Commento al Vangelo della XXXII domenica del tempo ordinario (Anno A) – P. Erminio Antonello CM

da | Nov 10, 2017 | Per la meditazione, Uncategorized | 0 commenti

Che ne sarà del nostro futuro?

PRIMA LETTURA (Sap 6,12-16)

Dal libro della Sapienza

La sapienza è splendida e non sfiorisce,
facilmente si lascia vedere da coloro che la amano
e si lascia trovare da quelli che la cercano.
Nel farsi conoscere previene coloro che la desiderano.
Chi si alza di buon mattino per cercarla non si affaticherà,
la troverà seduta alla sua porta.
Riflettere su di lei, infatti, è intelligenza perfetta,
chi veglia a causa sua sarà presto senza affanni;
poiché lei stessa va in cerca di quelli che sono degni di lei,
appare loro benevola per le strade
e in ogni progetto va loro incontro.
Parola di Dio

SALMO RESPONSORIALE (Sal 62)
Rit: Ha sete di te, Signore, l’anima mia.

O Dio, tu sei il mio Dio,
dall’aurora io ti cerco,
ha sete di te l’anima mia,
desidera te la mia carne
in terra arida, assetata, senz’acqua.

Così nel santuario ti ho contemplato,
guardando la tua potenza e la tua gloria.
Poiché il tuo amore vale più della vita,
le mie labbra canteranno la tua lode.

Così ti benedirò per tutta la vita:
nel tuo nome alzerò le mie mani.
Come saziato dai cibi migliori,
con labbra gioiose ti loderà la mia bocca.

Quando nel mio letto di te mi ricordo
e penso a te nelle veglie notturne,
a te che sei stato il mio aiuto,
esulto di gioia all’ombra delle tue ali.

SECONDA LETTURA (1Ts 4,13-18)
Dio, per mezzo di Gesù, radunerà con lui coloro che sono morti.

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Tessalonicési

Non vogliamo, fratelli, lasciarvi nell’ignoranza a proposito di quelli che sono morti, perché non siate tristi come gli altri che non hanno speranza. Se infatti crediamo che Gesù è morto e risorto, così anche Dio, per mezzo di Gesù, radunerà con lui coloro che sono morti.
Sulla parola del Signore infatti vi diciamo questo: noi, che viviamo e che saremo ancora in vita alla venuta del Signore, non avremo alcuna precedenza su quelli che sono morti. Perché il Signore stesso, a un ordine, alla voce dell’arcangelo e al suono della tromba di Dio, discenderà dal cielo. E prima risorgeranno i morti in Cristo; quindi noi, che viviamo e che saremo ancora in vita, verremo rapiti insieme con loro nelle nubi, per andare incontro al Signore in alto, e così per sempre saremo con il Signore.
Confortatevi dunque a vicenda con queste parole.
Parola di Dio.

Canto al Vangelo (Mt 24,42.44)
Alleluia, alleluia.
Vegliate e tenetevi pronti,
perché, nell’ora che non immaginate,
viene il Figlio dell’uomo.
Alleluia.

VANGELO (Mt 25,1-13)
Ecco lo sposo! Andategli incontro!

+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola:
«Il regno dei cieli sarà simile a dieci vergini che presero le loro lampade e uscirono incontro allo sposo. Cinque di esse erano stolte e cinque sagge; le stolte presero le loro lampade, ma non presero con sé l’olio; le sagge invece, insieme alle loro lampade, presero anche l’olio in piccoli vasi. Poiché lo sposo tardava, si assopirono tutte e si addormentarono.
A mezzanotte si alzò un grido: “Ecco lo sposo! Andategli incontro!”. Allora tutte quelle vergini si destarono e prepararono le loro lampade. Le stolte dissero alle sagge: “Dateci un po’ del vostro olio, perché le nostre lampade si spengono”. Le sagge risposero: “No, perché non venga a mancare a noi e a voi; andate piuttosto dai venditori e compratevene”.
Ora, mentre quelle andavano a comprare l’olio, arrivò lo sposo e le vergini che erano pronte entrarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusa. Più tardi arrivarono anche le altre vergini e incominciarono a dire: “Signore, signore, aprici!”. Ma egli rispose: “In verità io vi dico: non vi conosco”.
Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l’ora».
Parola del Signore

Commento

Nelle letture di questa domenica aleggia la domanda: che ne sarà della nostra esistenza? Siamo votati alla morte? E’ questa la nostra destinazione ultima? La visione materialista, sposata anche dalla corrente dei Sadducei in diatriba con Gesù, si autolimita a quello che esperimenta empiricamente, e cede a questa china del fallimento della vita umana. Ma la Parola di Dio vi reagisce e allarga l’orizzonte di comprensione: non può essere così, perché tutto ciò che è nato dal nulla è nelle mani amorose di un Dio Creatore e Padre: “Dio non è Dio dei morti, ma dei vivi, perché tutti vivono in forza di Lui”.

Dio Padre, generando nell’amore, non può volere la morte per la sua creatura. Questo è il punto da trattenere cui san Paolo accenna: “Dio, Padre nostro, ci ha amati!”. Nell’amore la morte è vinta. Ciò che nasce dall’amore esiste per sempre, in particolare quando questo amore è l’Amore di Dio. Anche se noi navighiamo nella finitudine. Dio infatti, creandoci, non sopprime in noi il limite creaturale, ma lo allarga attraverso una nascita continua. L’essere umano porta in sé questa caratteristica: non è eterno, ma può nascere a se stesso in maniera da non cessare mai. E’ il grande dispositivo con cui Dio Creatore salvaguarda sia la nostra finitezza creaturale sia la dimensione eterna della nostra vita.

La garanzia di questa speranza è riposta nella morte e risurrezione del Figlio di Dio. Gesù penetra nell’abisso della morte e lì, in forza dell’amore che lo lega al Padre, scioglie con la luce della risurrezione l’oscurità della morte. E coloro che sono legati a Cristo con Lui diventano “figli della risurrezione, che non possono più morire”.Questa “è la consolazione eterna e la buona speranza, che conforta i nostri cuori”, rendendoci fermi e saldi nell’agire con giustizia e nel proferire parole di bene.

Quando la vita presente è tutta protesa alla risurrezione illumina e scioglie ogni fatica della vita. Da credenti la paura della morte, man mano che cresce la fede, tende a scomparire, poiché “l’essere in Cristo” è l’affezione profonda che fa vivere e spezza “il pungiglione della morte”.

Tags: anno a

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