Seconda domenica di Avvento C

da | Dic 5, 2015 | La Parola per la Chiesa | 0 commenti

Baruc 5,1-9;
Salmo 125;
Filippesi 1,4-6.8-11;
Luca 3,1-6

Lectio

Il messaggio profetico annunciato da Giovanni Battista è inserito in un periodo storico ben preciso. Questa era l’intenzione dell’autore del vangelo di Luca. Egli vuol sottolineare come la predicazione non sia un fatto teorico ma vive inserita nella storia degli uomini e la guida, a seconda che questi vi aderiscano o meno.
Il Battista annuncia un Messia che rispondeva alle attese d’Israele, perché non conosceva Gesù. Infatti quando Giovanni era rinchiuso nelle carceri di Erode e sentiva parlare di Gesù, andò in crisi perché Gesù non rispondeva alle attese messianiche d’Israele.
Giovanni annuncia la venuta del Messia citando il libro del profeta Isaia.
Infatti il brano tratto da questo libro, che è stato scelto come prima lettura nella liturgia della Parola di questa domenica, immagina la città santa, Gerusalemme, tornata all’antico splendore dopo il ritorno del popolo dall’esilio babilonese, che attende la venuta del Messia, che porterà Israele a dominare il mondo.

Invece l’attesa di cui parla il brano della seconda lettura, tratto dalla lettera ai Filippesi, narra l’attesa che la prima generazione cristiana viveva, sicura che il Signore sarebbe tornato a giudicare il mondo in capo alla loro generazione.

Meditatio

La figura centrale nella liturgia della Parola di questa domenica è Giovanni il Battista. Egli è un profeta. Rinfreschiamoci le idee: un profeta è colui che sa vedere nella quotidianità il Signore che cammina sulle nostre strade e si preoccupa di accoglierlo e di compiere la volontà del Padre.
Giovanni, essendo profeta, chiarisce subito di non essere il Messia, bensì una persona che deve preparare la strada al Messia.
Questo significa che giovanni si coglie come operaio, come manovale. Poi è il Signore che opera. Al Signore dovrà andare il merito del bene compiuto.

L’atteggiamento del Battista è quello che dovrebbe caratterizzare la vita cristiana, in cui noi ci dovremmo sentire tutti manovali, che hanno percepito la grande fortuna di essere stati assunti nel cantiere di Dio.

Buona domenica.

Prima lettura

Bar 5,1-9

Deponi, o Gerusalemme, la veste del lutto e dell’afflizione,
rivèstiti dello splendore della gloria
che ti viene da Dio per sempre.
Avvolgiti nel manto della giustizia di Dio,
metti sul tuo capo il diadema di gloria dell’Eterno,
perché Dio mostrerà il tuo splendore
a ogni creatura sotto il cielo.
Sarai chiamata da Dio per sempre:
«Pace di giustizia» e «Gloria di pietà».
Sorgi, o Gerusalemme, sta’ in piedi sull’altura
e guarda verso oriente; vedi i tuoi figli riuniti,
dal tramonto del sole fino al suo sorgere,
alla parola del Santo, esultanti per il ricordo di Dio.
Si sono allontanati da te a piedi,
incalzati dai nemici;
ora Dio te li riconduce
in trionfo come sopra un trono regale.
Poiché Dio ha deciso di spianare
ogni alta montagna e le rupi perenni,
di colmare le valli livellando il terreno,
perché Israele proceda sicuro sotto la gloria di Dio.
Anche le selve e ogni albero odoroso
hanno fatto ombra a Israele per comando di Dio.
Perché Dio ricondurrà Israele con gioia
alla luce della sua gloria,
con la misericordia e la giustizia
che vengono da lui.

Salmo responsoriale

Sal 125

R.: Grandi cose ha fatto il Signore per noi.

Quando il Signore ristabilì la sorte di Sion,
ci sembrava di sognare.
Allora la nostra bocca si riempì di sorriso,
la nostra lingua di gioia.

Allora si diceva tra le genti:
«Il Signore ha fatto grandi cose per loro».
Grandi cose ha fatto il Signore per noi:
eravamo pieni di gioia.

Ristabilisci, Signore, la nostra sorte,
come i torrenti del Negheb.
Chi semina nelle lacrime
mieterà nella gioia.

Nell’andare, se ne va piangendo,
portando la semente da gettare,
ma nel tornare, viene con gioia,
portando i suoi covoni.

Seconda lettura

Fil 1,4-6.8-11

Fratelli, sempre, quando prego per tutti voi, lo faccio con gioia a motivo della vostra cooperazione per il Vangelo, dal primo giorno fino al presente. Sono persuaso che colui il quale ha iniziato in voi quest’opera buona, la porterà a compimento fino al giorno di Cristo Gesù.
Infatti Dio mi è testimone del vivo desiderio che nutro per tutti voi nell’amore di Cristo Gesù. E perciò prego che la vostra carità cresca sempre più in conoscenza e in pieno discernimento, perché possiate distinguere ciò che è meglio ed essere integri e irreprensibili per il giorno di Cristo, ricolmi di quel frutto di giustizia che si ottiene per mezzo di Gesù Cristo, a gloria e lode di Dio.

Vangelo

Lc 3,1-6

Nell’anno quindicesimo dell’impero di Tiberio Cesare, mentre Ponzio Pilato era governatore della Giudea, Erode tetràrca della Galilea, e Filippo, suo fratello, tetràrca dell’Iturèa e della Traconìtide, e Lisània tetràrca dell’Abilène, sotto i sommi sacerdoti Anna e Càifa, la parola di Dio venne su Giovanni, figlio di Zaccarìa, nel deserto.
Egli percorse tutta la regione del Giordano, predicando un battesimo di conversione per il perdono dei peccati, com’è scritto nel libro degli oracoli del profeta Isaìa:
«Voce di uno che grida nel deserto:
Preparate la via del Signore,
raddrizzate i suoi sentieri!
Ogni burrone sarà riempito,
ogni monte e ogni colle sarà abbassato;
le vie tortuose diverranno diritte
e quelle impervie, spianate.
Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio!».

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