l´istituto messo peggio, anzi chi ne ha girati tanti dice che a confronto di altre carceri qui si sta addirittura bene. Se si sta bene qui figuriamoci come si può stare negli altri istituti, nei quali le condizioni sono semplicemente invivibili.

Per capire quanto sia grave la situazione del sovraffollamento basti pensare che nel 2006 quando il numero dei detenuti stava arrivando a 61000 (numero mai raggiunto prima), l´80% dei Parlamentari votò a favore dell´indulto ritenendo la situazione non ulteriormente tollerabile.

Oggi il numero dei detenuti all´interno dei penitenziari italiani oscilla attorno ai 70.000! Con la differenza rispetto al 2006 che ci sono stati tagli alle spese per la sanità, per il lavoro dei detenuti, per i prodotti di prima necessità tipo forniture di saponi, dentifrici, spazzolini e anche per l´alimentazione, basti pensare che il budget per garantire i tre pasti giornalieri ai detenuti fino allo scorso anno era di 4,15 €. Adesso pare sia sceso a 3,18 €.

Sempre più allarmanti sono le notizie sulle morti in carcere, ci sono persone che muoiono o per malasanità o per suicidio senza che nessuno, o quasi nessuno, fuori si scandalizzi. Non passa giorno che non siano fatti reclami per protestare contro le condizioni disumane in cui i detenuti sono costretti a passare le loro giornate in violazione palese sia dell´Ordinamento Penitenziario che della stessa Costituzione e della Convenzione Europea dei Diritti dell´Uomo. A tutto questo bisogna naturalmente aggiungere il disagio delle persone che lavorano all´interno degli istituti, che sono in numero molto inferiore a quello che dovrebbe essere.

La Corte Europea ha condannato l´Italia parecchie volte per violazione dei diritti dell´uomo e ha esortato il governo italiano a trovare subito soluzioni al problema. Ma dal Ministero dicono che la soluzione è quella di costruire nuove carceri. È stato annunciato un piano carceri dove si prevedeva di creare 20.000 nuovi posti. È stato dichiarato lo stato di emergenza per tutto l´anno 2010, ora questo stato di emergenza è stato rinnovato per tutto il 2011, solo che in un anno e più di stato di emergenza non si sono visti significativi risultati, mentre il numero dei detenuti è sempre in aumento e il numero dei morti in carcere pure.

Ecco perché vorremmo tanto poter dire a Papa Benedetto XVI che una Sua parola in questo momento sarebbe importante. Visto che il Governo è sordo ai nostri appelli noi detenuti ci rivolgiamo allora a Sua Santità affinché faccia sentire la Sua voce presso le Autorità italiane, così come aveva fatto il suo, mai abbastanza compianto predecessore, Papa Woityla, per ricordare a chi ci governa che le carceri sono fatte per riabilitare le persone al fine di un reinserimento nella società. Ora come ora invece altro non sono che dei lager.

Tutti noi ci auguriamo che un Suo autorevole intervento possa scuotere i nostri governanti e l´opinione pubblica dalla loro indifferenza e dal loro cinismo.

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