XV Domenica del Tempo Ordinario C

da | Lug 11, 2010 | La Parola per la Chiesa | 0 commenti

XV Domenica del Tempo Ordinario C

Di p. Giorgio Bontempi c.m.

Deuteronomio 30,10 – 14

Dal Salmo 18

Colossesi 1,15 – 20

Luca 10,25 – 37

Lectio

Il libro del Deuteronomio (= seconda Legge), fa parte del Pentateuco (= cinque libri): Genesi Esodo, Levitico, Numeri e Deuteronomio. Questi sono chiamati dal popolo ebraico, da Paolo e dai Vangeli, la Legge.

Il fulcro della Legge di Mosè era: amare Dio e il prossimo, ma con il termine prossimo l’israelita intendeva coloro che appartenevano al popolo ebraico, non gli “altri”. Anche se nella Legge è scritto di trattare bene il “forestiero”. I “gentili”, coloro che non erano ebrei erano considerati razza inferiore.

L’autore della lettera ai Colossesi, è un allievo di Paolo, o una persona che conosce la sua teologia, nell’impero romano non esisteva il diritto di autore, per cui io potevo pubblicare appunti presi durante una lezione, con il nome del relatore e questo non era considerato plagio.

Questi spiega come il Cristo sia il centro della vita del cristiano e dell’universo creato che da Lui parte e a Lui ritorna.

Immagina la corte celeste secondo la teologia ebraica mutuata dall’angeologia assiro babilonese.

Il vangelo ritorna sul tema trattato dalla prima lettura, ma lo completa.

In Israele i rabbini si struggevano per trovare risposte plausibili alle grandi questioni della vita e della morte: che cosa debbo fare per ottenere la vita eterna? Qual è il più grande comandamento? Ecc…

Il vangelo supera la mentalità giudaica: non esistono più persone di una categoria o di un’altra. Ogni uomo è mio fratello.

Inoltre chiunque può essere gradito a Dio, se si comporta di conseguenza (cfr. il samaritano), e il contrario (cfr. sacerdote e levita).

Quindi il comportamento del samaritano è il modello per la nuova comunità la Chiesa.

Meditatio

L’amore per il nostro prossimo è la cartina al tornasole per la Chiesa, se questa vuole essere credibile è necessario che i cristiani siano in prima linea, per quanto riguarda la carità, come è scritto nella parabola del buon samaritano.

Il vangelo infatti c’impone questo atteggiamento va’ e anche tu fa’ lo stesso!!

Non ci offre altra alternativa.

Un tale, significa che, per essere aiutato da un cristiano, basta essere un tale, una persona! Il vangelo non dice, come la cultura ebraica, che la persona nel bisogno dev’essere del popolo eletto, ma basta che sia una persona, un tale!

Questa è la grandezza del messaggio cristiano. Perché, con la sua vita il battezzato deve testimoniare un Dio che è abbà, il genitore amorevole di ogni persona……se il cristiano non esprime questo rinnega il Dio di Gesù Cristo, per un immagine costruita dalle mani dell’uomo.

Queste immagini possono essere costruite dal fanatismo dei Lefebriani, da quello dei Movimenti ecclesiali, da coloro che combattono, anche se in modo subdolo, il concilio Vaticano II e la Riforma Liturgica. Tutti costoro non seguono l’abbà, il Dio di Gesù Cristo, ma un dio che loro – o le loro guide – hanno “costruito”.

La carità di cui Vincenzo e Luisa sono stati maestri nella Chiesa, ci aiuti ad testimoniare nel mondo il vero volto di Dio.

Buona domenica

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