Lettera del Superiore Generale in occasione della festa di San Vincenzo de’ Paoli

da | Set 24, 2017 | Formazione vincenziana, Per la meditazione, Uncategorized | 0 commenti

Come è consuetudine in questo periodo, il Superiore Generale della Congregazione della Missione e delle Figlie della Carità invia una riflessione a tutta la Famiglia Vincenziana in occasione della festa di San Vincenzo de’ Paoli il 27 settembre:

Roma, 20 settembre 2017

A tutti i membri della Famiglia Vincenziana

Lettera circolare per la festa di San Vincenzo de Paoli

«VERSO UNA CULTURA RINNOVATA DELLE VOCAZIONI ALLA VITA CONSACRATA»

Care Sorelle e fratelli,

La grazia e la pace di Gesù siano sempre con noi!

In questo anno giubilare del 400° anniversario del carisma vincenziano, abbiamo tanti motivi per rendere grazie al Signore!

Una cosa per cui dobbiamo ringraziare Gesù è il dono di migliaia e migliaia di membri dei vari rami della Famiglia vincenziana che, lungo i 400 anni di storia, hanno mantenuto vivo il carisma fino ai giorni nostri. Per grazia di Dio, essi ce l’hanno trasmesso di generazione in generazione. Migliaia di loro hanno raggiunto lo stato di santità, tra cui alcuni sono riconosciuti ufficialmente dalla Chiesa come beati o santi. Essi ora sono in Paradiso da dove intercedono per noi e ci accompagnano sul nostro cammino di vita, nel nostro pellegrinaggio verso un’unione totale e eterna con Dio.

Affrontando la pastorale della promozione delle vocazioni alla vita consacrata nella Famiglia vincenziana e pensando al suo futuro, e a quello del carisma vincenziano in quanto tale, la profondità del nostro impegno personale, del nostro zelo e della nostra convinzione è di massima importanza. Che uno dei frutti concreti dell’anno giubilare del 400° anniversario del nostro carisma sia «una cultura rinnovata delle vocazioni alla vita consacrata». Con cultura delle vocazioni alla vita consacrata, intendo un ambiente in cui le vocazioni alla vita consacrata crescano naturalmente, in cui la risposta all’invito di Gesù, «seguimi», sia accettata e non considerata una scelta di vita strana o riprovevole. Vogliamo creare un ambiente in cui è «normale» e non «anormale», per qualsiasi giovane uomo o donna, decidere di seguire Gesù, nel nostro caso preciso, sui passi di San Vincenzo di Paoli in uno dei rami della vita consacrata all’interno della Famiglia vincenziana.

Quando parlo di una cultura rinnovata delle vocazioni alla vita consacrata in generale, sono molto cosciente che, in numerose regioni del mondo una tale cultura delle vocazioni è già presente. Tuttavia, in altri luoghi, la società non è affatto favorevole alla promozione di una cultura delle vocazioni alla vita consacrata; ella vi si oppone spesso, utilizzando diversi mezzi per compromettere un tale ambiente.

Nella mia lettera del 25 gennaio 2017, all’inizio del 400 ° anniversario del carisma vincenziano, ho invitato tutti i membri della Famiglia vincenziana ad un’azione molto concreta; vale a dire che ogni membro deve portare un nuovo aspirante ad uno dei rami della Famiglia vincenziana. Poco più della metà dell’anno è trascorso e, mentre celebriamo la solennità del nostro Fondatore, ognuno di noi può rispondere personalmente alle seguenti domande:

  • Come ho risposto finora a questo invito?
  • In che misura mi sono impegnato nella prima metà dell’anno giubilare in questo ambito?
  • Ho incoraggiato qualcuno ad impegnarsi in uno dei rami della Famiglia vincenziana, in una delle Congregazioni femminili o maschili della vita consacrata oppure in uno dei rami laici?

