Giustino de Jacobis divenne Abuna Jacob per le popolazioni etiopi. E quando Paolo VI lo proclamò santo nel 1975, l’episcopato di quel Paese lo definì «il padre della Chiesa d’Etiopia». San Giustino de Jacobis nasce in San Fele (Potenza) il 9 ottobre 1800 da Giovanni Battista e Giuseppina Muccia. Intorno al 1812, la famiglia, forse per motivi economici, si trasferisce a Napoli.
Nel 1818, il padre carmelitano Mariano Cacace, intuita la vocazione del giovane, lo indirizza verso la comunità dei missionari vincenziani; proseguendo i suoi studi, Giustino de Jacobis si sposta in Puglia e proprio in questa terra, il 18 giugno 1824, a Brindisi, nella cattedrale, è ordinato sacerdote dall’arcivescovo Giuseppe Maria Tedeschi (1819 – 1825). Nella stessa Puglia il de Jacobis trascorre i suoi primi anni di sacerdozio e tra il 1824 ed il 1836 è a Monopoli e Lecce. Nel 1836 rientra a Napoli dove imperversa un’epidemia di colera; il sacerdote sanfelese ha modo allora di dimostrare il suo spirito di dedizione verso i tantissimi malati che i vincenziani curano. In coincidenza della processione dell’Immacolata, l’epidemia è completamente sconfitta; a Napoli, nella chiesa di San Nicola, si conserva tuttora la statua della Vergine che anche Giustino de Jacobis trasportò a spalla.
Nel 1838, il padre vincenziano Giuseppe Sapeto avvia una missione ad Adua che viene rafforzata con l’arrivo, il 13 ottobre 1839, su sollecitazione di Propaganda Fide, di Giustino de Jacobis, allora superiore alla napoletana casa dei Vergini, che assume la responsabilità della regione del Tigrè erigendosi così la prima vera missione col titolo di vicariato d’Abissinia. Nel 1841 è affiancato da due confratelli italiani: padre Lorenzo Bianchieri e Giuseppe Abbatini. Altri risultati della missione giungeranno più avanti con la conversione al cattolicesimo del monaco etiopico Gebre Mikael e circa 5.000 indigeni Si fondano altri centri missionari a Gondar, Enticciò, Guala, con annesso seminario da cui nel 1852 usciranno 15 sacerdoti, Alitiena, Halai, Hebo, Cheren. Tra tutti i luoghi attraversati, nella vita missionaria di Giustino de Jacobis, ricopre una notevole importanza la città di Hebo dove le sue spoglie sono conservate e venerate.
Il vescovo cappuccino mons. Guglielmo Massaia lo consacra vescovo titolare di Nilopoli l’8 gennaio 1849. Col martirio del primo sacerdote indigeno, l’abba Gebre Mikael, nel 1855, l’esilio del de Jacobis e la sua morte il 31 luglio 1860, ad Eidale, nella valle Alighedé, lungo il sentiero che da Massaua porta all’altopiano, in seguito alla persecuzione del negus Teodoro II (1855 – 68), si chiude questa prima esperienza missionaria.
Il 25 luglio 1939 Giustino de Jacobis è beatificato e nel 1975, in coincidenza con l’anno santo, proclamato santo.
Sto preparando una pubblicazione fotografica di circa 800 foto scattate da mio padre nel 1935/36 in Eritrea, tra cui c’è la chiesa ad Hebò con la lapide tombale di Mons. de Jacobis. Purtroppo non si legge per intero, alcune parole sono coperte dalle colonne. Chiedo gentilmente, se qualcuno fosse in possesso o conoscenza della scritta integrale di farmela pervenire. Capisco che questo non è un commento ma solo una richiesta di aiuto
Qualsiasi sia la risposta ringrazio anticipatamente
Patrizia Gnerucci – Cortona-AR