Dodicesima domenica del Tempo Ordinario B Di p. Giorgio Bontempi c.m.

da | Giu 19, 2015 | La Parola per la Chiesa | 0 commenti

Giobbe 38,1.8-11;
Salmo 106;
2Corinzi 5,14-17;
Marco 4,35-41

Lectio

Il brano del vangelo di Marco, propostoci per questa domenica, intende offrire una risposta sull’identità di Gesù di Nazareth. Infatti l’autore del vangelo pone il quesito: chi è colui che può sedare una tempesta soltanto pronunciando alcune parole? Solo Dio. Dunque, se Gesù di Nazareth è capace di fare questo, egli è Dio.
È Dio, lo stesso Dio che il libro di Giobbe: un Dio vicino all’uomo, ma sempre altro dall’uomo. Un Dio che l’uomo non può contestare, perché egli è inferiore a Dio.
Eppure questo Dio ha voluto condividere la natura umana, per far comprendere quanto ami l’umanità, questo mette in luce san Paolo nel brano della seconda lettera ai Corinzi, proposto come seconda lettura. Coloro che seguiranno l’insegnamento di Gesù, incarnazione del Dio vivente, diverranno nuovi: con il battesimo inizieranno una vita in cui il termine di paragone per le loro scelte sarà il vangelo.
Si tratta degli uomini che sono sulla barca in cui Gesù dorme. Gesù guida la barca (= la chiesa), nessuna tempesta potrà farla naufragare nel regno del male.
Gli antichi pensavano che le acque inferiori (= mari, laghi e fiumi) nascondessero il regno del male.

Meditatio

Anche in questa domenica mediteremo sulla Chiesa, che è il popolo dei battezzati che vivono sulla terra, nell’attesa di entrare, per grazia, in Paradiso.
La Chiesa è l’unica sposa del Cristo. La Chiesa non deve temere nulla e nessuno, perché nulla e nessuna la farà soccombere, perché lo Spirito Santo la guida nella storia e le fa mettere in pratica la volontà del Padre. Questo si attua attraverso i profeti, si tratta di quei cristiani che sanno cogliere la presenza del Risorto negli avvenimenti quotidiani; si tratta di quei cristiani che s’impegnano ad attualizzare gli insegnamenti del Concilio Vaticano II.
Si tratta di quei cristiani che si sentono manovali nel cantiere dello Spirito Santo, che non cercano onori, potere politico ed economico. Quando, purtroppo c’è questo, accadono cose spiacevoli, che si ripetono.

Buona domenica.

Prima lettura
Gb 38,1.8-11

Dal libro di Giobbe

Il Signore prese a dire a Giobbe in mezzo all’uragano:
«Chi ha chiuso tra due porte il mare,
quando usciva impetuoso dal seno materno,
quando io lo vestivo di nubi
e lo fasciavo di una nuvola oscura,
quando gli ho fissato un limite,
gli ho messo chiavistello e due porte
dicendo: “Fin qui giungerai e non oltre
e qui s’infrangerà l’orgoglio delle tue onde”?».

Salmo responsoriale
Sal 106

R.: Rendete grazie al Signore, il suo amore è per sempre.

Coloro che scendevano in mare sulle navi
e commerciavano sulle grandi acque,
videro le opere del Signore
e le sue meraviglie nel mare profondo.

Egli parlò e scatenò un vento burrascoso,
che fece alzare le onde:
salivano fino al cielo, scendevano negli abissi;
si sentivano venir meno nel pericolo.

Nell’angustia gridarono al Signore,
ed egli li fece uscire dalle loro angosce.
La tempesta fu ridotta al silenzio,
tacquero le onde del mare.

Al vedere la bonaccia essi gioirono,
ed egli li condusse al porto sospirato.
Ringrazino il Signore per il suo amore,
per le sue meraviglie a favore degli uomini.

Seconda lettura
2Cor 5,14-17

Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi

Fratelli, l’amore del Cristo ci possiede; e noi sappiamo bene che uno è morto per tutti, dunque tutti sono morti. Ed egli è morto per tutti, perché quelli che vivono non vivano più per se stessi, ma per colui che è morto e risorto per loro.
Cosicché non guardiamo più nessuno alla maniera umana; se anche abbiamo conosciuto Cristo alla maniera umana, ora non lo conosciamo più così. Tanto che, se uno è in Cristo, è una nuova creatura; le cose vecchie sono passate; ecco, ne sono nate di nuove.

Vangelo
Mc 4,35-41

Dal Vangelo secondo Marco

In quel giorno, venuta la sera, Gesù disse ai suoi discepoli: «Passiamo all’altra riva». E, congedata la folla, lo presero con sé, così com’era, nella barca. C’erano anche altre barche con lui.
Ci fu una grande tempesta di vento e le onde si rovesciavano nella barca, tanto che ormai era piena. Egli se ne stava a poppa, sul cuscino, e dormiva. Allora lo svegliarono e gli dissero: «Maestro, non t’importa che siamo perduti?».
Si destò, minacciò il vento e disse al mare: «Taci, calmati!». Il vento cessò e ci fu grande bonaccia. Poi disse loro: «Perché avete paura? Non avete ancora fede?».
E furono presi da grande timore e si dicevano l’un l’altro: «Chi è dunque costui, che anche il vento e il mare gli obbediscono?».

Tags:

0 commenti

Invia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

VinFlix

VFO