Isaia 7,10-14;
Salmo 23;
Romani 1,1-7;
Matteo 1,18-24
Lectio
Noi cattolici siamo stati abituati a leggere i vangeli, specialmente i brani che riguardanti l’infanzia di Gesù, come fossero cronaca di fatti avvenuti, cronaca intesa secondo la nostra cultura occidentale. Questo metodo ha comportato il sorgere di molte difficoltà nell’accettare che, tutto ciò che hanno scritto Matteo e Luca e, come si sosteneva allora, sotto dettatura da parte dello Spirito santo, fosse realmente accaduto.
Finalmente con i decreti del concilio Vaticano secondo e specialmente con la promulgazione della Costituzione Dogmatica Dei Verbum sulla divina rivelazione, si è potuto applicare alla lettura e interpretazione della sacra Scrittura il metodo storico critico.
Con questa nuova impostazione, possiamo collocare ogni passo della bibbia nel suo contesto storico culturale e chiederci quale fossero le domande alle quali l’autore intendeva rispondere per i suoi primi destinatari, che erano contemporanei al brano in questione. Solo a questo punto possiamo chiederci in che maniera il brano parli nella vita di ogni giorno a noi lettori di oggi.
Dopo questa nota interpretativa, possiamo addentrarci per la comprensione del brano evangelico propostoci in questa liturgia domenicale.
In primo luogo dobbiamo chiarire che l’evangelista, nel nostro caso Matteo, non intende fornire delle informazioni sul come Gesù è nato, ma intende rispondere alla domanda: chi è colui che è nato?
È importante sottolineare che l’autore più antico del NT è Paolo che scrive le sue lettere tra il 45 – 55 d.C., poi scrive Marco (65 – 75 dC.), in seguito Luca e Matteo (75 – 85), per ultimo Giovanni (90 – 120 dC.).
Ora quando viene redatto il vangelo di Matteo, la predicazione di Paolo ha aperto già da anni la comunità cristiana a tutti popoli, per questo dovette pagare con la vita.
Nel racconto dell’infanzia tratto dal vangelo di Matteo, l’autore dimostra come Gesù di Nazareth sia nato come tutti i grandi della storia d’Israele: Isacco, Samuele, Gedeone, Giovanni il battista ecc…
Infatti lo schema con cui è narrata la nascita di Gesù è lo stesso usato dagli autori dell’AT: la coppia o la donna in difficoltà nel concepire – questo era ritenuto una maledizione in Israele, perché contravveniva alla promessa di Dio, che consisteva nella terra promessa ed in una discendenza numerosa – apparizione di un angelo e concepimento di un grande personaggio.
In più per il nostro caso, Matteo cita anche la profezia. Il compimento della profezia rafforzava il fatto che Gesù di Nazareth, oltre ad essere concepito secondo lo schema delle grandi nascite all’interno del popolo ebraico, era stato anche annunciato dai profeti. Tutto questo significava che la vita di Gesù era stata vissuta secondo la volontà di Yhavè. Quindi egli era il messia atteso e il Figlio del Dio vivente. Coloro che non l’hanno accolto è riconosciuto, non hanno accolto e riconosciuto Yhavè e non hanno compiuto la sua volontà.
Meditatio
Il Natale è diventato la festa del regalo è diventato il culto del pranzo in famiglia, è diventato il giorno in cui si deve essere buoni…..è il natale consumistico: quanto mai di più falso nel vivere il Natale.
È anche vero che, la pietà cristiana fino al Concilio Vaticano II era impostata per costruire il cristiano buono: colui che non critica, colui che tace e ubbidisce, colui che copre i problemi. Tutto questo però è sempre andato a vantaggio di coloro che detenevano il potere e a scapito dei poveri: tacete! S’insegnava. Il risultato di questo modo di vivere, purtroppo ancora presente in alcuni ambiti della Chiesa, ha prodotto i tre mostri del 1900: comunismo, fascismo e nazismo! I cristiani tacevano ed i mostri operavano, risultato la seconda guerra mondiale. Dopo la seconda guerra mondiale, il posto dei tre mostri l’ha occupato il consumismo, ma i cristiani hanno continuato a tacere.
Oggi papa Francesco sta, con pazienza, distruggendo l’immagine di questo cristianesimo pavido. Infatti egli sostiene che il cristiano – sempre con carità, ma anche decisione – deve denunciare tutto ciò che è a danno del povero, specialmente, come il papa affermava domenica scorsa, quando troviamo cristiani che usano tutto per affermare il loro potere, anche nel servizio ai poveri, tali cristiani, sottolinea il papa, non sono più tali, bensì sono pagani.
Questo ci porta ad affermare il 26 dicembre: anche questo Natale è passato e poi…da cristiani frustrati lamentarci del Natale consumistico.
Ho saputo dal ragazzo di una delle mie nipoti che egli trascorrerà il Natale a servire al pranzo, che il giorno di Natale la Comunità di sant’Egidio ha preparato per i poveri a Roma.
Ecco una persona che vivrà il Natale cristiano. Ecco una persona che accoglierà colui che è nato.
Chi è colui che è nato? È il Signore che ha voluto condividere la vita delle persone qualunque nell’ultimo paese della Galilea, regione considerata malfamata da scribi, farisei e dottori della legge. Questi, nella loro presunzione sostenevano che: da Nazareth non poteva uscire nulla di nuovo!!
È colui che è andato incontro alle persone annunciando che Dio è Padre;
è colui che ha cercato di far superare a Israele un modo di vivere all’insegna del si è sempre fatto così! Quante volte nelle nostre comunità religiose e parrocchiali adoriamo, al posto del Dio vivente, il dio del si è sempre fatto così e, come gli scribi ed i farisei diventiamo violenti e tentiamo di eliminare i profeti che sono in mezzo a noi è che, senza timore di perdere la faccia, c’invitano ad adorare il Dio vivente.
Torniamo a vivere il Natale cristiano, facendoci interrogare da Colui che è venuto.
Buona domenica.
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