Di p. Giorgio Bontempi c.m.
Atti 3,13 – 15.17 – 19
Dal Salmo 4
1 Giovanni 2,1 – 5a
Luca 24,35 – 48
Lectio
Ricordiamo che i vangeli non ci offrono indicazioni su come è avvenuta la risurrezione del Signore. Premesso questo possiamo iniziare la lectio sulle lettura di questa domenica.
Luca presenta la persona di Gesù: il Risorto è la stessa persona del crocifisso. Questo perché i suoi contemporanei, specialmente coloro che provenivano dal paganesimo, non confondessero il Risorto con uno dei tanti dei che, secondo la credenza, greco – romana, popolavano l’Olimpo. Ecco perché scrive che il Risorto mostra le mani e il costato alla comunità dei discepoli. Inoltre, il Risorto “mangia”, si tratta del corpo glorioso, quel corpo che di cui noi ci nutriamo quando celebriamo l’eucaristia. È lo stesso Signore di cui hanno parlato i profeti e di cui ascoltiamo la Parola. (cfr. vangelo)
È lo stesso Signore che la Chiesa di tutti i tempi predicherà senza paura e senza compromessi, non ostante le proprie fragilità, perché composta di uomini, soggetti all’errore e al peccato.(cfr. prima lettura).
La Chiesa annuncia che Dio è amore, che Dio è Padre, che Dio ama gli uomini e che, per incontrarlo è necessario servire il nostro prossimo, per essere coerenti e testimoni di questo amore infinito (2 lettura).
Meditatio
Anche noi, cristiani del XXI secolo, possiamo incontrare il Risorto, come lo hanno incontrato i primi discepoli, dopo la sua risurrezione. Altrimenti come potremmo affermare di credere in Lui? La fede è un’esperienza, non è un “fidarsi” che quello che ci è stato tramandato sia vero: questa non è fede. Anche coloro che costituiscono per noi dei punti di riferimento nella nostra vita cristiana: quelli che chiamiamo solitamente “santi”, anche loro hanno incontrato il Risorto, anche per loro la fede è stata un’esperienza, altrimenti non avrebbero potuto essere tali.
Luca ci dice: “vuoi incontrare il Risorto? Riunisciti con i fratelli nel giorno del Signore e ascolta con loro la Parola; spezza con loro il Pane e cibatene.
Vivi durante la settimana quello che hai celebrato nel giorno del Signore, annunciando con la vita che il Signore è risorto: occupandoti dei fratelli, specialmente quelli più bisognosi; quelli che soffrono ingiustizia; che sono angariati dai potenti; che sono vessati, insultati, derisi.
Appoggia coloro che combattono la “buona battaglia”, per smascherare la menzogna. Questo è osservare “i suoi comandamenti” ed essere nella luce. Così si ha l’esperienza della fede che nessuna ci potrà togliere.
Questo perché il cristianesimo non è una religione da viversi “privatamente”, come desidererebbero molti nella nostra società, per anestetizzare la predicazione del vangelo. Il cristianesimo è un modo di vivere, che si esprime all’interno di una comunità, che è la Chiesa e che influisce su ogni scelta che la persona compie nella propria vita.
Cristo è veramente risorto. Alleluja!
Buona domenica.
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