Quinta domenica di Quaresima B Di p. Giorgio Bontempi c.m.

da | Mar 19, 2015 | La Parola per la Chiesa | 0 commenti

Geremia 31,31-34;
Salmo 50;
Ebrei 5,7-9;
Giovanni 12,20-33

Lectio

Alcuni Greci vogliono vedere Gesù. Il termine Greci, nel vangelo di Giovanni, indica coloro che non sono appartenenti al popolo ebraico. È da notare che, al tempo in cui furono redatti i testi del Nuovo Testamento (45 d.C. –  100/120 d.C.), nell’impero romano si parlava in greco, soltanto dopo la metà del terzo secolo la lingua comune diventò il latino.
Ora l’autore del quarto vangelo (= Giovanni), pone in luce il pensiero dell’apostolo Paolo: i non ebrei (= i Gentili, da gens- gentium) vogliono vedere Gesù, mentre il suo popolo, che dovrebbe essere il primo ad accoglierlo, lo rifiuta. Ora, nella mentalità ebraica del tempo, coloro che non erano appartenenti al popolo d’Israele erano considerati uomini di razza inferiore…
Ma, quale immagine di Gesù, la chiesa, impersonata dagli apostoli, deve mostrare al mondo? È l’immagine del servo sofferente, ma è anche l’immagine del Cristo glorioso che il Padre riconosce (= la voce udita), è colui che patisce per compiere la volontà del Padre. È proprio questo compiere la volontà del Padre che instaura la nuova alleanza. Alleanza: Dio che si auto comunica all’uomo e questi risponde con la fede e l’obbedienza alla Parola.
L’antica alleanza propone il Dio dei Padri: Abramo, Isacco e Giacobbe, il Dio annunciato dai profeti, fino a Giovanni Battista, non però il Padre.
Instaurare la nuova alleanza significa incontrare il Padre. Questo Gesù è venuto a testimoniare con la sua vita, morte e risurrezione: Dio è Padre dell’umanità. Gesù ha subito l’avversione è stato ucciso sul patibolo infame, proprio da coloro che non hanno accettato che Dio fosse il Padre dell’umanità.

Meditatio

Proviamo a porci una domanda: quale Gesù vogliamo vedere? È il Gesù pietistico, quello delle “devozioni”: il Gesù che m’insegna a stare buono, zitto, in nome della carità: soffrire in silenzio, non esprimere mai il proprio parere ecc…oppure è il Gesù dei vangeli che impegna il cristiano adulto a compiere la volontà del Padre, a costruire la chiesa, esponendosi in prima persona, contro tutti gli abusi, le parzialità, le ingiustizie che, fuori e anche dentro la chiesa, sono compiute a danno del povero, dell’ultimo e di coloro che non hanno voce.
Il cristiano, la persona della nuova ed eterna alleanza, non può affidarsi alla logica della giustizia umana, a quella dei tribunali.
In tribunale vince chi ha più soldi, perché può contare sull’avvocato migliore, gli avvocati devono vincere la causa, non dimostrare la verità.
Questo è provato dalla passione del Signore e, la passione del Signore, è per noi un segno.
Cristo è condannato a causa della sua obbedienza al Padre.
Con questo non voglio sostenere che non bisogna mai affidarsi ai tribunali, intendo solo mettere in guardia i cristiani, quando altri, specie cristiani, si gloriano delle sentenze dei tribunali, per mettere la coscienza a tacere, specialmente quando una delle parti, quella perdente, è un povero indifeso, o meglio difeso da un avvocaticchio, che si fa corrompere dalla parte avversa.
Il Gesù morto e risorto, il vivente, il Gesù celebrato dalla liturgia della Chiesa ci ammonisce: non cadete in questi imbrogli!! Vale di più essere nella volontà del Padre e subire le angherie di coloro che vogliono, con ogni mezzo, coprire le loro malefatte, che aderire alla loro logica e non imparare dalle cose che si patiranno l’obbedienza al Padre.

Buona domenica.

Prima lettura
Ger 31,31-34

Ecco, verranno giorni – oracolo del Signore –, nei quali con la casa d’Israele e con la casa di Giuda concluderò un’alleanza nuova. Non sarà come l’alleanza che ho concluso con i loro padri, quando li presi per mano per farli uscire dalla terra d’Egitto, alleanza che essi hanno infranto, benché io fossi loro Signore. Oracolo del Signore.
Questa sarà l’alleanza che concluderò con la casa d’Israele dopo quei giorni – oracolo del Signore –: porrò la mia legge dentro di loro, la scriverò sul loro cuore. Allora io sarò il loro Dio ed essi saranno il mio popolo. Non dovranno più istruirsi l’un l’altro, dicendo: «Conoscete il Signore», perché tutti mi conosceranno, dal più piccolo al più grande – oracolo del Signore –, poiché io perdonerò la loro iniquità e non ricorderò più il loro peccato.

Salmo responsoriale
Sal 50

Rit.: Crea in me, o Dio, un cuore puro.

Pietà di me, o Dio, nel tuo amore;
nella tua grande misericordia
cancella la mia iniquità.
Lavami tutto dalla mia colpa,
dal mio peccato rendimi puro.

Crea in me, o Dio, un cuore puro,
rinnova in me uno spirito saldo.
Non scacciarmi dalla tua presenza
e non privarmi del tuo santo spirito.

Rendimi la gioia della tua salvezza,
sostienimi con uno spirito generoso.
Insegnerò ai ribelli le tue vie
e i peccatori a te ritorneranno.

Seconda lettura
Eb 5,7-9

Cristo, nei giorni della sua vita terrena, offrì preghiere e suppliche, con forti grida e lacrime, a Dio che poteva salvarlo da morte e, per il suo pieno abbandono a lui, venne esaudito.
Pur essendo Figlio, imparò l’obbedienza da ciò che patì e, reso perfetto, divenne causa di salvezza eterna per tutti coloro che gli obbediscono.

Vangelo
Gv 12,20-33

In quel tempo, tra quelli che erano saliti per il culto durante la festa c’erano anche alcuni Greci. Questi si avvicinarono a Filippo, che era di Betsàida di Galilea, e gli domandarono: «Signore, vogliamo vedere Gesù».
Filippo andò a dirlo ad Andrea, e poi Andrea e Filippo andarono a dirlo a Gesù. Gesù rispose loro: «È venuta l’ora che il Figlio dell’uomo sia glorificato. In verità, in verità io vi dico: se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto. Chi ama la propria vita, la perde e chi odia la propria vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna. Se uno mi vuole servire, mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servitore. Se uno serve me, il Padre lo onorerà. Adesso l’anima mia è turbata; che cosa dirò? Padre, salvami da quest’ora? Ma proprio per questo sono giunto a quest’ora! Padre, glorifica il tuo nome».
Venne allora una voce dal cielo: «L’ho glorificato e lo glorificherò ancora!».
La folla, che era presente e aveva udito, diceva che era stato un tuono. Altri dicevano: «Un angelo gli ha parlato». Disse Gesù: «Questa voce non è venuta per me, ma per voi. Ora è il giudizio di questo mondo; ora il principe di questo mondo sarà gettato fuori. E io, quando sarò innalzato da terra, attirerò tutti a me». Diceva questo per indicare di quale morte doveva morire.

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