Avvento da una prospettiva vincenziana, parte 4: Maria, modello di servizio e dono in Avvento

da | Dic 11, 2024 | Formazione vincenziana | 0 commenti

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L’Avvento è un tempo di attesa, anticipazione e preparazione. Al centro di questo tempo troviamo la figura di Maria, il cui cammino di fede e di abbandono al progetto di Dio funge da potente modello per la nostra vita spirituale. La sua forza serena, la sua umiltà e la sua disponibilità a dire “sì” a Dio ci offrono lezioni profonde, soprattutto quando riflettiamo sulla chiamata al servizio e al dono di sé che caratterizza la spiritualità vincenziana.

 

La fede e l’umiltà di Maria

La storia dell’Avvento di Maria inizia con l’Annunciazione, un momento che rivela la sua profonda fede e fiducia in Dio. Quando l’angelo Gabriele le appare e le annuncia che darà alla luce il Figlio di Dio, la sua prima risposta è di stupore: “Come è possibile, visto che sono vergine” (Lc 1,34). Questa domanda non riflette un dubbio, ma piuttosto la sua umiltà e apertura alla volontà di Dio. Pur non comprendendo appieno le implicazioni di ciò che le viene chiesto, Maria si dona completamente a Dio, rispondendo con il suo famoso “fiat“: “Eccomi, sono la serva del Signore; avvenga per me secondo la tua parola” (Lc 1,38).

Questo atto di abbandono è il cuore di ciò che significa vivere una vita di fede. Maria non sapeva tutto ciò che sarebbe accaduto dopo il suo “sì”, ma confidava nel piano di Dio. Nella spiritualità vincenziana, la fede non è un mero assenso intellettuale, ma un’esperienza vissuta di fiducia nella provvidenza di Dio, anche quando il cammino è incerto.

L’umiltà di Maria, evidente nella sua risposta, riflette anche un valore vincenziano fondamentale. Per Vincenzo, l’umiltà era il fondamento del vero servizio. Essa permetteva di riconoscere la propria dipendenza da Dio e la propria solidarietà con i poveri. Come Maria, noi vincenziani siamo chiamati a sottometterci umilmente alla volontà di Dio e a servire gli altri senza cercare riconoscimenti o ricompense.

 

Maria come modello di servizio

Dopo aver accettato il progetto di Dio su di lei, Maria si mette subito al lavoro e si mette al servizio degli altri. Il Vangelo di Luca ci dice che andò “in fretta” a trovare sua cugina Elisabetta, anch’essa in attesa di un figlio. Il viaggio non fu facile: Maria percorse circa 100 miglia per raggiungere la casa di Elisabetta… ma, nonostante le sfide, il primo istinto di Maria fu quello di servire.

La sua visita a Elisabetta può essere vista come un profondo atto di carità, un esempio di come la vera fede porti naturalmente al servizio. In questo modo, Maria incarna la chiamata vincenziana ad “amare con i fatti, non solo con le parole”. Il servizio, come insegnava Vincenzo de’ Paoli, deve essere concreto, personale e attivo. Non basta provare compassione; dobbiamo muoverci con la stessa urgenza di Maria per rispondere ai bisogni degli altri. Non dobbiamo accontentarci di amare Dio e dire che lo amiamo. Dobbiamo dimostrare il nostro amore con le azioni.

Nel suo incontro con Elisabetta  Maria porta anche la presenza di Cristo agli altri in senso letterale. Questo è un aspetto fondamentale del suo ruolo nella storia della salvezza, ma è anche un modello per noi. Siamo chiamati, come Maria, a portare Cristo al mondo, soprattutto ai poveri e ai sofferenti. Il servizio di Maria a Elisabetta non fu solo un atto di amore familiare, ma anche una manifestazione dell’amore di Dio per tutta l’umanità.

