Deuteronomio 18,15-20;
Salmo 94;
1Corinzi 7,32-35;
Marco 1,21-28
Lectio
Gesù di Nazareth è visto dalla prima generazione cristiana anche come “nuovo Mosè”. E molto di più di Mosè, perchè l’autore del brano evangelico si domanda: chi può guarire all’istante un indemoniato? solo Dio. Dunque se Gesù di Nazareth è in grado di guarire un indemoniato, vuol dire che Gesù di Nazareth è Dio.
Inoltre gli ebrei, presenti nella sinagoga, si stupiscono, perchè Gesù prima guarisce l’indemoniato – da l’esempio di attenzione verso una persona ritenuta ultima in Israele, perché indemoniata – e, soltanto dopo insegna. Ecco l’autorevolezza, che è la vera autorità.
Infine un accenno alla seconda lettura.
Anche in questo caso dobbiamo ricordare che la prima generazione cristiana era convinta di vedere la fine del mondo, per questo Paolo afferma che non sposarsi è meglio.
L’Apostolo nella lettera agli Efesini, dove, anche se l’autore non è Paolo ma un suo discepolo che ne conosceva bene il pensiero, traccia un bellissimo quadro del matrimonio, mentre invece in 1 Corinzi sembra contraddirsi. Forse l’Apostolo non ha avuto troppa simpatia per il matrimonio. Certo è che il paragone che porta tra il comportamento della donna sposata e la vergine, nei confronti di Dio, non calza, perchè i due stili di vita sono altrettante vocazioni che lo Spirito dona per servire la chiesa.
Meditatio
Anche oggi è importante esercitare l’autorevolezza e non l’autorità. Certo è più facile essere autoritario che autorevole. San Vincenzo nella redazione della regola per noi missionari, scrive ” […] il Figlio di Dio, prima fece e poi insegnò.
L’autorevolezza è condivisione, l’autorevolezza è permettere a ciascun fratello di esprimersi e di valorizzare le doti che lo Spirito gli ha donato per servire la Chiesa.
L’autorevolezza è far in modo di condurre insieme i ministeri, la pastorale, la carità.
L’autorevolezza è far risaltare, di fronte all’opinione pubblica, che noi cristiani ci prendiamo cura degli “ultimi”, dei poveri, di coloro che nnon hanno voce, perchè all’interno delle nostre comunità si cerca di vivere l’autrevolezza reciproca.
Buona domenica.
Prima lettura
Dt 18,15-20
Mosè parlò al popolo dicendo:
«Il Signore, tuo Dio, susciterà per te, in mezzo a te, tra i tuoi fratelli, un profeta pari a me. A lui darete ascolto.
Avrai così quanto hai chiesto al Signore, tuo Dio, sull’Oreb, il giorno dell’assemblea, dicendo: “Che io non oda più la voce del Signore, mio Dio, e non veda più questo grande fuoco, perché non muoia”.
Il Signore mi rispose: “Quello che hanno detto, va bene. Io susciterò loro un profeta in mezzo ai loro fratelli e gli porrò in bocca le mie parole ed egli dirà loro quanto io gli comanderò. Se qualcuno non ascolterà le parole che egli dirà in mio nome, io gliene domanderò conto. Ma il profeta che avrà la presunzione di dire in mio nome una cosa che io non gli ho comandato di dire, o che parlerà in nome di altri dèi, quel profeta dovrà morire”».
Salmo responsoriale
Sal 94
Rit.: Ascoltate oggi la voce del Signore.
Venite, cantiamo al Signore,
acclamiamo la roccia della nostra salvezza.
Accostiamoci a lui per rendergli grazie, a lui acclamiamo con canti di gioia.
Entrate: prostràti, adoriamo,
in ginocchio davanti al Signore che ci ha fatti.
È lui il nostro Dio
e noi il popolo del suo pascolo,
il gregge che egli conduce.
Se ascoltaste oggi la sua voce!
«Non indurite il cuore come a Merìba,
come nel giorno di Massa nel deserto,
dove mi tentarono i vostri padri:
mi misero alla prova
pur avendo visto le mie opere».
Seconda lettura
1Cor 7,32-35
Fratelli, io vorrei che foste senza preoccupazioni: chi non è sposato si preoccupa delle cose del Signore, come possa piacere al Signore; chi è sposato invece si preoccupa delle cose del mondo, come possa piacere alla moglie, e si trova diviso!
Così la donna non sposata, come la vergine, si preoccupa delle cose del Signore, per essere santa nel corpo e nello spirito; la donna sposata invece si preoccupa delle cose del mondo, come possa piacere al marito.
Questo lo dico per il vostro bene: non per gettarvi un laccio, ma perché vi comportiate degnamente e restiate fedeli al Signore, senza deviazioni.
Vangelo
Mc 1,21-28
In quel tempo, Gesù, entrato di sabato nella sinagoga, [a Cafàrnao,] insegnava. Ed erano stupiti del suo insegnamento: egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità, e non come gli scribi.
Ed ecco, nella loro sinagoga vi era un uomo posseduto da uno spirito impuro e cominciò a gridare, dicendo: «Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio!». E Gesù gli ordinò severamente: «Taci! Esci da lui!». E lo spirito impuro, straziandolo e gridando forte, uscì da lui.
Tutti furono presi da timore, tanto che si chiedevano a vicenda: «Che è mai questo? Un insegnamento nuovo, dato con autorità. Comanda persino agli spiriti impuri e gli obbediscono!».
La sua fama si diffuse subito dovunque, in tutta la regione della Galilea.
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