Trentaquattresima domenica del Tempo Ordinario B Nostro Signore Gesù Cristo Re dell’Universo Solennità Di p. Giorgio Bontempi c.m.

da | Nov 23, 2015 | La Parola per la Chiesa | 0 commenti

Daniele 7,13-14;
Salmo 92;
Apocalisse 1,5-8;
Giovanni 18,33-37

Lectio

Cristo re! Ma quale re! Il vangelo ci mostra la regalità di Cristo nel momento in cui egli perde, di fronte ai cosiddetti potenti, ogni dignità. Il Cristo re non è altro che il Cristo sofferente, colui che sarà vessato, flagellato dagli abili frustatori di Pilato e poi subirà la morte infame: la crocifissione.
Le letture che saranno proclamate nelle celebrazioni di questa solennità, intendono ricordare alle comunità cristiane ed ai singoli che il risorto è lo stesso che è stato crocifisso.
Il Cristo è re perché è la pietra scartata dai costruttori. Questi erano i capi del popolo ebraico che, dall’alto della loro presunzione e del loro si è sempre fatto così, non riuscivano più a cogliere al presenza di Dio in mezzo al popolo, anzi hanno annientato tale presenza.

Meditatio

Vivremo l’ultima settimana dell’anno liturgico 2014 – 2015. Un altro anno in cui il Signore ci ha parlato.
Nel tempo di Avvento in cui siamo chiamati a verificarci, come singoli e come chiesa, in che misura abbiamo accolto il Signore che è venuto, ogni giorno, nel volto dei fratelli, specialmente in quello degli ultimi, dei poveri di coloro che non hanno voce?

Nel tempo di Natale in cui siamo chiamati a verificarci, come singoli e come chiesa, in che misura abbiamo onorato il Cristo, che ha scelto di nascere e di vivere in una famiglia normale, cioè non di nobili o ricchi mercanti, ma in una famiglia che si guadagna il pane con il proprio lavoro? Come onorare il Cristo che, nella sua vita, è stato riconosciuto dagli ultimi d’Israele (= pastori, pubblicani ecc…) e dai pagani (= re magi e tutti colori che si sono convertiti al vangelo dopo la predicazione di Paolo)?
In che misura noi apprezziamo la nostra vita di persone comuni, quella scelta dal Figlio di Dio? Oppure guardiamo con invidia la vita dei grandi, che è orientata al potere del denaro, al prestigio, al consolidamento della fama?

Nel Tempo di Quaresima: accogliamo la sofferenza, le avversità, dalle mani di Dio e le viviamo sul modello di Cristo, completamente proteso a compiere la volontà del Padre? Oppure ci ribelliamo contro Dio, affermando che non è giusto il suo comportamento perché, nei confronti di una persona quale ci riteniamo: onesta, lavoratrice, che ha tirato su una famiglia che è d’esempio, una persona praticante ecc…ecc…, che più ne ha, più ne metta, il Signore non doveva permettersi di mandarci delle sofferenze?
Nel Tempo di Pasqua la verifica è: abbiamo incontrato il Risorto? Oppure crediamo ancora in una fede concettuale? Oppure pensiamo che la fede sia un dono di Dio? La fede invece non è altro che l’esperienza del mio rapporto con Dio che s’instaura quando io lo incontro nel prossimo e lo celebro nella liturgia: vivere ciò che si celebra, celebrare ciò che si vive.
Nel giorno del Signore vado ad assolvere un precetto (0 a pagare una tassa) oppure vado a dire, con la comunità – tramite parole e gesti – ciò che sono: un cristiano che cerca di vivere il vangelo e che incontra il Risorto nel prossimo e che sa, per esperienza, che la vita umana è relativa alla vita eterna?

Nel Tempo Ordinario: è il tempo che rappresenta la quotidianità, la ferialità: quel modo di vivere che il Figlio di Dio ha voluto condividere con noi almeno per trent’anni. Sono convinto che i veri incontri con Dio si attuano nel silenzio del quotidiano?.
Come abbiamo vissuto quest’anno liturgico che si conclude?

Auguri per l’inizio del nuovo anno liturgico.

Buona domenica.

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