Ventunesima domenica del Tempo Ordinario A – di p. Giorgio Bontempi

da | Ago 26, 2017 | La Parola per la Chiesa | 0 commenti

Isaia 22,19-23
Salmo 137
Romani 11,33-36
Matteo 16,13-20

Lectio

L’autore del brano evangelico sottolinea quale fosse l’opinione del popolo ebraico su Gesù e lo confronta con la certezza della comunità cristiana, che riconosce in lui il Messia e il Figlio del Dio vivente: il Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe.
Nel vangelo, quando parla Pietro si deve intendere come: parla la Chiesa, la comunità cristiana. La roccia non è Pietro, infatti questi rinnegherà Gesù per paura durante la passione, ma la roccia è Cristo. Così quando la comunità cristiana compirà la volontà di Dio, agirà in nome di Dio, nel legare e nello sciogliere. Infatti non è Dio che è condizionato dalla Chiesa, ma viceversa.
Nel brano del profeta Isaia si nota come già gli antichi profeti avevano preannunciato una figura di Messia che aveva le caratteristiche di Gesù di Nazareth.

Meditatio

Per la Chiesa è fondamentale compiere la volontà del Padre, altrimenti si riduce ad un’organizzazione di culto fuori dal tempo.
Compiere la volontà del Padre è allo stesso tempo semplice ed arduo. Semplice, perché basta ricordare ed attuare il dato evangelico: in ogni fratello c’è il Signore Risorto, per cui il bene fatto agli altri e fatto al Signore. Cioè, la ragione ultima perché io tratto bene gli altri è perché in ogni persona, che resta con i propri limiti e difetti, c’è il Risorto.
Questo non significa dire sempre di sì, perché aiutare il prossimo implica dire a questi la verità, anche se può far male. I cristiani non sono persone deboli o buoniste. Sono persone che sanno per esperienza, che la vita non è tolta, ma trasformata.
Questa esperienza porta all’esperienza della fede, che fa parte delle esperienze fondamentali della vita, che non si possono raccontare se non a chi le ha vissute esempio: essere padre, essere madre, essere nonno, essere nonna, essere innamorati.
È l’esperienza della fede che fa emergere un cristiano dallo stagno. È l’esperienza della fede che dà a lui il coraggio di rischiare nel costruire un chiesa viva secondo quanto il Concilio Vaticano II ha enunciato.
È l’esperienza della fede che dà al cristiano la forza di resistere alla critica, alla menzogna, alla distruzione della Chiesa che avviene al suo interno. L’esperienza della fede non fa cadere il cristiano sotto il peso dello scandalo ma, come Gesù rimane sulla croce, perché ha incontrato il Risorto.
Il cristiano che ha fatto l’esperienza della fede,  è fondato sulla roccia che è Cristo. Auguro a tutti voi di aver fatto l’esperienza della fede e di avere il coraggio di opporvi al male che è nel cuore nostro e di tutti.
Buona domenica.

Prima lettura
Is 22,19-23

Dal libro del profeta Isaìa
Così dice il Signore a Sebna, maggiordomo del palazzo:
«Ti toglierò la carica,
ti rovescerò dal tuo posto.
In quel giorno avverrà
che io chiamerò il mio servo Eliakìm, figlio di Chelkìa;
lo rivestirò con la tua tunica,
lo cingerò della tua cintura
e metterò il tuo potere nelle sue mani.
Sarà un padre per gli abitanti di Gerusalemme
e per il casato di Giuda.
Gli porrò sulla spalla la chiave della casa di Davide:
se egli apre, nessuno chiuderà;
se egli chiude, nessuno potrà aprire.
Lo conficcherò come un piolo in luogo solido
e sarà un trono di gloria per la casa di suo padre».

Salmo responsoriale
Sal 137

 R.: Signore, il tuo amore è per sempre.

Ti rendo grazie, Signore, con tutto il cuore:
hai ascoltato le parole della mia bocca.
Non agli dèi, ma a te voglio cantare,
mi prostro verso il tuo tempio santo.

Rendo grazie al tuo nome per il tuo amore e la tua fedeltà:
hai reso la tua promessa più grande del tuo nome.
Nel giorno in cui ti ho invocato, mi hai risposto,
hai accresciuto in me la forza.

Perché eccelso è il Signore, ma guarda verso l’umile;
il superbo invece lo riconosce da lontano.
Signore, il tuo amore è per sempre:
non abbandonare l’opera delle tue mani.

Seconda lettura
Rm 11,33-36

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani
O profondità della ricchezza, della sapienza e della conoscenza di Dio! Quanto insondabili sono i suoi giudizi e inaccessibili le sue vie!
Infatti,
chi mai ha conosciuto il pensiero del Signore?
O chi mai è stato suo consigliere?
O chi gli ha dato qualcosa per primo
tanto da riceverne il contraccambio?
Poiché da lui, per mezzo di lui e per lui sono tutte le cose. A lui la gloria nei secoli. Amen.

Vangelo
Mt 16,13-20

Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù, giunto nella regione di Cesarea di Filippo, domandò ai suoi discepoli: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo?». Risposero: «Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elia, altri Geremia o qualcuno dei profeti».
Disse loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente».
E Gesù gli disse: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli».
Allora ordinò ai discepoli di non dire ad alcuno che egli era il Cristo.

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