Entrando nella seconda metà dell’anno giubilare, rinnovo con fervore questo invito a tutti i membri della Famiglia vincenziana, questa volta rivolto concretamente alla vita consacrata, invito a fare ogni sforzo possibile per aiutare i giovani a rispondere alla chiamata di Gesù. Vorrei sottolineare precisamente questo obiettivo nel momento in cui celebriamo la solennità di San Vincenzo de Paoli, in questo 400° anniversario del carisma vincenziano. Chiedo ad ogni membro della Famiglia di essere aperto e di fare tutto il possibile per incoraggiare un giovane, che vi sembra chiamato da Gesù alla vita consacrata, al discernimento attraverso la preghiera, la relazione personale e l’accompagnamento, secondo le proprie possibilità.

Numerose persone nella Famiglia vincenziana lavorano instancabilmente al servizio della promozione delle vocazioni ed io sono convinto che, durante questo anno del giubileo, abbiamo già visto o vedremo i frutti concreti di nuovi aspiranti che abbracciano la vita consacrata, in particolare in una delle Congregazioni della Famiglia vincenziana. Per questo, vi ringrazio dal profondo del mio cuore! San Vincenzo stesso sarebbe di questo parere:

«Ringrazio Dio per le straordinarie devozioni che lei si è proposto di fare per chiedere a Dio, per intercessione di san Giuseppe, la propagazione della Compagnia. Prego la divina Bontà di accettarle. Per più di vent’anni non ho osato fare questa richiesta a Dio, perché pensavo che, essendo la Compagnia opera sua, bisognava lasciare solo alla sua Provvidenza la cura della sua conservazione e del suo accrescimento; ma, a forza di riflettere sulla raccomandazione, che ci viene fatta nel Vangelo, di chiedere a Dio di inviare operai alla sua messe (Cf. Luca 10,2), mi sono convinto dell’utilità e dell’importanza di questa devozione». (SV, Lettera 1956 a Stefano Blatrion, Superiore a Genova, del 12 novembre 1655, in Opere, n.ed it, V, p. 359)

Per rinnovare la cultura delle vocazioni alla vita consacrata, vorrei richiamare la vostra attenzione ai seguenti tre gruppi:

• I membri della vita consacrata nella Famiglia vincenziana

Notando questo punto, sono molto cosciente che non sto dicendo nulla di nuovo. Il tema della vita consacrata è stato trattato molto e sottolineato lungo tutta la storia della Chiesa. Vorrei perciò aggiungere semplicemente la mia voce e, allo stesso tempo, lanciare un nuovo appello a tutti i membri delle Congregazioni della vita consacrata nella Famiglia vincenziana a lavorare instancabilmente al rinnovamento di una cultura delle vocazioni alla vita consacrata.

Come membri di un ramo della vita consacrata nella Famiglia vincenziana, la nostra priorità dev’essere quella di assumere la responsabilità della pastorale vocazionale e di continuare a costruire una cultura delle vocazioni alla vita consacrata. Per ogni sorella, fratello, sacerdote, diacono, seminarista e novizio, questo dovrebbe essere un segno visibile ed essenziale dell’amore per il carisma che abbiamo ereditato, per la Congregazione di cui siamo membri, per la Chiesa, per il Regno.

· I membri dei rami laici della Famiglia vincenziana

Alcuni mesi fa sono stato contattato da un responsabile internazionale di un ramo laico della Famiglia vincenziana che ha fatto la proposta di incoraggiare tutti i rami laici della Famiglia vincenziana a partecipare attivamente o a continuare a partecipare alla promozione della cultura delle vocazioni alla vita consacrata nelle Congregazioni della Famiglia vincenziana. Questo membro laico ha parlato di questa iniziativa in questi termini: «Voi, sorelle, fratelli e preti della Famiglia vincenziana, avete fatto e continuate a fare tanto per i laici. Ci piacerebbe fare qualcosa per voi in cambio». Quale meraviglioso incoraggiamento, sostegno e iniziativa da parte di un membro laico della Famiglia vincenziana!

Vorrei invitare e incoraggiare singolarmente ogni membro di un ramo laico della Famiglia vincenziana a continuare o ad impegnarsi attivamente allo sviluppo di una cultura delle vocazioni alla vita consacrata e di partecipare personalmente alla pastorale vocazionale, più particolarmente per le diverse Congregazioni della Famiglia vincenziana. Si tratterà di un segno chiaro che la realizzazione di una cultura delle vocazioni alla vita consacrata non è riservata esclusivamente alle sole persone impegnate nella vita consacrata – sorelle, fratelli, preti, diaconi, seminaristi e novizi – ma che tutti i fedeli della Chiesa, tutti i membri della Famiglia vincenziana, i laici come i consacrati ne sono responsabili.