 

La spiritualità mariana di San Vincenzo de’ Paoli

San Vincenzo de’ Paoli aveva una profonda devozione per Maria, vedendo in lei l’esempio perfetto di umiltà, servizio e obbedienza alla volontà di Dio. Nella sua spiritualità mariana, Vincenzo sottolineava che la grandezza di Maria derivava dalla sua volontà di servire e dalla sua totale dedizione a Dio. Egli considerava Maria la più grande serva dei poveri, la prima e più fedele discepola di Cristo e un modello da seguire per tutti i cristiani.

Riflettendo sul ruolo di Maria, Vincenzo disse che “dobbiamo prendere esempio dalla Beata Vergine” (SVP ES XI-1, 97) perché “la Beata Vergine, meglio di chiunque altro, ha compreso l’essenza [delle virtù] e ha mostrato come praticarle”. Per Vincenzo, Maria non era solo una potente mediatrice di intercessione, ma anche una guida per vivere il Vangelo nella vita quotidiana. Il carisma vincenziano di servire i poveri con amore e rispetto si adatta perfettamente alla sua vita di semplicità, umiltà e servizio.

Il ruolo di Maria nell’Avvento, quindi, non è solo quello di essere la Madre di Dio, ma anche di modellare il tipo di servizio attivo, umile e sacrificale che noi vincenziani cerchiamo di imitare. Lei ci insegna che la vera grandezza non deriva dal potere o dal prestigio, ma dal servire gli altri con amore. Questa è l’essenza della spiritualità vincenziana: la carità radicata nell’umiltà ed espressa in atti concreti di servizio.

 

L’impegno di Maria nei confronti del piano di Dio

Un altro aspetto fondamentale dell’esempio di Maria in Avvento è il suo totale abbandono al piano di Dio. Questo abbandono non era una rassegnazione passiva, ma un “sì” attivo e continuo a tutto ciò che Dio le chiedeva. Dall’Annunciazione fino ai piedi della Croce, la vita di Maria è stata segnata da una fiducia incrollabile in Dio, anche di fronte alla sofferenza e all’incertezza.

Nella nostra vita, questo tipo di sottomissione può essere difficile. Possiamo trovarci di fronte a sfide che ci fanno dubitare della volontà di Dio, o lottare per capire perché certe cose accadono. Tuttavia, come Maria, siamo chiamati a confidare che il piano di Dio è buono, anche quando non riusciamo a comprenderlo appieno.

Vincenzo de’ Paoli parlava spesso dell’importanza di abbandonarsi alla Divina Provvidenza. Egli credeva che la fiducia nella volontà di Dio fosse essenziale per vivere una vita di servizio. Per dirla con le sue parole: “Cerchiamo Dio solo, ed Egli ci fornirà gli amici e tutte le altre cose, in modo che non ci manchi nulla”. (Abelly, Vita di San Vincenzo de’ Paoli: Libro terzo, Capitolo 3, Sezione 1)

 

Un invito all’azione

L’esempio di arrendevolezza di Maria ci incoraggia a mettere da parte i nostri piani e desideri e a confidare che Dio ci conduca dove dobbiamo andare. Questa resa non è passiva, ma richiede un impegno attivo a seguire la volontà di Dio, anche quando è difficile.

 


Domande per la riflessione personale e comunitaria

Mentre ci prepariamo alla venuta di Cristo in questo periodo di Avvento, l’esempio di Maria ci invita a riflettere sulla nostra vita. Ecco tre domande per guidare la vostra riflessione personale e comunitaria:

  1. Come posso seguire l’esempio di umiltà e di servizio di Maria nella mia vita quotidiana, specialmente in questo periodo di Avvento?
  2. Come potrei rafforzare la mia fiducia nel piano di Dio per la mia vita, anche di fronte alle incertezze o alle sfide?
  3. Come può la mia comunità vivere più fedelmente la chiamata vincenziana al servizio, imitando la disponibilità di Maria a rispondere ai bisogni degli altri?

 

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