Domenica di Pentecoste Solennità Di p. Giorgio Bontempi c.m.

da | Giu 5, 2014 | La Parola per la Chiesa | 0 commenti

Atti 2,1-11;
Salmo 103;
1Corinzi 12,3-7.12-13;
Sequenza
Giovanni 20,19-23

Nota Storica

La parola Pentecoste (= dal greco pentekosté eméra = cinquantesimo giorno) era, presso gli ebrei, la festa agricola della mietitura, che si celebrava cinquanta giorni dopo la pasqua. In seguito vi si aggiunse la memoria della promulgazione della legge ricevuta sul monta Sinai. In ambiente cristiano diventa il momento conclusivo delle feste pasquali.

Lectio

Lo Spirito santo è disceso sugli apostoli riuniti nel giorno della Pentecoste, oppure la sera del primo giorno della settimana, quando Gesù risorto lo infonde loro? Che cosa rispondereste?
Vediamo qui un esempio di quello che porta l’interpretazione letterale della sacra scrittura. Qui la scrittura si contraddice: gli Atti degli apostoli asseriscono che lo Spirito santo è stato effuso sulla chiesa nascente il giorno di Pentecoste, mentre il vangelo di Giovanni attesta che è stato Gesù risorto ad effondere lo Spirito sugli apostoli durante una delle sue apparizioni nel primo giorno dopo il sabato. Può esserci contraddizione nella Parola di Dio? No! E allora come risolviamo la questione?
È semplice risolvere la questione, basta usare il metodo storico critico che i biblisti hanno portato alla luce dopo il Concilio Vaticano II.
Con questo metodo, ogni libro della bibbia è posto nel suo contesto storico e ci si chiede qual è lo scopo per cui è stato scritto.
Gli Atti degli apostoli, scritti tra il 75 2 l’85 d.C. hanno lo scopo di annunciare alle comunità cristiane di ogni tempo che la chiesa è condotta dallo Spirito santo e che nulla e nessuno riuscirà a farla scomparire dalla storia, anzi lo Spirito si servirà della chiesa per evangelizzare il mondo. Provate ora a rileggere il brano, dopo quanto ho scritto.
I popoli che sono menzionati, sono le nazioni che compongono l’impero romano e che comprendono il vangelo ognuno nella propria lingua, questo per dire come lo Spirito conduce la Chiesa a superare i limiti delle culture, ma ad assimilarle.
Il Vangelo di Giovanni, redatto tra il 90 – 120 d.C. è una catechesi rivolta ad una comunità ormai abbastanza strutturata, in cui però sono sorte delle divisioni, per questo l’autore ricorda ai suoi destinatari che la chiesa dev’essere unita, perché deriva dall’azione di un solo Spirito, che agisce nella liturgia, specialmente quando la comunità riunita nel giorno del Signore, chiede al Padre che mandi lo Spirito a trasformare il pane ed il vino in Cristo risorto.




Meditatio

Nella Chiesa si parla molto dello Spirito santo, chissà quante veglie che si faranno in preparazione della solennità della Pentecoste.
Pensiamo alle volte che si prega lo Spirito per ottenere vocazioni, sia nelle diocesi che nelle comunità religiose.

Il Papa, durante l’incontro con il movimento del Rinnovamento dello Spirito, ha detto ai suoi adepti, che questi non si debbano mai ritenere dispensatori dello Spirito agli altri, ma solo “manovali” a cui lo Spirito dice quello che si deve fare. Naturalmente “manovale” deve essere ogni cristiano, non c’è bisogno di far parte del Rinnovamento.

Questo concetto dell’”essere manovale” è fondamentale, perché oggi c’è la tentazione di voler manipolare lo Spirito Santo per la nostra utilità, specialmente quando ci siamo “costruiti” delle posizioni di potere e di tranquillità nelle comunità cristiane o nei gruppi ecclesiali.
Lo Spirito chiede alla Chiesa, e quindi a ciascuno di noi, di evangelizzare la nostra società e, per questo, di seguire le sue indicazioni.
Il metodo infallibile è quello di non fermarsi mai nell’imbroglio del si è sempre fatto così, perché questo è il modo migliore di far si, che lo Spirito non agisca, come non agì in scribi, farisei e dottori della legge che, in ossequio alle loro tradizioni, rimasero ciechi di fronte all’evento Cristo, fino a causarne la morte in croce. Potremmo dire che, tutte le volte che lo Spirito non agisce, perché gli si contrappone la resistenza del si è sempre fatto così, il Signore continua a morire il croce? Così finiscono le opere, i poveri non sono più nostri signori e padroni, ma strumenti per persone rampanti, che, per nostra disgrazia fanno parte dei GVV ed altri gruppi caritativi, e si sono costruite una fama……e è del mantenimento di tale fame che si preoccupano e i poveri sono solo lo strumento per mantenerla…
Invece, seguendo lo Spirito, le opere rinvigoriscono, la collaborazione e sempre più bella e la chiesa può continuare a servire il povero, ad evangelizzare sull’esempio del suo Signore, compiendo la volontà del Padre.

Buona festa di pentecoste e buon termine del Tempo pasquale.

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