L’approccio, le modalità di partecipazione, possono essere diversi da un ramo all’altro, ma lo scopo rimane lo stesso: noi, Famiglia vincenziana, partecipiamo tutti alla realizzazione di una cultura delle vocazioni alla vita consacrata. Come può un ramo laico partecipare concretamente a questo compito?

  • Pregare regolarmente, individualmente o in gruppo, per ottenere nuove vocazioni alla vita
  • Essere attenti ai segni che indicano che Gesù forse chiama un giovane o una giovane a seguirlo come suora, fratello o prete e incoraggiarlo in questa
  • Presentare questa opzione, parlando con i giovani della vita consacrata come una scelta molto concreta. Quando parliamo del matrimonio, dobbiamo anche parlare della vita consacrata, in modo che la considerino una scelta molto normale, una chiamata e una risposta normale ad un impegno di

Quest’anno del giubileo è un’ottima occasione per continuare o iniziare ad incoraggiare iniziative rinnovate o nuove. I rami laici della Famiglia vincenziana possono creare insieme un ambiente, una cultura che sarà ricettiva alla chiamata alla vita consacrata come risposta normale per realizzare la missione affidata. I rami laici seguono lo stesso carisma e la stessa spiritualità. Essi sono un ambiente naturale dove nascono nuove vocazioni alla vita consacrata.

• Le persone al di fuori della Famiglia vincenziana

La cultura delle vocazioni alla vita consacrata non è limitata solo alla Famiglia vincenziana, ma dev’essere seguita, rinnovata o intrapresa nella società intera per renderla una scelta normale e logica, tra le altre scelte, in risposta all’invito a seguire Gesù nella sua missione. A livello della Congregazione, uno dei modi in cui cerchiamo di impegnarci e di partecipare al rinnovamento della cultura delle vocazioni alla vita consacrata è sviluppare i media digitali e sociali, di realizzare delle iniziative e degli approcci nuovi o rinnovati per far passare il messaggio ad un pubblico più vasto possibile.

Mentre ci prepariamo a celebrare la solennità di San Vincenzo de Paoli in questo anno del 400° anniversario del carisma vincenziano, continuiamo ad impegnarci, a re-impegnarci o cominciamo ad impegnarci a realizzare la cultura delle vocazioni alla vita consacrata in tutti i nostri luoghi di servizio. Noi contiamo sulle nostre capacità, ma sempre con un impegno totale e un fuoco interiore, affinché il nostro amore per il servizio pastorale per la promozione di nuove vocazioni possa essere sempre «affettivo ed effettivo».

Ringraziamo Dio per tutte le vocazioni alla vita consacrata che riceviamo dalle mani misericordiose di Gesù, perché, in fin dei conti, è la sua misericordia nei confronti delle varie Congregazioni di vita consacrata nella Famiglia vincenziana che rende possibile questo miracolo! Come l’ha ricordato San Vincenzo:

Abbia molta stima per l’onore che le ha fatto di sceglierla tra mille per versare la sua bontà su di lei e, attraverso di lei, sulle sue membra afflitte; e lo ringrazi spesso con umile riconoscenza, che prego la divina Bontà di donarle, perché una volta che l’avrà bene impressa nell’anima, essa accrescerà in lei il desiderio di piacere unicamente a Dio e la premura di offrirgli tutte le sue azioni. (SV, Lettera 2068 a Suor Francesca Ménage à Nantes, 17 maggio 1656, in Opere, n.ed it, V, p. 478-479)

Che la Madonna della Medaglia Miracolosa, San Vincenzo de Paoli e tutti i Beati e Santi della Famiglia vincenziana intercedano per noi in questa iniziativa. Vi auguro una bellissima festa! Continuiamo a pregare gli uni per gli altri!

Vostro fratello in San Vincenzo,

Tomaž Mavrič, CM Superiore generale

 

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