Zamagni: “Ecco le priorità del Libro bianco”. Ancora assente il ministro Sacconi

da | Giu 21, 2011 | Economia sociale, Opinioni a confronto, Politiche sociali, Progetti in collaborazione, Pubblicazioni, Volontariato | 0 commenti

Stefano Zamagni

ROMA. 13 giugno 2011

Il ministro Maurizio Sacconi ha disertato la presentazione del nuovo “Libro bianco” sul Terzo Settore ed è stato sotituito da uno dei sottosgretari.

Il volume, edito dal Mulino nella collana “Percorsi”, è curato da Stefano Zamagni, presidente dell’Agenzia per il terzo settore. Insieme al professore di economia politica all’Università di Bologna, a Palazzo Marini (solo 90 i posti disponibili; pochi rispetto alle 120 richieste di accredito) c’erano anche Gianni Letta (sottosegretario di Stato), Giuseppe De Rita (presidente Censis), Luigi Bobba (Commissione lavoro della Camera) e Andrea Olivero (portavoce Forum Terzo Settore). “La novità di questo libro bianco è che dedica gran parte del proprio tempo e spazio alle proposte che si sviluppano su tre piani”, spiega Zamagni.

Quali? “Primo, la riforma del codice civile, il libro primo titolo secondo”, risponde il presidente dell’Agenzia. “La seconda -prosegue Zamagni- è quella che riguarda la trasformazione in legge ordinaria del 5 per mille. La terza? La trasformazione dell’Agenzia per il terzo settore in vera e propria autorità indipendente e di settore”.

Sono queste le principali novità individuate dal “Libro bianco”. Per Zamagni sono “tre urgenze che documentiamo come necessarie per far compiere a questo mondo vitale quel passo decisivo che tutti si aspettano che compia”. Proposte che per Zamagni sono anche attuabili “in tempi brevissimi, se solo da parte del governo e del parlamento ci fosse l’attenzione che queste meritano. Non sono proposte che necessitano risorse e l’Agenzia ha già preparato gli schemi di legge necessari per attuarle”.

Dalla riforma della legislazione di riferimento al finanziamento degli enti non profit, dalle questioni tributarie alla rendicontazione, dal problema della rappresentanza a quello della governance e del riconoscimento della qualità. Sono molti i temi aperti per il futuro del terzo settore che, nella definizione di Zamagni, deve essere liberato da “lacci e costrizioni di varia natura, sia giuridico normativa sia economico-organizzativa ed anche, forse in prevalenza, di natura culturale”.

Il volume, strumento a disposizione delle autorità competenti per dare risposte ai problemi urgenti del terzo settore italiano, è il risultato di un lavoro di équipe cui hanno partecipato economisti, giuristi, commercialisti, politologi, sociologi e esperti del mondo dell’associazionismo, del volontariato e della cooperazione

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