Epifania del Signore Solennità Di p. Giorgio Bontempi c.m.

da | Gen 7, 2016 | La Parola per la Chiesa | 0 commenti

Isaia 60,1-6;
Salmo 71;
Efesini 3,2-3.5-6;
Matteo 2,1-12

Lectio

Il profeta Isaia immagina il trionfo di Gerusalemme, la città di Dio, nel momento della venuta del Messia. Questa diventerà il centro del mondo, in essa si manifesterà la gloria di Dio.
Purtroppo, per la città santa, tutto questo non è accaduto, perché i suoi abitanti non hanno riconosciuto in Gesù di Nazareth il messia atteso, perché non corrispondeva alle loro aspettative: lo hanno rifiutato e ucciso.
Gesù, infatti, delude profondamente le aspettative del popolo d’Israele, specialmente quelle dei suoi capi.
L’autore del vangelo di Matteo costruisce il brano che sarà proclamato nella liturgia eucaristica di questa solennità, attorno ad una profezia di Michea ([…] e tu Betlemme non sarai più…), questo non per affermare che Gesù è nato a Betlemme, perché egli nacque a Nazareth, ma per sostenere che, tutto quello che ha riguardato la vicenda di Gesù era già stato scritto dai profeti, per questo egli era il messia, per questo egli era colui che ha portato a compimento la volontà di Yhavè.
Ora gli ultimi in Israele ed i popoli pagani, raffigurati dai Magi, hanno accolto il vangelo e hanno costituito il nuovo popolo di Dio: la comunità cristiana (la Chiesa), scaturito dalla morte e risurrezione di Cristo che si è manifestato (epifania, dal greco, = manifestazione) a tutti i popoli. Gesù è venuto per mostrarci l’amore del Padre verso tutti i popoli della terra.

Meditatio

Fino agli anni ’90 del secolo scorso, affermare che Dio era il Dio di tutti i popoli non costituiva un problema, perché il mondo ricco occidentale, se ne stava tranquillo. Il terzo mondo era lontano, ci pensavano i missionari a cui si offrivano le briciole che cadevano dai tavoli dello sfruttamento occidentale; i paesi comunisti vivevano nella povertà e nella tristezza, ma la gente non poteva uscire dal ghetto e quindi non c’erano problemi.

Oggi è cambiato totalmente quello scenario: il muro di Berlino è caduto e, di conseguenza, si è sfarinato il comunismo. Molta gente dai paesi dell’est europeo si è catapultata in occidente. Ricordo i primi albanesi affamati che vennero a Verona nella nostra Casa di Carità, e poi l’arrivo delle persone dall’Africa settentrionale, ricordo la cura e l’attenzione che ebbero, secondo lo spirito di san Vincenzo, grandi figure di volontarie vincenziane di allora: in primis Maria Clementi Trabucchi, Anny Simeoni (tutte e due in paradiso) Anna Manzini, Bona Clementi, Itala Pasqualini e la Figlia della Carità suor Luciana Valtorta……ho molta nostalgia di quegli anni, ormai spariti anche nello spirito vincenziano.

Ebbene il giocattolo si ruppe e non è ancora stato aggiustato. Quella parte considerevole del mondo che l’occidente ha sfruttato per secoli, oggi bussa alle nostre porte.
Certo se ai primi del ‘900 gli industriali cattolici non avessero fatto orecchie da mercante, continuando a fruttare gli operai e non dando ascolto all’enciclica, dell’allora papa Leone XIII, non ci sarebbe stato il comunismo, che entrando tra i poveri, che i ricchi tra i cattolici, avevano condannato allo sfruttamento, se ne è fatto paladino ed il risultati poi si sono visti….
Così anche nel terzo mondo si mise in atto un sistema di disuguaglianze economiche e sociali da mettere i brividi: prima il colonialismo e poi l’abbandono di questi paesi a se stessi, mettendoli in balia di dittatori, spesso al servizio del potere occidentale che, in cambio delle materie prime a poco prezzo, vendevano loro armi.
Questo non l’ho mai sentito dire, neppure per scherzo, da quei politici che, cavalcando sistematicamente il disagio della gente – fecero così anche Hitler, Stalin e Mussolini – vogliono buttar fuori i poveri dal nostro Paese in nome dell’ordine, della cultura e – purtroppo anche della religione – se invece di seminare odio, come fecero già i grandi dittatori che ho citato in precedenza, ci aiutino a risolvere la situazione a livello internazionale. Infatti basterebbe che l’occidente offrisse ai missionari cristiani i finanziamenti per sollevare dalla miseria il terzo mondo e le cose si risolverebbero, ma ci se ne guarda bene dal farlo! Comunque il gioco è finito e, se non si mette mano seriamente al problema della povertà, non credo che il nostro mondo potrà continuare a vivere nella ricchezza.
Ecco perché il nostro Dio è il Dio di tutti e, se non seguiamo il vangelo, si potrà soltanto finire in rovina. Perché è solo seguendo il vangelo che il mondo potrà vivere una vita veramente umana.

Buona solennità dell’Epifania.

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