Ventisettesima domenica del Tempo Ordinario A – di p. Giorgio Bontempi c.m.

da | Ott 7, 2017 | Per la meditazione | 0 commenti

Isaia 5,1-7
Salmo 79
Filippesi 4,6-9
Matteo 21,33-43

Lectio

È bene ricordare, per seguire la Lectio, alcuni dati storici. Il vangelo di Matteo fu redatto tra il 75 e l’85 d.C.; i suoi primi destinatari erano cristiani della prima generazione che erano provenienti dal popolo ebraico. Ecco perché l’autore di questo vangelo usa generi letterari (= il modo di scrivere) provenienti dalla tradizione ebraica. Al tempo in cui è scritto “Matteo” si ricordava il grande eccidio, avvenuto per mano delle legioni romane cinque anni prima: la distruzione di Gerusalemme.
L’autore di questo vangelo sottolinea come gli Israeliti non abbiano accolto, prima la predicazione profetica, com’è sottolineato dal profeta Isaia nel brano della prima lettura e poi quella di Cristo, com’è attestato nel brano evangelico. Infatti Gesù è la pietra scartata dai costruttori, o meglio, da coloro che, per la loro vana gloria, si ritenevano costruttori: Scribi, Farisei, Dottori della Legge e Sacerdoti del Tempio di Gerusalemme.
Il Dio dei patriarchi: Abramo, Isacco e Giacobbe, aveva affidato a costoro la custodia del suo popolo, Israele. Questi, invece di essere guide, si sono impadroniti del popolo e lo hanno sfruttato a loro piacimento, conducendolo su vie non buone e impedendogli di accogliere il Figlio di Dio.
La comunità cristiana interpretò la distruzione di Gerusalemme come il castigo che Dio aveva comminato ad Israele, sia per aver rifiutato e crocifisso Gesù di Nazareth, sia per aver perseguitato la comunità cristiana nascente.

Meditatio

Il male non causa la vendetta di Dio ma, quando si entra nel suo circolo, quando si vive con la sua logica, questa porta alla distruzione della persona umana. Ricordiamo il vangelo: chi vuol salvare la propria vita la perderà..
Quando siamo disposti a perdere la nostra vita per salvarla? Quanto siamo disposti ad essere la pietra scartata dai costruttori….?
La pietra scartata è il crocifisso, la pietra angolare è la mensa, che noi veneriamo, prima con la riverenza, poi con il bacio – quando si tratta della mensa – e, nelle celebrazioni solenni incensiamo sia la mensa che la croce.
Quanti di noi, alzando gli occhi alla croce, ricordano il segno della pietra scartata dai costruttori?
Semmai ci si preoccupa di mantenere il crocifisso nei luoghi pubblici, preoccupazione onorevole, ma pochi cercano di vivere il suo significato.
Pietra scartata dai costruttori: qui sta il problema. I costruttori, come ho sottolineato nella Lectio erano coloro che avrebbero dovuto accogliere, innalzare, onorare, tale pietra ed invece…?
Ecco, il cristiano deve accettare, non condividere, che ciò accada anche oggi all’interno del popolo di Dio e prepararsi ad essere, come Cristo, pietra scartata.
Non è facile accettare di essere pietra scartata. Primo, perché la nostra natura umana ambisce sedere ai primi posti, oppure non essere disturbata, oppure mantenere con i denti, ad ogni costo, il posto che si è riusciti ad accaparrare e dove stiamo bene.
Secondo, non è facile accettare di essere pietra scartata, perché questo comporta l’essere veri, non scendere a compromessi, prendere le difese di chi non riesce a difendersi, di chi non ha voce.
La nostra natura invece, e anche una certa educazione cristiana, mascherata con il termine carità, quando in pratica si tratta di vigliaccheria, c’invita a tacere, a non vedere e non sentire, a non comprometterci: c’invita all’omertà e l’omertà e un grave peccato.
Terzo, essere pietra scartata comporta, come Gesù ed i grandi maestri spirituali, accettare la solitudine, la derisione, l’essere definite persone esagerate. Invece la nostra natura tende a porsi, all’interno del proprio piccolo mondo, sotto la protezione dei potenti del momento, in modo da essere considerati e non essere disturbati.
Ma il cristiano sa che la Chiesa è condotta dallo Spirito Santo che le farà superare questo momento e, saranno proprio coloro che sono stati scartati dai costruttori che faranno rivivere la Chiesa. Anche papa Francesco è, in un certo senso, una pietra scartata da coloro che si ritengono, come al tempo di Gesù, i costruttori.
Ma come fanno a vivere coloro che sono le pietre scartate? Come si può condurre una vita degna di questo nome? Le pietre scartate sono coloro che, nella Chiesa hanno fatto l’esperienza dell’incontro con il Risorto; sono coloro che hanno fatto l’esperienza che il Padre ama l’umanità; sono coloro che sanno che, a causa di quest’amore andranno in Paradiso, perché la vita non è tolta ma trasformata; sono coloro che hanno compreso che la vita umana è relativa alla vita eterna. Certo un non credente non può capire. Un cristiano pavido, che per timore cerca di osservare i comandamenti e che, per convenienza è sempre dalla parte del più forte, può comprendere ma, il coraggio se uno non lo possiede nessuno glielo può dare. Se questi non trova il coraggio per incontrare il Risorto e cercherà di salvare la propria vita la perderà.

