Natale del Signore Solennità Di p. Giorgio Bontempi c.m.

da | Dic 23, 2015 | La Parola per la Chiesa | 0 commenti

Lectio e Meditatio per il Rito Ambrosiano e per il Rito Romano

I vangeli che narrano l’infanzia di Gesù, non sono storia bensì teologia. Che cosa significa? Significa che non intendono narrare come Gesù è nato, ma qualcosa di più importante per i primi destinatari, le comunità cristiane che vissero tre il 75 e l’85, dopo la morte e risurrezione del Signore: chi è colui che è nato.
Questo era fondamentale, perché gli autori dei vangeli di Luca e Matteo hanno inteso dimostrare che Gesù di Nazareth e non un’altra persona, era il Messia atteso, che Gesù di Nazareth e non un’altra persona, era il figlio del Dio dei padri: Abramo, Isacco e Giacobbe.
Infatti gli autori evangelici sottolineano come Gesù, sia stato scartato dalla nascita: egli nacque a Nazareth, il paese che godeva la peggior fama tra i paesi d’Israele si diceva: da Nazareth non verrà nulla di buono. Questo lo si descrive con il rifiuto che Maria e Giuseppe debbono subire da parte degli albergatori di Betlemme, che li costrinsero a trovare rifugio in una stalla fuori della città. Gesù nasce fuori della città e muore fuori della città, come gli antichi profeti. Questo era il modo di scrivere del tempo per affermare che Gesù di Nazareth fu l’unico ad adempiere le profezie e quindi era il Messia atteso.

Gesù nasce in una grotta, luogo in cui i pastori usano far pernottare il gregge, ma i pastori, a causa del loro lavoro: avevano a che fare con gli animali erano considerati impuri, per questo erano tenuti ai margini del popolo di Dio e…….Gesù nacque tra di loro!

Inoltre i capi del popolo ebraico ritenevano coloro che non erano ebrei una razza umana secondaria. Ecco: Gesù accoglie i Magi, che non appartenevano al popolo di Dio, ma alla razza secondaria…..!! Questa è la visione teologica tramandataci dai vangeli.

Storicamente Gesù ha voluto nascere e vivere, nei primi trent’anni della sua vita, con le persone qualunque di Nazareth, ha voluto condividere la quotidianità della vita con la famiglia di Giuseppe, il falegname di Nazareth. Ecco perché non sappiamo nulla dei primi trent’anni di vita di Cristo, perché non c’era nulla da sapere. Egli ha voluto vivere come una persona qualunque, lontano dal mondo dei nobili, dei ricchi, degli arrivisti, di coloro che ambiscono apparire, di coloro che ambiscono ad occupare i primi posti, di coloro che si coprono a vicenda, perché è importante salvare la fama….Cristo ha rifiutato questo mondo del nulla!

Venerdì prossimo ricorrerà la solennità del Natale del Signore: noi che cosa festeggeremo?
Sarà natale se festeggeremo l’amore gratuito di Dio che si è rivelato in Gesù di Nazareth, tramite le scelte di vita di quest’ultimo. Altrimenti faremo la solita commedia al termine della quale diremo tristemente: anche quest’anno il natale è passato.

Buon vero Natale a tutti.

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