Isaia 42,1-4.6-7;
Salmo 28;
Atti 10,34-38;
Matteo 3,13-17
Lectio
Nel brano evangelico si vuole porre in risalto che Gesù di Nazareth è il Figlio prediletto del Padre ed è colui che ha portato a compimento il messaggio degli antichi profeti.
Inoltre, si chiarisce la differenza tra Gesù e Giovanni Battista, perché c’era chi sosteneva che Giovanni fosse il Messia atteso da Israele.
Infine, con il battesimo, Gesù intende provare la veridicità del messaggio di Giovanni: questi, non solo era un profeta, ma era il più grande tra i profeti.
La pericope (= brano), tratta dagli Atti degli Apostoli, sottolinea come lo Spirito Santo chiami al battesimo ogni persona: ebreo e non. Per il tempo era una cosa inaudita, perché la prima comunità cristiana, sorta a Gerusalemme, era convinta che, per diventare cristiani si dovesse prima entrare a far parte del popolo d’Israele. Fu con la predicazione di Paolo, mosso dallo Spirito, che il cristianesimo si aprì al mondo greco romano. Paolo pagò con la vita tutto questo.
Meditatio
Il battesimo di Gesù non ha nulla a che vedere con il battesimo cristiano. In Israele e anche presso i popoli a lui vicini si compivano gesti sacri di abluzioni in segno di penitenza.
I cristiani adotteranno il battesimo ma lo rivestiranno di significati nuovi.
Infatti, con il battesimo si entra a far parte della comunità cristiana (= la Chiesa) sposa di Cristo. Questo significa che il battezzato, immergendosi nell’acqua del fonte battesimale s’impegna a seguire Cristo: s’impegna a regolare la propria vita secondo la logica del vangelo. Questo significa che il battezzato instaurerà il rapporto con le persone ed userà le cose secondo la logica del vangelo: le persone sono i fratelli in cui è presente il Risorto e le cose materiali, tutte buone, debbono essere usate per il bene comune e non debbono schiavizzare l’uomo.
Purtroppo il battesimo, spesso, nelle nostre parrocchie è divenuto un gesto culturale. Si battezzano i bambini, non tanto per ciò che ho scritto sopra, ma perché si teme castighi dalla divinità; oppure perché, non battezzandoli, non ci sembrano persone complete…..la prova di quanto sostengo la si ha quando in una parrocchia una famiglia chiede il battesimo per il proprio bambino e pretende che questo sacramento che, come ricordo è l’entrata a far parte della Chiesa, sia celebrato al di fuori della Messa domenicale, al di fuori della celebrazione eucaristica, in un giorno ed in un’ora gradita alla famiglia.
Quindi, si trova il prete benevolo che, forse in buona fede, forse, crede di avvicinare i fedeli facendo fare a loro tutto quello che vogliono, acconsente a celebrare questo battesimo.
Riflettiamo: quando i genitori accondiscendono a che i loro figli facciano tutto ciò che vogliono, quale tipo di persona uscirà da questa educazione? Lo sappiamo bene! E così è anche nelle comunità parrocchiali, quando non si educa alla fede, ma si distribuiscono i sacramenti con facilità. Non nascerà mai nessuna comunità parrocchiale anzi, le persone migliori, i giovani e gli adolescenti, i bambini sono obbligati ad andare al catechismo, si allontaneranno definitivamente. E coloro che saranno stati gli autori di tale disastro si lamenteranno, tramite i luoghi comuni, della non rispondenza del popolo di Dio.
Il recupero del senso profondo del battesimo è un problema urgente da risolvere, se vogliamo costruire vere comunità parrocchiali.
Buona domenica.
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