Terza domenica di Pasqua C, di p. Giorgio Bontempi c.m.

da | Apr 12, 2013 | La Parola per la Chiesa | 0 commenti

Atti 5,27b – 32.40b – 41
Dal Salmo 29
Apocalisse 5,11 – 14
Giovanni 21, 1 – 19


Lectio

Il vangelo intende dimostrare come il Risorto si manifesti alla comunità riunita, la quale – dopo aver riconosciuto il Cristo nella sua nuova condizione è in grado di compiere il suo ministero -: annunciare il vangelo, salvare l’umanità (Questa è rappresentata dai 153 grossi pesci. Infatti al tempo di Gesù si pensava che le specie di pesci fossero 153.) e celebrare l’eucaristia di cui il pasto è simbolo.
Inoltre, secondo la concezione della cosmologia greco romana, i mari, i laghi ed i fiumi costituivano le acque inferiori, sotto le quali si credeva che ci fosse il regno del male. La pesca, nel vangelo, simboleggia la salvezza degli uomini dal regno del male.
Inoltre la pesca abbondante, ricorda l’acqua tramutata in vino a Cana e la moltiplicazione dei pani.
Dopo l’esperienza dell’incontro con il risorto gli apostoli sono in grado di divenire suoi testimoni, fino a non temerne le conseguenze, che sfoceranno – prima nella persecuzione –e poi nel martirio. Questo è il pensiero della prima e della seconda lettura. Dopo la risurrezione del Signore la Chiesa sarà invincibile e nessuno riuscirà a farla scomparire dalla storia.

Meditatio

Gesù appare alla comunità, perché essere cristiani significa appartenere alla comunità, che in greco si dice alla ecclesìa, termine, poi ridotto alla parola chiesa. La quale si esprime nelle varie realtà: a livello universale (la cattolicità), a livello locale, prima nella diocesi e poi nella parrocchia.
È questa comunità che riceve il mandato da Cristo di annunciare la Parola di Dio e di celebrare l’Eucaristia.
La vita delle comunità religiose ha, prima di tutto, questo scopo: far rivivere le prime comunità cristiane di cui si tratta negli Atti degli Apostoli.

Dopo il Concilio Vaticano II si è riscoperto il concetto di chiesa dei primi secoli: la Chiesa è il popolo di Dio. All’interno di esso, ogni cristiano – consacrato mediante il battesimo – risponde all’invito dello Spirito santo che gli indica quale posto occupare (la propria vocazione) all’interno della comunità.
Il cristianesimo non è uno stile di vita che si attua personalmente, ma un modo di vivere all’interno di un popolo. Questo è il senso della scelta dei dodici apostoli: il numero dodici, nella mentalità ebraica del tempo di Gesù significava l’entità del popolo d’Israele, costituito sopra le dodici tribù.

Ogni cristiano è parte della chiesa, ad ogni cristiano, in funzione della sua consacrazione battesimale che, non lo dimentichiamo, è l’unica e sola consacrazione a Cristo (cfr. Lettera agli Ebrei), è inviato ad annunciare la Parola al mondo e ha celebrare l’Eucaristia con una partecipazione attiva e devota, per poi vivere ciò che ha celebrato.

Buona domenica.

Tags:

0 commenti

Invia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

VinFlix

VFO