Quarta domenica di Avvento C Di p. Giorgio Bontempi c.m.

da | Dic 19, 2015 | La Parola per la Chiesa | 0 commenti

Lectio

Maria di Nazareth è modello dell’uomo nuovo che, seguendo la volontà del Padre, si reca a soccorrere il prossimo che ha bisogno: Elisabetta.
Si noti come Maria va in fretta. Infatti chi ha fatto l’esperienza di Dio, una vera esperienza di Dio, corre ad aiutare il suo prossimo, specialmente se questi, come Elisabetta, è considerato l’ultimo in Israele, perché fino a ieri considerato maledetto per la propria sterilità, considerata dagli ebrei del tempo un castigo di Dio per un peccato commesso.
Elisabetta, colei che era detta sterile, riconosce il Messia veniente nel grembo di Maria. Invece: scribi, farisei, dottori della legge e sacerdoti del tempio di Gerusalemme, che avrebbero dovuto essere coloro che erano i pronti ad accogliere il messia, non solo lo rifiuteranno, ma lo crocifiggeranno, perché non rispettava i canoni che loro avevano prefissato da tempo. Dio, secondo loro avrebbe dovuto adeguarsi ai loro progetti.
Eppure Gesù di Nazareth è colui che adempirà il messaggio degli antichi profeti, per dire questo, gli autori dei vangeli dell’infanzia di Gesù, lo fanno nascere a Betlemme. Infatti, specialmente l’autore del vangelo di Matteo usa un metodo particolare per dimostrare che Gesù adempì il messaggio profetico: attorno ad un’antica profezia, costruisce un evento e, al termine, scrive: perché così è stato scritto dal profeta…è chiaro che Matteo non vuole raccontarci un fatto, ma lasciarci un messaggio profondo. I vangeli non intendono narrarci come è nato Gesù, bensì chi era colui che è nato.
Gesù nacque a Nazareth e visse trent’anni come una persona qualunque, all’interno di una famiglia qualsiasi. Altrimenti gli autori degli scritti del Nuovo Testamento ci avrebbero tramandato una documentazione completamente diversa da quella che possediamo.
Gesù volle condividere con noi la natura umana: gioie e dolori della vita quotidiana dell’uomo comune, per farci comprendere il grande amore del Padre.

Meditatio

Nel momento storico che stiamo vivendo, almeno nell’occidente, si assiste a vari tipi  di conversioni, anche nella chiesa cattolica. Ma la conversione vera è quella in cui una persona ha imparato a lavorare nella chiesa, per far conoscere la volontà del Padre: quella del suo amore universale per l’umanità.
Una vera conversione è quando una persona si spende affinché il suo prossimo stia bene: non soffra materialmente e spiritualmente.
Una vera conversione è quando una persona si spende specialmente per gli ultimi, da cui non può pensare di essere ricambiata.
Una vera conversione è quando una persona si spende specialmente per gli ultimi, da cui non può pensare di essere ricambiata e tutto questo è compiuto nel silenzio, perché colui che lo compie sa di essere il famoso manovale nel cantiere dello Spirito Santo per questo è lui il primo a meravigliarsi della grandezza delle opere compiute da Dio.

Buona domenica.

Prima lettura

Mi 5,1-4

Dal libro del profeta Michèa

Così dice il Signore:
«E tu, Betlemme di Èfrata,
così piccola per essere fra i villaggi di Giuda,
da te uscirà per me
colui che deve essere il dominatore in Israele;
le sue origini sono dall’antichità,
dai giorni più remoti.
Perciò Dio li metterà in potere altrui,
fino a quando partorirà colei che deve partorire;
e il resto dei tuoi fratelli ritornerà ai figli d’Israele.
Egli si leverà e pascerà con la forza del Signore,
con la maestà del nome del Signore, suo Dio.
Abiteranno sicuri, perché egli allora sarà grande
fino agli estremi confini della terra.
Egli stesso sarà la pace!».

Salmo responsoriale

Sal 79

R.: Signore, fa’ splendere il tuo volto e noi saremo salvi.

Tu, pastore d’Israele, ascolta,
seduto sui cherubini, risplendi.
Risveglia la tua potenza
e vieni a salvarci.

Dio degli eserciti, ritorna!
Guarda dal cielo e vedi
e visita questa vigna,
proteggi quello che la tua destra ha piantato,
il figlio dell’uomo che per te hai reso forte.

Sia la tua mano sull’uomo della tua destra,
sul figlio dell’uomo che per te hai reso forte.
Da te mai più ci allontaneremo,
facci rivivere e noi invocheremo il tuo nome.

Seconda lettura

Eb 10,5-10

Dalla lettera agli Ebrei

Fratelli, entrando nel mondo, Cristo dice:
«Tu non hai voluto né sacrificio né offerta,
un corpo invece mi hai preparato.
Non hai gradito
né olocausti né sacrifici per il peccato.
Allora ho detto: “Ecco, io vengo
– poiché di me sta scritto nel rotolo del libro –
per fare, o Dio, la tua volontà”».
Dopo aver detto: «Tu non hai voluto e non hai gradito né sacrifici né offerte, né olocausti né sacrifici per il peccato», cose che vengono offerte secondo la Legge, soggiunge: «Ecco, io vengo per fare la tua volontà». Così egli abolisce il primo sacrificio per costituire quello nuovo. Mediante quella volontà siamo stati santificati per mezzo dell’offerta del corpo di Gesù Cristo, una volta per sempre.

Vangelo

Lc 1,39-45

Dal Vangelo secondo Luca

In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda.
Entrata nella casa di Zaccarìa, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto».

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