Undicesima domenica del Tempo Ordinario, Di p. Giorgio Bontempi c.m.

da | Giu 13, 2015 | La Parola per la Chiesa | 0 commenti

Ezechiele 17,22-24;
Salmo 91;
2Corinzi 5,6-10;
Marco 4,26-34

Lectio

Il brano del vangelo di Marco, che è proposto alla nostra riflessione, sembra commentare il passo de profeta Ezechiele che è stato scelto come prima lettura nella liturgia della Parola di questa domenica.
Gesù è l’unico che può dare compimento alla legge di Mosè ed agli scritti dei profeti. È il massimo che si poteva affermare di lui nell’ambiente ebraico: sono Dio poteva dare compimento alla legge ed ai profeti. Se Gesù di Nazareth attuava tutto ciò, Gesù di Nazareth era Dio.
Egli impersona il Regno di Dio. Proprio per questo il vangelo insegna che il Regno di Dio, non si attua grazie al nostro impegno di cristiani, ma è opera di Dio. E proprio quando sembra che non cresca, o addirittura che stia per scomparire, questo prolifica.
San Paolo invita la chiesa di Corinto ad essere fiduciosa in questo lavoro che Dio compie instancabilmente, per edificare il suo Regno, ricordando ai Corinzi che vivono per entrare nella vita eterna.

Meditatio

Il Regno di Dio. Quante volte sento persone preoccupate per il futuro della Chiesa. Temono che il cristianesimo scompaia in favore dell’Islam. Oppure sento cristiani amareggiati dalla violenza, dalla perdita dei valori all’interno della nostra società occidentale ecc…

Io ricordo a queste persone quello che non mi stancherò mai di dire e di ripetere anche in questo mio piccolo contributo domenicale: il Regno di Dio non solo non scomparirà, ma si diffonderà su tutta la terra: come? Come non lo so,o meglio lo scoprirò in paradiso, ma ne sono certo, perché il regno di Dio è Gesù che opera attraverso l’azione dello Spirito Santo.
Auguro ad ognuno di noi di essere un costruttore del Regno e, per esserne sicuri, seguiamo papa Francesco.

Buona domenica

Prima lettura
Ez 17,22-24

Così dice il Signore Dio:
«Un ramoscello io prenderò dalla cima del cedro,
dalle punte dei suoi rami lo coglierò
e lo pianterò sopra un monte alto, imponente;
lo pianterò sul monte alto d’Israele.
Metterà rami e farà frutti
e diventerà un cedro magnifico.
Sotto di lui tutti gli uccelli dimoreranno,
ogni volatile all’ombra dei suoi rami riposerà.
Sapranno tutti gli alberi della foresta
che io sono il Signore,
che umilio l’albero alto e innalzo l’albero basso,
faccio seccare l’albero verde e germogliare l’albero secco.
Io, il Signore, ho parlato e lo farò».

Salmo responsoriale
Sal 91

R.: È bello rendere grazie al Signore.

È bello rendere grazie al Signore
e cantare al tuo nome, o Altissimo,
annunciare al mattino il tuo amore,
la tua fedeltà lungo la notte.

Il giusto fiorirà come palma,
crescerà come cedro del Libano;
piantati nella casa del Signore,
fioriranno negli atri del nostro Dio.

Nella vecchiaia daranno ancora frutti,
saranno verdi e rigogliosi,
per annunciare quanto è retto il Signore,
mia roccia: in lui non c’è malvagità.

Seconda lettura
2Cor 5,6-10

Fratelli, sempre pieni di fiducia e sapendo che siamo in esilio lontano dal Signore finché abitiamo nel corpo – camminiamo infatti nella fede e non nella visione –, siamo pieni di fiducia e preferiamo andare in esilio dal corpo e abitare presso il Signore.
Perciò, sia abitando nel corpo sia andando in esilio, ci sforziamo di essere a lui graditi.
Tutti infatti dobbiamo comparire davanti al tribunale di Cristo, per ricevere ciascuno la ricompensa delle opere compiute quando era nel corpo, sia in bene che in male.

Vangelo
Mc 4,26-34

In quel tempo, Gesù diceva [alla folla]: «Così è il regno di Dio: come un uomo che getta il seme sul terreno; dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce. Come, egli stesso non lo sa. Il terreno produce spontaneamente prima lo stelo, poi la spiga, poi il chicco pieno nella spiga; e quando il frutto è maturo, subito egli manda la falce, perché è arrivata la mietitura».
Diceva: «A che cosa possiamo paragonare il regno di Dio o con quale parabola possiamo descriverlo? È come un granello di senape che, quando viene seminato sul terreno, è il più piccolo di tutti i semi che sono sul terreno; ma, quando viene seminato, cresce e diventa più grande di tutte le piante dell’orto e fa rami così grandi che gli uccelli del cielo possono fare il nido alla sua ombra».
Con molte parabole dello stesso genere annunciava loro la Parola, come potevano intendere. Senza parabole non parlava loro ma, in privato, ai suoi discepoli spiegava ogni cosa.

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