Ventitreesima domenica del Tempo Ordinario B Di p. Giorgio Bontempi c.m.

da | Set 4, 2015 | La Parola per la Chiesa | 0 commenti

Isaia 35,4-7a;
Salmo 145;
Giacomo 2,1-5;
Marco 7,31-37

Lectio

Gesù è colui che attua il messaggio predicato dagli antichi profeti (es. prima lettura). Il sordomuto rappresentava in Israele una persona che, a causa della sua malattia, era considerato un grande peccatore che meritava il suo stato di salute perché era un castigo di Dio per le colpe commesse. Il sordomuto era relegato ai margini della società.
Ora Gesù lo pone al centro della comunità degli apostoli e lo risana. L’autore del brano evangelico pone anche un’altra domanda, alla quale risponde: chi può risanare un sordomuto, soltanto con la parola? Solo Dio. Ora se Gesù di Nazareth è capace di fare questo, significa che egli è Dio.
È chiaro che nel nuovo popolo di Dio, nato dalla morte e dalla risurrezione di Cristo, non ci possono essere discriminazioni e favoritismi. E il povero, l’ultimo, deve occupare il primo posto, quello occupato da Cristo sulla croce, che fu la sua Pasqua di morte e risurrezione.

Meditatio

L’insegnamento che la parola di Dio, proclamata in questa domenica, è quello di stare molto attenti a cadere nella tentazione dei favoritismi e della discriminazione.
Cadere in questa tentazione è molto più facile di quanto si creda. Infatti la seconda lettura ci pone in guardia, facendo notare che, anche nella comunità di Gerusalemme, quella guidata dall’apostolo Giacomo, si era insinuata questa tentazione.

Il cristiano deve cercare di essere una persona accorta, una persona che ragiona e che medita la parola di Dio. Purtroppo accade anche oggi quello di cui tratta la lettera di Giacomo, anche nella chiesa. Pazienza nei tribunali in cui, spesso e volentieri, non vince la verità, ma l’abilità degli avvocati. Mi fanno sorridere coloro che, per affermare la verità, ti portano le carte dei tribunali! Un povero che non può permettersi un buon avvocato, ma un avvocaticchio che forse si fa anche corrompere dal collega della parte avversa, non potrà mai vincere una causa.
Nella chiesa, sull’esempio di Cristo, dovrebbe instaurarsi la logica contraria a quella vigente nei tribunali delle nazioni, perché il Signore ci ha detto di essere la via, la verità e la vita. Ma, a causa dei nostri limiti umani, anche nella chiesa non sempre la verità risplende. Allora dobbiamo essere tra quei cristiani che seguono il Signore dovunque vada, senza la preoccupazione di salvare la fama. Dobbiamo essere tra quei cristiani che, umilmente, chiedono al Signore di poter ascoltare la sua parola, perché sordi e di poterla, con il suo aiuto, testimoniare, perché muti.

Buona domenica.

Prima lettura
Is 35,4-7a

Dite agli smarriti di cuore:
«Coraggio, non temete!
Ecco il vostro Dio,
giunge la vendetta,
la ricompensa divina.
Egli viene a salvarvi».
Allora si apriranno gli occhi dei ciechi
e si schiuderanno gli orecchi dei sordi.
Allora lo zoppo salterà come un cervo,
griderà di gioia la lingua del muto,
perché scaturiranno acque nel deserto,
scorreranno torrenti nella steppa.
La terra bruciata diventerà una palude,
il suolo riarso sorgenti d’acqua.

Salmo responsoriale
Sal 145

R.: Loda il Signore, anima mia.

Il Signore rimane fedele per sempre
rende giustizia agli oppressi,
dà il pane agli affamati.
Il Signore libera i prigionieri.

Il Signore ridona la vista ai ciechi,
il Signore rialza chi è caduto,
il Signore ama i giusti,
il Signore protegge i forestieri.

Egli sostiene l’orfano e la vedova,
ma sconvolge le vie dei malvagi.
Il Signore regna per sempre,
il tuo Dio, o Sion, di generazione in generazione.

Seconda lettura
Gc 2,1-5

Fratelli miei, la vostra fede nel Signore nostro Gesù Cristo, Signore della gloria, sia immune da favoritismi personali.
Supponiamo che, in una delle vostre riunioni, entri qualcuno con un anello d’oro al dito, vestito lussuosamente, ed entri anche un povero con un vestito logoro. Se guardate colui che è vestito lussuosamente e gli dite: «Tu siediti qui, comodamente», e al povero dite: «Tu mettiti là, in piedi», oppure: «Siediti qui ai piedi del mio sgabello», non fate forse discriminazioni e non siete giudici dai giudizi perversi?
Ascoltate, fratelli miei carissimi: Dio non ha forse scelto i poveri agli occhi del mondo, che sono ricchi nella fede ed eredi del Regno, promesso a quelli che lo amano?

Vangelo
Mc 7,31-37

In quel tempo, Gesù, uscito dalla regione di Tiro, passando per Sidòne, venne verso il mare di Galilea in pieno territorio della Decàpoli.
Gli portarono un sordomuto e lo pregarono di imporgli la mano. Lo prese in disparte, lontano dalla folla, gli pose le dita negli orecchi e con la saliva gli toccò la lingua; guardando quindi verso il cielo, emise un sospiro e gli disse: «Effatà», cioè: «Apriti!». E subito gli si aprirono gli orecchi, si sciolse il nodo della sua lingua e parlava correttamente.
E comandò loro di non dirlo a nessuno. Ma più egli lo proibiva, più essi lo proclamavano e, pieni di stupore, dicevano: «Ha fatto bene ogni cosa: fa udire i sordi e fa parlare i muti!».

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