Quindicesima domenica del Tempo Ordinario B

da | Lug 9, 2015 | La Parola per la Chiesa | 0 commenti

Quindicesima domenica del Tempo Ordinario B

di p. Giorgio Bontempi c.m.

Amos 7,12-15;
Salmo 84;
Efesini 1,3-14;
Marco 6,7-13

Lectio

Il vangelo che sarà proclamato in questa domenica ha come tema il discorso missionario: che cosa deve fare un apostolo (= inviato), oggi diremmo ciascun cristiano.
Per prima cosa li mandò a due a due: questo significa che l’evangelizzazione è un fatto di chiesa e non un’azione individuale. È la comunità che deve emergere non la persona che evangelizza. Per la comunità evangelizzare è la cosa più importante, tanto che, il rapporto con le cose (vestito, denaro, scarpe) deve essere subordinato all’evangelizzazione. Questa, l’evangelizzazione, dev’essere compiuta con il massimo rispetto, anche verso le persone che rifiutano il messaggio evangelico, direi soprattutto verso costoro. Scuotere la polvere dei sandali è un segno che il cristiano non ha nulla a che vedere con la vita impostata su valori che non sono evangelici.
Infine la comunità evangelizzatrice è anche profetica, cioè una comunità che, come ogni profeta, si preoccupa di compiere la volontà del Padre. Per questo dovrà essere pronta alla persecuzione, specialmente quella proveniente dall’interno, da coloro che, pur essendo parte della Chiesa, si sono dimenticati del vangelo, anche se hanno – quasi costante mente – sulle labbra il nome di Cristo.

Meditatio

È fondamentale che l’evangelizzazione sia un fatto di chiesa. Se così non fosse, l’evangelizzazione finirebbe per essere autoreferenziale rispetto alla persona o al gruppo che pensa di evangelizzare. È la comunità parrocchiale che evangelizza, tramite le sue espressioni: il gruppo caritativo, il gruppo famiglie, il gruppo liturgico, il gruppo dei catechisti, quello della terza età ecc…ma ognuno di questi è parte della comunità parrocchiale che, a sua volta, è parte della comunità diocesana.
La comunità evangelizza dando l’esempio di un rapporto corretto con le persone e con le cose. Un rapporto improntato sulla logica evangelica. La comunità evangelizza quando prende posizione, senza paura, di fronte alle ingiustizie che, anche nel piccolo, sono perpetrate ai danni dei poveri, dei deboli, degli ultimi che sono scartati perché non hanno voce in capitolo. La comunità non teme le ritorsioni che potrebbe subire da parte dei potenti, dei politici perché testimonia che la vita non è tolta ma trasformata. Testimonia che la vita umana è relativa alla vita eterna.
La comunità evangelizza quando si riunisce per celebrare i santi misteri: la messa, le lodi mattutine, i vespri, il battesimo e gli altri sacramenti, le esequie di un fratello o una sorella che si accompagna in paradiso. L’ordine e la partecipazione attiva alla liturgia è evangelizzazione.
La comunità evangelizza. Ecco perché anche negli Ordini, nelle Congregazioni religiose e nelle Società di vita apostolica (come sono i missionari e le suore di san Vincenzo) è fondamentale la vita comune, all’interno della quale si svolge il proprio servizio, perché – prima di tutto – si deve testimoniare che siamo in comunione e in comunità: che siamo chiesa.

Buona domenica.

Prima lettura
Am 7,12-15

In quei giorni, Amasìa, [sacerdote di Betel,] disse ad Amos: «Vattene, veggente, ritìrati nella terra di Giuda; là mangerai il tuo pane e là potrai profetizzare, ma a Betel non profetizzare più, perché questo è il santuario del re ed è il tempio del regno».
Amos rispose ad Amasìa e disse:
«Non ero profeta né figlio di profeta;
ero un mandriano e coltivavo piante di sicomoro.
Il Signore mi prese,
mi chiamò mentre seguivo il gregge.
Il Signore mi disse:
Va’, profetizza al mio popolo Israele».

