Quarta domenica di Avvento C, di p. Giorgio Bontempi c.m.

da | Dic 19, 2012 | La Parola per la Chiesa | 0 commenti

Michea 5,1 – 4a
Dal Salmo 79
Ebrei 10,5 – 10
Luca 1,39 – 48a

Lectio

La nascita di Gesù a Betlemme è stata narrata da Matteo e Luca, per indicare – non il luogo storico in cui Gesù prese i natali –  ma per sottolineare come Gesù di Nazareth fosse in linea con le profezie e quindi anche con quella del profeta Michea narrata nella prima lettura di questa domenica. Essere in linea con la parola dei profeti, ai tempi di Gesù significava essere secondo la volontà del Dio di Abramo, d’Isacco e di Giacobbe. Ora, quando scrivono Matteo e Luca il Signore è morto e risorto da circa una trentina d’anni, forse più che meno, perché i due vangeli in questioni vennero redatti tra il 75 e l’85 d.C. Quindi gli autori dei vangeli proponevano questo messaggio al popolo d’Israele: Gesù di Nazareth portò a compimento le profezie, voi come l’avete trattato? Gli avete fatto subire la morte infame mediante la crocefissione, per questo non siete più il popolo di Dio, il vostro posto è stato occupato dalla comunità cristiana, nata dalla morte e risurrezione del Signore.
Si comprende perché si scatenò, da parte dei capi d’Israele una violenta persecuzione contro i cristiani.
Inoltre i cristiani erano considerati atei, perché sostenevano di non avere bisogno di ne di un tempio, ne di un sacerdote ne di un offerta, perché il Signore Gesù era il tempio, il sacerdote e l’offerta (seconda lettura).
Cristo diventa per la Chiesa il modello supremo da seguire, per diventare adoratori del Padre in spirito e verità: persone che si preoccupano ogni giorno di compiere la volontà del Padre.
Modello del vero adoratore è Maria che si preoccupa di recarsi a prestare soccorso alla cugina, che stava per partorire.

Meditatio

Maria è il modello del vero adoratore del Padre in spirito e verità: accoglie l’invito del Signore e ne compie la volontà. La prova di tutto questo è la carità prestata subito alla cugina Elisabetta.
Fin qui potremmo dire: cose abbastanza normali, invece normali non le sono affatto.
Maria è colei che nel silenzio, nell’umiltà entra in scena; questo comportamento lo avrà anche lungo la vita di Gesù. Infatti nei momenti in cui il figlio riscuoteva successo, avrebbe potuto vivere di luce riflessa, essergli accanto, e invece Maria scompare. Anche in questo gesto di carità verso la cugina, Maria scompare, nel vangelo si parla poco di lei…..
Questo nascondimento non deve riportarci a quell’umiltà pelosa, di cui si facevano scudo anche buoni cristiani, per sottrarsi alle proprie responsabilità per non schierarsi di fronte alle ingiustizie di cui sono vittime i poveri, gli ultimi e quelli che non hanno voce. Il tipo di umiltà che Maria propone è quella di comprendere, come ho già sottolineato molte volte, che l’autore del bene da noi compiuto è sempre lo Spirito santo. Il dimenticarlo ci porta a strumentalizzare tutto e tutti in favore della nostra visibilità; e a dimenticare il lavoro nascosto che, quotidianamente compiono i fratelli che portano avanti realmente opere caritative, culturali, progetti di catechesi e di liturgia.
Ecco che cosa ci suggerisce la carità operosa, vissuta nel silenzio da parte della Beata Vergine Maria madre della Chiesa.

Buona domenica

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