Con ventimila suore sparse in quasi 100 Paesi le Figlie della Carità sono oggi la più numerosa congregazione femminile ospedaliera e insegnante.

Le foto in bianco e nero degli anni 50 ritraggono le antiche cornette al vento, sulle utilitarie 2 cavalli di Louis de Funès, la viva pietà dei due milioni di fedeli che sfilano ogni anno nella cappella della Medaglia Miracolosa alla rue du Bac, le suore dall’originale copricapo, che iconoclaste sfilate di moda reinventano; chi non conosce le celebri Suore di San Vincenzo de Paoli?
Tuttavia la loro storia non è mai stata scritta. L’apertura degli archivi privati della Compagnia, riscontro di documenti contenuti negli archivi pubblici, ha permesso infine di porre rimedio a tale lacuna.

Frutto di parecchi anni di lavoro, questo primo volume va dalla fondazione da parte di Vincenzo de Paoli e di Luisa de Marillac di una confraternita di giovani donne al servizio dei poveri, nutrita dalla spiritualità dell’imitazione di Gesù Cristo propria della «Scuola francese », alla soppressione della compagnia da parte dei rivoluzionari. Incontro tra la storia delle donne e delle religiose, questo studio mostra quanto le Figlie della Carità abbiano contribuito al riconoscimento di uno statuto inedito ed ambiguo nella società post-tridentina: né religiose, né sposate, ma «secolari». Certo, la Compagnia ha offerto un quadro positivo a molte donne immerse in destini fuori dal comune, conducendo delle contadinelle a Corte, cuori intrepidi in Polonia, anime generose al « martirio della carità» in città decimate dalla peste.

Durante il 350° anniversario della morte dei Fondatori (1660), questo lavoro permette di riscoprire la figura ignorata di Luisa de Marillac e mette in luce un’opera costantemente ricollocata in un contesto religioso, sociale e politico. Un saggio di storia totale di una congregazione religiosa, illumina così la storia della Francia secentesca, sia nei suoi splendori che nelle sue miserie.

Storia delle Figlie della Carità. Per chiostro le vie della città (XVII-XVIII secolo), Parigi, Fayard, 2011, 690 pagine, Introduzione di Dominique Julia

Matthieu Brejon de Lavergnée. Professore aggiunto e docente di storia, ex convittore della Fondazione Thiers.