Salmo responsoriale
Sal 84

R.: Mostraci, Signore, la tua misericordia.

Ascolterò che cosa dice Dio, il Signore:
egli annuncia la pace
per il suo popolo, per i suoi fedeli.
Sì, la sua salvezza è vicina a chi lo teme,
perché la sua gloria abiti la nostra terra.

Amore e verità s’incontreranno,
giustizia e pace si baceranno.
Verità germoglierà dalla terra
e giustizia si affaccerà dal cielo.

Certo, il Signore donerà il suo bene
e la nostra terra darà il suo frutto;
giustizia camminerà davanti a lui:
i suoi passi tracceranno il cammino.

Seconda lettura
Ef 1,3-14

Benedetto Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo,
che ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei cieli in Cristo.
In lui ci ha scelti prima della creazione del mondo
per essere santi e immacolati di fronte a lui nella carità,
predestinandoci a essere per lui figli adottivi
mediante Gesù Cristo,
secondo il disegno d’amore della sua volontà,
a lode dello splendore della sua grazia,
di cui ci ha gratificati nel Figlio amato.
In lui, mediante il suo sangue,
abbiamo la redenzione, il perdono delle colpe,
secondo la ricchezza della sua grazia.
Egli l’ha riversata in abbondanza su di noi
con ogni sapienza e intelligenza,
facendoci conoscere il mistero della sua volontà,
secondo la benevolenza che in lui si era proposto
per il governo della pienezza dei tempi:
ricondurre al Cristo, unico capo, tutte le cose,
quelle nei cieli e quelle sulla terra.
In lui siamo stati fatti anche eredi,
predestinati – secondo il progetto di colui
che tutto opera secondo la sua volontà –
a essere lode della sua gloria,
noi, che già prima abbiamo sperato nel Cristo.
In lui anche voi,
dopo avere ascoltato la parola della verità,
il Vangelo della vostra salvezza,
e avere in esso creduto,
avete ricevuto il sigillo dello Spirito Santo che era stato promesso,
il quale è caparra della nostra eredità,
in attesa della completa redenzione
di coloro che Dio si è acquistato a lode della sua gloria.

[Forma breve: Ef 1, 3-10

Benedetto Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo,
che ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei cieli in Cristo.
In lui ci ha scelti prima della creazione del mondo
per essere santi e immacolati di fronte a lui nella carità,
predestinandoci a essere per lui figli adottivi
mediante Gesù Cristo,
secondo il disegno d’amore della sua volontà,
a lode dello splendore della sua grazia,
di cui ci ha gratificati nel Figlio amato.
In lui, mediante il suo sangue,
abbiamo la redenzione, il perdono delle colpe,
secondo la ricchezza della sua grazia.
Egli l’ha riversata in abbondanza su di noi
con ogni sapienza e intelligenza,
facendoci conoscere il mistero della sua volontà,
secondo la benevolenza che in lui si era proposto
per il governo della pienezza dei tempi:
ricondurre al Cristo, unico capo, tutte le cose,
quelle nei cieli e quelle sulla terra.]

Vangelo
Mc 6,7-13

In quel tempo, Gesù chiamò a sé i Dodici e prese a mandarli a due a due e dava loro potere sugli spiriti impuri. E ordinò loro di non prendere per il viaggio nient’altro che un bastone: né pane, né sacca, né denaro nella cintura; ma di calzare sandali e di non portare due tuniche.
E diceva loro: «Dovunque entriate in una casa, rimanetevi finché non sarete partiti di lì. Se in qualche luogo non vi accogliessero e non vi ascoltassero, andatevene e scuotete la polvere sotto i vostri piedi come testimonianza per loro».
Ed essi, partiti, proclamarono che la gente si convertisse, scacciavano molti demoni, ungevano con olio molti infermi e li guarivano.

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