Buona domenica

Prima lettura
Is 5,1-7

Dal libro del profeta Isaia

Voglio cantare per il mio diletto
il mio cantico d’amore per la sua vigna.
Il mio diletto possedeva una vigna
sopra un fertile colle.
Egli l’aveva dissodata e sgombrata dai sassi
e vi aveva piantato viti pregiate;
in mezzo vi aveva costruito una torre
e scavato anche un tino.
Egli aspettò che producesse uva;
essa produsse, invece, acini acerbi.
E ora, abitanti di Gerusalemme
e uomini di Giuda,
siate voi giudici fra me e la mia vigna.
Che cosa dovevo fare ancora alla mia vigna
che io non abbia fatto?
Perché, mentre attendevo che producesse uva,
essa ha prodotto acini acerbi?
Ora voglio farvi conoscere
ciò che sto per fare alla mia vigna:
toglierò la sua siepe
e si trasformerà in pascolo;
demolirò il suo muro di cinta
e verrà calpestata.
La renderò un deserto,
non sarà potata né vangata
e vi cresceranno rovi e pruni;
alle nubi comanderò di non mandarvi la pioggia.
Ebbene, la vigna del Signore degli eserciti
è la casa d’Israele;
gli abitanti di Giuda
sono la sua piantagione preferita.
Egli si aspettava giustizia
ed ecco spargimento di sangue,
attendeva rettitudine
ed ecco grida di oppressi.

Salmo responsoriale
Sal 79

R.: La vigna del Signore è la casa d’Israele.

Hai sradicato una vite dall’Egitto,
hai scacciato le genti e l’hai trapiantata.
Ha esteso i suoi tralci fino al mare,
arrivavano al fiume i suoi germogli.

Perché hai aperto brecce nella sua cinta
e ne fa vendemmia ogni passante?
La devasta il cinghiale del bosco
e vi pascolano le bestie della campagna.

Dio degli eserciti, ritorna!
Guarda dal cielo e vedi
e visita questa vigna,
proteggi quello che la tua destra ha piantato,
il figlio dell’uomo che per te hai reso forte.

Da te mai più ci allontaneremo,
facci rivivere e noi invocheremo il tuo nome.
Signore, Dio degli eserciti, fa’ che ritorniamo,
fa’ splendere il tuo volto e noi saremo salvi.

Seconda lettura
Fil 4,6-9

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Filippesi.

Fratelli, non angustiatevi per nulla, ma in ogni circostanza fate presenti a Dio le vostre richieste con preghiere, suppliche e ringraziamenti.
E la pace di Dio, che supera ogni intelligenza, custodirà i vostri cuori e le vostre menti in Cristo Gesù.
In conclusione, fratelli, quello che è vero, quello che è nobile, quello che è giusto, quello che è puro, quello che è amabile, quello che è onorato, ciò che è virtù e ciò che merita lode, questo sia oggetto dei vostri pensieri.
Le cose che avete imparato, ricevuto, ascoltato e veduto in me, mettetele in pratica. E il Dio della pace sarà con voi!

Vangelo
Mt 21,33-43

Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai capi dei sacerdoti e agli anziani del popolo: «Ascoltate un’altra parabola: c’era un uomo, che possedeva un terreno e vi piantò una vigna. La circondò con una siepe, vi scavò una buca per il torchio e costruì una torre. La diede in affitto a dei contadini e se ne andò lontano.
Quando arrivò il tempo di raccogliere i frutti, mandò i suoi servi dai contadini a ritirare il raccolto. Ma i contadini presero i servi e uno lo bastonarono, un altro lo uccisero, un altro lo lapidarono. Mandò di nuovo altri servi, più numerosi dei primi, ma li trattarono allo stesso modo.
Da ultimo mandò loro il proprio figlio dicendo: “Avranno rispetto per mio figlio!”. Ma i contadini, visto il figlio, dissero tra loro: “Costui è l’erede. Su, uccidiamolo e avremo noi la sua eredità!”. Lo presero, lo cacciarono fuori dalla vigna e lo uccisero.
Quando verrà dunque il padrone della vigna, che cosa farà a quei contadini?».
Gli risposero: «Quei malvagi, li farà morire miseramente e darà in affitto la vigna ad altri contadini, che gli consegneranno i frutti a suo tempo».
E Gesù disse loro: «Non avete mai letto nelle Scritture: “La pietra che i costruttori hanno scartato è diventata la pietra d’angolo; questo è stato fatto dal Signore ed è una meraviglia ai nostri occhi”?
Perciò io vi dico: a voi sarà tolto il regno di Dio e sarà dato a un popolo che ne produca i frutti».

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