Il 10 ottobre si celebra la festa della Beata Maria Angela Truszkowska

da | Ott 9, 2024 | Notizie sulla Famiglia Vincenziana | 0 commenti

Maria Angela Truszkowska, nata come Sophia Camille Truszkowska nel 1825 a Kalisz, in Polonia, fu una figura straordinaria del XIX° secolo, nota per la sua profonda spiritualità e dedizione ai più bisognosi. La sua vita fu segnata sia dalla devozione personale sia dall’impegno nel servizio sociale, culminato nella fondazione delle Suore Feliciane, una congregazione religiosa che combinava vita attiva e contemplativa.

Proveniente da una famiglia nobile e profondamente cattolica, Maria Angela dimostrò sin da giovane una particolare inclinazione a servire i poveri e gli emarginati. A 23 anni entrò a far parte della Società di San Vincenzo de’ Paoli, dove iniziò il suo intenso lavoro con i malati e i poveri. Fu attraverso questa organizzazione che trovò la sua vera vocazione: dedicare la sua vita al servizio dei più vulnerabili, in particolare degli orfani e degli anziani abbandonati.

La sua ispirazione per creare le Suore Feliciane scaturì dalla sua devozione mariana e dal desiderio di imitare San Felice da Cantalice, un frate cappuccino noto per il suo amore per i bambini e i poveri. Insieme alla cugina Clothilde, fece una solenne dedicazione a Dio davanti a un’icona della Madonna di Czestochowa, impegnandosi a fare la volontà di Dio in tutte le cose. Questo momento segnò la fondazione delle Suore di San Felice da Cantalice, con la missione di offrire carità senza discriminazioni, sia in Polonia che in altri Paesi.

Durante la sua vita, la Truszkowska affrontò sfide personali e politiche, tra cui problemi di salute e la repressione politica della Polonia da parte delle potenze straniere. Tuttavia, il suo carisma e la sua resilienza permisero alle Suore Feliciane di prosperare, espandendo la loro missione anche negli Stati Uniti, dove furono invitate a servire in comunità rurali, portando speranza e sostegno a coloro che ne avevano più bisogno.

Maria Angela era anche nota per la sua profonda umiltà e altruismo, rinunciando al ruolo di superiora generale all’età di 44 anni per trascorrere gli ultimi 30 anni della sua vita in preghiera e sofferenza fisica, consegnandosi completamente alla volontà di Dio. Morì il 10 ottobre 1899, lasciando un’eredità di amore, fede e servizio che continua ancora oggi, con le Suore Feliciane attive in diverse parti del mondo.

Papa Giovanni Paolo II la beatificò, riconoscendo la sua vita di amore incondizionato verso i poveri e i vulnerabili. Il suo lascito resta un esempio vivente della spiritualità vincenziana, che sottolinea la carità attiva e il servizio ai poveri. La sua appartenenza alla Società di San Vincenzo de’ Paoli fu fondamentale nello sviluppo della sua spiritualità e della sua missione di vita.

 

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