Trentatreesima domenica del Tempo Ordinario B Di p. Giorgio Bontempi c.m.,

da | Nov 12, 2015 | La Parola per la Chiesa | 0 commenti

Daniele 12,1-3;
Salmo 15;
Ebrei 10,11-14.18;
Marco 13,24-32

Lectio

Questo brano di vangelo dimostra come la prima generazione cristiana fosse convinta che sarebbe stata testimone della fine del mondo. Un anticipo di quella fine i cristiani lo videro quando le legioni romane distrussero Gerusalemme nel 70 d.C.. Questo fu, sempre dai cristiani, inteso come la fine dell’ebraismo. Il vecchio popolo di Dio è sostituito dal nuovo popolo di Dio: la comunità cristiana.
Anche gli antichi profeti, come l’autore del libro del profeta Daniele, videro la fine dell’esilio del popolo d’Israele in Babilonia, come la fine di un’era e l’inizio di un’altra nuova. Israele dev’essere pronto a partire quando il Signore deciderà di porre termine all’esilio.
La seconda lettura tratta un altro argomento: quello del sacerdozio ebraico. Purtroppo nella storia della Chiesa questo vocabolo è stato attribuito anche al prete cattolico e ha generato confusione. Infatti il sacerdote ebraico era l’intermediario tra Dio ed il popolo. L’autore sottolinea come, con la venuta di Cristo, con la sua morte e risurrezione egli sia divenuto il solo ed unico intermediario tra Dio e gli uomini, facendo in modo che questi potessero rivolgersi a Dio chiamandolo Padre nostro, cioè padre di tutti gli uomini, cristiani e non.
Il vocabolo prete deriva dal greco presbitero (italianizzato), che significa anziano in sapienza (= giuda) e non intermediario. Allora essere prete significa essere guida; essere a servizio della comunità cristiana. Agostino diceva: con voi sono cristiano, per voi sono vescovo.

Meditatio

Il vangelo e la prima lettura invitano il cristiano a vigilare. Infatti il Signore viene! Quando? Ogni giorno. Dove? Nel volto dei fratelli e, in modo particolare in quello dei poveri, dei malati, degli ultimi in genere. In quale misura lo accolgo? Ogni anno il cristiano dovrebbe aumentare, anche di poco, la sua accoglienza del Signore che viene.
Questo punto sarà la verifica a cui il tempo di avvento ci sottopone ogni anno. Infatti stiamo vivendo le ultime settimane del tempo ordinario di questo anno liturgico 2014 – 2015. Tra due settimane inizierà l’avvento 2016.
Nel rito ambrosiano, quello con cui la diocesi di Milano celebra l’eucaristia, la liturgia delle ore e gli altri sacramenti, l’avvento è iniziato già da due settimane. Infatti nel rito ambrosiano l’avvento conta sei domeniche. Il rito ambrosiano non è altro che il rito antico, prima della riforma del papa Gregorio Magno, che la diocesi di Milano ha conservato in ossequio al suo grande vescovo e dottore della chiesa Ambrogio, da cui poi il rito antico ha preso il nome. Questo rito, che ho praticato per sette anni – dal 2000 al 2007 – quando ho vissuto nella mia comunità di Milano, è molto bello.

Buona domenica.

Prima lettura

Dn 12,1-3

Dal libro del profeta Daniele

In quel tempo, sorgerà Michele, il gran principe, che vigila sui figli del tuo popolo.
Sarà un tempo di angoscia, come non c’era stata mai dal sorgere delle nazioni fino a quel tempo; in quel tempo sarà salvato il tuo popolo, chiunque si troverà scritto nel libro.
Molti di quelli che dormono nella regione della polvere si risveglieranno: gli uni alla vita eterna e gli altri alla vergogna e per l’infamia eterna.
I saggi risplenderanno come lo splendore del firmamento; coloro che avranno indotto molti alla giustizia risplenderanno come le stelle per sempre.

Salmo responsoriale

Sal 15

R.: Proteggimi, o Dio: in te mi rifugio.

Il Signore è mia parte di eredità e mio calice:
nelle tue mani è la mia vita.
Io pongo sempre davanti a me il Signore,
sta alla mia destra, non potrò vacillare.

Per questo gioisce il mio cuore
ed esulta la mia anima;
anche il mio corpo riposa al sicuro,
perché non abbandonerai la mia vita negli inferi,
né lascerai che il tuo fedele veda la fossa.

Mi indicherai il sentiero della vita,
gioia piena alla tua presenza,
dolcezza senza fine alla tua destra.

Seconda lettura

Eb 10,11-14.18

Dalla lettera agli Ebrei

Ogni sacerdote si presenta giorno per giorno a celebrare il culto e a offrire molte volte gli stessi sacrifici, che non possono mai eliminare i peccati.
Cristo, invece, avendo offerto un solo sacrificio per i peccati, si è assiso per sempre alla destra di Dio, aspettando ormai che i suoi nemici vengano posti a sgabello dei suoi piedi. Infatti, con un’unica offerta egli ha reso perfetti per sempre quelli che vengono santificati.
Ora, dove c’è il perdono di queste cose, non c’è più offerta per il peccato.

Vangelo

Mc 13,24-32

Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«In quei giorni, dopo quella tribolazione,
il sole si oscurerà,
la luna non darà più la sua luce,
le stelle cadranno dal cielo
e le potenze che sono nei cieli saranno sconvolte.
Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire sulle nubi con grande potenza e gloria. Egli manderà gli angeli e radunerà i suoi eletti dai quattro venti, dall’estremità della terra fino all’estremità del cielo.
Dalla pianta di fico imparate la parabola: quando ormai il suo ramo diventa tenero e spuntano le foglie, sapete che l’estate è vicina. Così anche voi: quando vedrete accadere queste cose, sappiate che egli è vicino, è alle porte.
In verità io vi dico: non passerà questa generazione prima che tutto questo avvenga. Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno.
Quanto però a quel giorno o a quell’ora, nessuno lo sa, né gli angeli nel cielo né il Figlio, eccetto il Padre».

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