Il 9 settembre la Famiglia Vincenziana celebra la memoria liturgica del Beato Antonio Federico Ozanam, fondatore della Società di San Vincenzo de’ Paoli. Conosciamolo meglio.
Antonio Federico Ozanam nasce a Milano, il 23 aprile 1813, da famiglia francese, che vi risiedeva durante l’impero napoleonico e che ritorna a Lione, di dove era originaria, nel 1815. Compie gli studi ordinari nel Collegio Reale di Lione non senza qualche momento di crisi spirituale. Nel 1831 si trasferisce a Parigi, dove all’Università della Sorbona segue i corsi prima di diritto e poi di lettere.
Frequenta subito gli ambienti cattolici e letterari della capitale e conosce importanti personaggi dell’epoca, fra cui Chateaubriand, Lacordaire, Montalembert, Saint-Beuve, Lamartine, Lamennais e altri.
Il 23 aprile 1833 è nel piccolo gruppo di studenti della Sorbona che si riunisce per dare inizio alla prima “Conferenza di carità”. Lo scopo è di garantire la loro amicizia sotto il segno della fede e della carità e di testimoniare in modo personale ed autentico il proprio cristianesimo attraverso la visita dei poveri a domicilio, contro coloro che affermavano che la Chiesa cattolica era ormai superata e non aveva più nulla da dire agli uomini moderni.
Fu questa l’iniziativa che diede origine alla Società di San Vincenzo De Paoli e che ebbe, uno sviluppo rapidissimo. Ozanam doveva diventarne il principale animatore e guidarne questi primi sviluppi.
Intanto egli scrive su vari giornali e riviste su temi religiosi e sociali e si impegna per la migliore riuscita della grande predicazione quaresimale a Notre Dame dell’abate Lacordaire, che ebbe un vivissimo successo.
Terminati gli studi, rientra a Lione per esercitare l’attività di avvocato ed anche, per un breve periodo, l’insegnamento sulla cattedra di Diritto commerciale di quella Università. Nel 1840 ottiene la nomina alla Sorbona di Parigi di professore di Letterature straniere e l’anno successivo sposa Amelia Soulacroix, dalla quale nacque la figlia Maria. Il suo progetto di studi gli era apparso subito chiaro: impegnarsi nella dimostrazione della verità del Cristianesimo attraverso l’analisi della storia dell’alto Medioevo, quando la Chiesa aveva raccolto l’eredità migliore dell’antichità classica e l’aveva fatta incontrare con i popoli germanici, introducendovi nuovi pensieri, arti e costumi. Il punto conclusivo di questa età storica era rappresentato per Ozanam dal pensiero e dall’opera poetica di Dante Alighieri. Questi studi egli pubblicò in numerosi volumi frutto del suo insegnamento universitario, che vanno dalla Civiltà cristiana nel V° secolo ai Poeti francescani in Italia nel XIII° secolo e a Dante e la filosofia cattolica nel XIII° secolo.
Ma la sua attività nel campo sociale e politico non venne mai meno e nel 1848 partecipò insieme a Lacordaire ed Henri Maret alla fondazione del famoso giornale L’Ere Nouvelle, che, se ebbe vita breve, fu tuttavia l’espressione più significativa del così detto “cattolicesimo democratico francese”.
Con la precisa intuizione che ai problemi politici dell’epoca si sarebbero presto sovrapposti quelli sociali, Ozanam con molta chiarezza espresse il suo pensiero in difesa degli operai e del proletariato urbano, criticando sia la soluzione del liberalismo economico fondato sulla concorrenza illimitata, sia la soluzione saintsimoniana e socialista che prometteva la soppressione delle sofferenze con il rischio della soppressione della libertà.
Sosteneva invece un tipo di società fondata sulla proprietà privata come risposta ad un bisogno essenziale dell’uomo, un’organizzazione del lavoro che garantisse un salario sufficiente agli operai e alle loro famiglie, una adeguata istruzione ed assistenza pubblica, forme di patronato fra i lavoratori, il rispetto del riposo domenicale, ecc. Sono queste alcune delle idee che lo caratterizzano come uno degli iniziatori del pensiero sociale della Chiesa ed in particolare anticipatore della enciclica “Rerum Novarum”, che Leone XIII° pubblicherà nel 1891.
Nello stesso 1848, dopo l’abdicazione del re, Luigi Filippo D’Orleans, durante i tumulti a Parigi che videro l’uccisione dell’Arcivescovo della città, Mons. Affre, che aveva cercato di interporsi fra le barricate, Ozanam fece parte della Guardia Nazionale, che doveva garantire la legalità del governo provvisorio. Nel medesimo anno accettò a Lione la candidatura politica per la Costituente Nazionale, facendo professione elettorale di democratico e di repubblicano. Ma non fu eletto.
Continuò invece a partecipare alle attività della Società di San Vincenzo De Paoli, visitandone spesso le Conferenze, sia in Francia sia all’estero, che egli considerava per i giovani come fondamentale preparazione per la loro vita sociale. “Avvicinarsi alla miseria, toccarla con le mani, discernerne le cause conoscendone gli effetti dal vivo, in una famigliarità affettuosa con quelli che ne sono oppressi” tale doveva essere, secondo Ozanam, l’iniziazione ai problemi sociali. Conobbe molto bene l’Italia alla quale fu sempre molto affezionato e dove compì vari viaggi in periodi diversi, sia per motivi di studio, sia di carattere personale e religioso. Fu grande ammiratore della persona di Pio IX°, che lo ricevette in udienza due volte e che egli vedeva come il grande pontefice che avrebbe riconciliato la Chiesa con la società moderna.
Questa vita così fortemente e cristianamente impegnata, fu accompagnata da una vita intima e famigliare di grande sensibilità e delicatezza, non priva di momenti di grande dolore, come anche da sentimenti di amicizia con molte persone del suo ambiente e del suo lavoro, che non conobbero incertezze o interruzioni, ma furono vera condivisione di fede e di opere.
La sua vita fu breve, morì a soli 40 anni, a Marsiglia, l’8 settembre 1853 ritornando dall’Italia, dove aveva invano cercato sollievo ai suoi mali. Le sue condizioni di salute negli ultimi anni di vita furono, infatti, molto precarie, ma egli si sacrificò fino all’estremo soprattutto nell’insegnamento universitario.
L’accettazione della malattia sublimò la sua vita, quale consapevole offerta a Dio della rinuncia a tutto quanto avrebbe ancora potuto fare ed aumentò in una significativa sintesi il suo interessamento per la Società di San Vincenzo, che non venne mai meno, anzi in qualche modo si accrebbe con gli anni particolarmente in Italia durante il suo ultimo soggiorno.
La Disquisitio de vita et actuositate Servi Dei F. Ozanam a cura della Sacra Congregazione per le cause dei Santi, pubblicata a Roma nel 1980, il Decreto di riconoscimento del grado eroico delle virtù teologali e cardinali del 1993 ed il successivo riconoscimento del miracolo attribuito all’intercessione del Servo di Dio, hanno portato alla sua beatificazione a Parigi, il 22 agosto 1997, da parte del Papa Giovanni Paolo II°, in occasione della XII° Giornata mondiale della Gioventù.
Ricerche e studi più recenti sulla figura e la santità di Ozanam ne hanno certamente accresciuto la conoscenza soprattutto nel contesto del suo tempo, ma resta ugualmente da approfondire il suo forte carisma di profeta dei tempi nuovi e la sua attualità, che lo rendono, come ha affermato Giovanni Paolo II, “un modello ancora attuale dei giovani cristiani laici“.
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