Un vero miracolo… con i ragazzi del Liceo Vivona

da | Mar 14, 2018 | Volontariato | 0 commenti

Prima edizione mostra fotografica “a Francesco” che ha coinvolto i ragazzi del Liceo Classico Vivona di Roma e il Gruppo di Volontariato Vincenziano della Parrocchia Santa Francesca Romana all’Ardeatino

Abbandono

In un mondo di parole, o meglio in un mondo in cui le parole sono sempre più vuote di qualsiasi contenuto, in cui i veri valori sono continuamente sulla bocca di molti che se ne servono  per scrivere una bella canzone, oppure una poesia in rima, – ma che appaiono come «maschere» che alla prima folata di vento mostrano la verità nella loro nudità, ossia nullità, – il desiderio di costruire una realtà migliore da parte di alcuni giovani del Liceo Classico Francesco Vivona di Roma,  non può non essere tenuto in considerazione e divulgato. Si tratta di una iniziativa legata al Progetto «alternanza scuola lavoro»: nota pietra miliare che da qualche anno pesa prepotentemente sul triennio delle classi liceali.

Muro prospettico

Ebbene, come vincenziana convinta e  come docente di Lettere  di gran parte dei giovani aderenti al Progetto, ho proposto un percorso di alternanza diverso dai soliti corsi: si tratta di vivere la solidarietà e di relazionarsi con la povertà e la diversità. Tale Progetto abbraccia più realtà: la condivisione di una esperienza, nello specifico una rappresentazione teatrale sul tema della giustizia, argomento filo conduttore del percorso di  quest’anno, tra i giovani vivoniani e i ragazzi della Parrocchia di Santa Francesca Romana all’Ardeatino, per lo più islamici e di scarse condizioni economiche.  Una seconda realtà è quella del doposcuola, in cui i ragazzi si sono prodigati ad aiutare i propri amici meno fortunati nello svolgimento dei compiti e non solo…sono nate infatti delle belle amicizie che certo non finiranno a giugno! Inoltre per i maggiorenni del Liceo Vivona è stata proposta l’iniziativa di fotografare le povertà e di spiegare la scelta del soggetto fotografato. Naturalmente,  prima, sono state organizzate delle lezioni  relative al tema della povertà ed è stata  anche analizzata la vasta gamma di tale concetto. Ora, in sintesi, tutti i ragazzi mi hanno riferito che, oltre al tempo ministerialmente stabilito per completare il tetto ore di quest’anno, continueranno a venire perché hanno capito che esiste un mondo, una vita diversa dalla mediocrità del quotidiano  e dalla mediocrità di tanti esempi ricevuti, che loro chiamano « eternità che ferma per un istante il flusso della precarietà».

Si sono accorti di essere poveri,  pur vivendo nell’agiatezza, ma di quella povertà che solo un ragazzo  «diverso» poteva riempire. Per quanto riguarda la mostra fotografica che si è svolta il giorno 12 marzo alle ore 16.30 presso i locali della Parrocchia Santa Francesca Romana all’Ardeatino, via Luigi Capucci 15, i ragazzi mi hanno in precedenza riferito che si ritengono fortunati per avere svolto questo percorso.

Concluderei questo breve articolo a riassumere quanto detto con una frase di Dante che, nel XXIV Canto del Purgatorio fa dire queste parole a Bonaggiunta da Lucca a proposito della diversità tra la Scuola Toscana e il Dolce Stil Novo :

« Io veggio ben come le vostre penne

 di retro al dittator sen vanno strette,

 che delle nostre certo non avvenne».

Prof.ssa  Maria Antonella Laurenti

 

Tags: scuola

0 commenti

Invia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

VinFlix

VFO