Isaia 22,19-23;
Salmo 137;
Romani 11,33-36;
Matteo 16,13-20
Lectio
Pietro, che nel vangelo è il segno dell’unità della chiesa, offre la risposta esatta sull’identità di Gesù, mentre il popolo ebraico pensava che Gesù fosse uno degli antichi profeti tornato in vita.
Il vangelo sottolinea come l’intuizione della comunità cristiana sull’identità di Gesù non è data dall’intelligenza umana, ma è un dono dello Spirito Santo. Questo è puntualizzato anche nella seconda lettura. Mentre la prima lettura incentra il suo messaggio sulla figura del messia che compie quanto gli antichi profeti hanno annunziato.
Infine, tornando al vangelo, è importante comprendere che la pietra, non è Pietro, ma Cristo. Quindi la chiesa è fondata sulla pietra che è Cristo. Quella pietra scartata dai costruttori, questi erano i farisei, gli scribi, i sacerdoti del tempio di Gerusalemme e i dottori della legge di Mosè.
Ecco perché la chiesa ha superato, lungo i secoli, tutte le difficoltà e specialmente quelle che le venivano dall’interno.
Meditatio
In occidente in questo periodo storico in cui la chiesa non ha ancora trovato un linguaggio adeguato per evangelizzare la società ricca – così chiamo l’insieme dei paesi occidentali, anche in questo periodo di crisi, perché in confronto con il terzo e quarto mondo possiamo ancora considerarci paesi ricchi – si sentono le voci dei profeti di sventura – così li ha chiamati san Giovanni XXIII nel suo discorso in occasione dell’apertura del Concilio Vaticano II – preoccupati del futuro della nostra chiesa, causa la mancanza dei preti e delle suore e della situazione sociale sempre più secolarizzata.
Invece noi cristiani dobbiamo aver fiducia: è lo Spirito che guida la chiesa. È lo Spirito che ci sta facendo compiere questo cammino di purificazione. Purificazione, in primo luogo, dalla cultura clericale. La cultura clericale è quel modo di vivere, ancora presente in una parte del clero e del mondo delle suore che, invece di impostare la vita sul vangelo, la imposta sulla diplomazia e sulla paura di affrontare i problemi, per cui coloro che puntano i piedi, l’hanno sempre, o quasi sempre vinta. In genere coloro che puntano i piedi sono anche protetti dalle piccole lobby, formate da coloro che appartengono ai movimenti dell’integralismo cattolico (cfr. C.L. e Cammino Neocatecumenale), che si possono alleare con altri che hanno scheletri negli armadi, per formare appunto gruppi di potere.
È appunto la mentalità clericale un prototipo del comportamento degli scribi, dei farisei, dei dottori della legge e dei sacerdoti del tempio di Gerusalemme, di cui non fanno parte quei preti santi e altri pastori che cercano con tutte le loro forze di estirpare. La mentalità clericale aborrisce essere la pietra scartata dai costruttori, cerca la stima, cerca i primi posti, mimetizzandosi, a volte, sotto i tratti dell’obbedienza e di una falsa umiltà.
Ecco il cammino verso la purificazione della chiesa che lo Spirito ci sta facendo percorrere. Tranquilli arriveremo al porto sospirato: al compimento di ciò che lo Spirito Santo ha dettato con i documenti del Concilio Vaticano II.
L’importante che si compia, come chiesa e come singoli cristiani, la volontà del Padre. Questa è la preghiera d’intercessione, l’unica, che il cristiano deve quotidianamente rivolgere al Padre.
La chiesa sulla terra accoglierà il Signore, nel giorno in cui tornerà dal paradiso, ma nulla potrà cancellarla dalla faccia della terra.
Buona domenica.
Ventunesima domenica del Tempo Ordinario A Di p. Giorgio Bontempi c.m.
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