Deuteronomio 4,32-34.39-40;
Salmo32;
Romani, 8,14-17;
Matteo 28,16-20 – Ss. Trinità
Lectio
San Paolo nella lettera ai Romani, manifesto della sua teologia, annuncia a quella comunità cristiana come dopo il battesimo il cristiano scopre un Dio che è Padre, con cui instaura un rapporto di figlio e non di schiavo. Nell’Impero Romano lo schiavo era considerato una cosa di proprietà del padrone e non una persona, per cui questi viveva spesso nel terrore di essere ucciso oppure abusato.
Paolo sostiene che il rapporto tra Dio e il cristiano non deve essere oimprontato sulla paura ma sulla gioia di sentirsi amato gratuitamente. Ed è a motivo di tale gioia che i cristiani debbono mettere in pratica il comendamento di Gesù di vangelizzare il mondo
Meditatio
Spesso notiamo che anche tra i cristiani s’instaura un rapporto con Dio, più improntato al timore nel senso di paura che all’amore gratuito. Oppure si nota come il rapporto con Dio sia improntato sull’io ti dò se tu mi dai: si tratta del “Dio tappabuchi” che serve solo quando la persona ha bisogno di qualcosa e, se non viene esaudita, “apriti cielo” nei confronti di questo Dio che ” non è padre, che è ingiusto che tratta meglio i cattivi dei buoni ecc…
Il vero rapporto con Dio, il Padre di tutti, è quelo in cui ci si preoccupa, come fece Gesù, di compierne la volontà. È quello in cui ci si preoccupa di incontrarlo ne prossimo, specialmente nei poveri.
Nel vero rapporto con Dio si sperimenta, com’è nella Trinità, che Dio è uno in tre persone: unità nella diversità. Il vero rapporto con Dio esalta questi valori, porta avanti la tesi che Dio parla nel cuore di tutti ed esalta la diversità nel senso che in ogni persona il Signore si manifesta con doni diversi. Ecco perché ogni dittatura è un’offesa a Dio.
Ecco perchè anche le forme ecclesiali che promuovono l’uniformità a scapito della diversità non sono provenienti dallo Spirito Santo.
Nella Chiesa l’uniformità e la diversità debbono essere complementari, come accade all’interno della Santissima Trinità.
Buona domenica.
Prima lettura
Dt 4,32-34.39-40
Dal libro del Deuteronòmio
Mosè parlò al popolo dicendo:
«Interroga pure i tempi antichi, che furono prima di te: dal giorno in cui Dio creò l’uomo sulla terra e da un’estremità all’altra dei cieli, vi fu mai cosa grande come questa e si udì mai cosa simile a questa? Che cioè un popolo abbia udito la voce di Dio parlare dal fuoco, come l’hai udita tu, e che rimanesse vivo?
O ha mai tentato un dio di andare a scegliersi una nazione in mezzo a un’altra con prove, segni, prodigi e battaglie, con mano potente e braccio teso e grandi terrori, come fece per voi il Signore, vostro Dio, in Egitto, sotto i tuoi occhi?
Sappi dunque oggi e medita bene nel tuo cuore che il Signore è Dio lassù nei cieli e quaggiù sulla terra: non ve n’è altro.
Osserva dunque le sue leggi e i suoi comandi che oggi ti do, perché sia felice tu e i tuoi figli dopo di te e perché tu resti a lungo nel paese che il Signore, tuo Dio, ti dà per sempre».
Salmo responsoriale
Sal 32
R.: Beato il popolo scelto dal Signore.
Retta è la parola del Signore
e fedele ogni sua opera.
Egli ama la giustizia e il diritto;
dell’amore del Signore è piena la terra.
Dalla parola del Signore furono fatti i cieli,
dal soffio della sua bocca ogni loro schiera.
Perché egli parlò e tutto fu creato,
comandò e tutto fu compiuto.
Ecco, l’occhio del Signore è su chi lo teme,
su chi spera nel suo amore,
per liberarlo dalla morte
e nutrirlo in tempo di fame.
L’anima nostra attende il Signore:
egli è nostro aiuto e nostro scudo.
Su di noi sia il tuo amore, Signore,
come da te noi speriamo.
Seconda lettura
Rm 8,14-17
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani
Fratelli, tutti quelli che sono guidati dallo Spirito di Dio, questi sono figli di Dio. E voi non avete ricevuto uno spirito da schiavi per ricadere nella paura, ma avete ricevuto lo Spirito che rende figli adottivi, per mezzo del quale gridiamo: «Abbà! Padre!».
Lo Spirito stesso, insieme al nostro spirito, attesta che siamo figli di Dio. E se siamo figli, siamo anche eredi: eredi di Dio, coeredi di Cristo, se davvero prendiamo parte alle sue sofferenze per partecipare anche alla sua gloria.
Vangelo
Mt 28,16-20
Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, gli undici discepoli andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro indicato.
Quando lo videro, si prostrarono. Essi però dubitarono.
Gesù si avvicinò e disse loro: «A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra. Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo».
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