Anno del rifugiato 4. I Vincenziani leader nel dibattito su immigrazione e accoglienza

da | Ago 25, 2017 | 400 anni, Anno del rifugiato | 0 commenti

Il persistente e cruciale  problema culturale del razzismo, impegna i  Vincenziani a partecipare e forse ad essere leader nel dibattito. 

P. Aidan R. Rooney CM

In questi giorni siamo inondati da tante notizie che riguardano i migranti, richiedenti asilo e rifugiati. Sul nostro sito, famvin.org/it, abbiamo riportato le opinioni di alcuni e la parola del Papa che guida indirizza ai credenti un messaggio importante: “Accogliere, proteggere, promuovere e integrare i migranti e i rifugiati”.

P. Rooney, confratello degli Stati Uniti e responsabile del sito famvin.org in lingua inglese, ci ricorda che i Vincenziani sono chiamati a partecipare al dibattito assumendo un ruolo da protagonisti. Infatti, l’esperienza quotidiana di vicinanza ai piccoli ed esclusi dalla società, ci permette di poter essere speranza per i poveri.

Oggi, riportiamo una voce Vincenziana: una intervista rilasciata da Angelo Moretti, vice direttore della Caritas di Benevento ed ex presidente nazionale dei Gruppi Giovanili di Volontariato Vincenziano.

La scrivania ingombra di libri sull’accoglienza, il pc aperto su varie finestre: è multitasking, come sempre, Angelo Moretti, coordinatore Caritas. “Mi sto documentando su siti razzisti – racconta – ce ne sono di pazzeschi”, e fa scorrere le pagine improbabili che sembrerebbero fake, ma che sono assurdamente reali, di siti che inneggiano più o meno a tutto ciò che si può fare contro l’accoglienza.
Tira fuori dati Angelo Moretti per spiegare la situazione : “Guarda qui – commenta prendendo dei documenti da uno scaffale – l’Europa aveva più di cento fa il 25 per cento della popolazione mondiale, oggi siamo al 6 per cento, con questo ritmo tra qualche anno saremo solo il 4 per cento. Vuol dire che da soli non ce la possiamo fare, e che i migranti sono una risorsa straordinaria: lo ha detto anche Boeri, senza di loro il welfare non si reggerebbe”.
Non si reggerebbe il welfare, si regge benissimo il business dell’accoglienza, però, che Moretti condanna senza appello: “L’idea dell’accoglienza basata sul vitto e alloggio è contestabile, sia per i migranti che per gli italiani senza lavoro. Così si tarpano i sogni delle persone: nessuno vuol essere messo come polli da batteria in un posto a mangiare e dormire. C’è da dire che i fondi per l’immigrazione sono straordinari al momento, sono un occasione se utilizzati bene, se utilizzati per il profitto fa crollare la coesione sociale. Si crea rabbia verso i migranti e non si guarda a chi ne trae un vantaggio”.
Propone un modello diverso la Caritas di Benevento, un modello di integrazione già avviato, e che avrà il suo coronamento con il progetto internazionale Pier, che Moretti ha spiegato: “E’ un progetto di integrazione e di accoglienza, in collaborazione con la Caritas austriaca. E’ una grande occasione: aiutare la nascita di cooperative sociali e cooperative agricole, con all’interno migranti e ragazzi autoctoni. Qui hanno aderito i sindaci di Petruro e Chianche. E’ l’unico approccio possibile: la migrazione è un fenomeno storico che esiste da sempre, ed è un fattore di ricchezza, chiudersi non ha senso. Parlare di economie sociali basate sull’integrazione dei migranti è l’unica risposta”.

Cristiano Vella (tratto da Ottopagine.it)

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