Quinta Domenica del Tempo Ordinario A di p. Giorgio Bontempi c.m.

da | Feb 6, 2014 | La Parola per la Chiesa | 0 commenti

Is 58,7-10;
Sal 111;
1Cor 2,1-5;
Mt 5,13-16

Lectio

La nostra Luce è Cristo risorto. Come possiamo far risplendere questa luce? Troviamo la risposta nel brano propostoci come prima lettura, tratto dal profeta Isaia al capitolo 58.
Far risplendere la luce significa: prendersi cura dei poveri. Combattere le ingiustizie e prendere le difese di coloro che sono accusati ingiustamente, da chi si nasconde dietro la “fama” conquistata con inganno.
È questo comportamento che evangelizza, è di questo atteggiamento che parla l’Apostolo nella seconda lettura.

Meditatio

Il cristiano deve far risplendere il Cristo, luce del nostro cammino, per essere una persona fedele alle promesse del proprio battesimo. Altrimenti il cristiano diventa una persona insignificante: è come il sale che non sala. È come dire: che senso ha dirsi cristiani e non prendere le difese dei poveri? Nel povero, particolarmente, è presente il Risorto. quindi prendere le sue difese, non solo è doveroso, ma ne va del senso del nostro essere cristiani, perché, colui che non prende le parti del povero, quando è oppresso da colui che lo sfrutta, o lo ricatta, non può celebrare l’Eucaristia nel giorno del Signore, perché in questa – con parole e gesti – si afferma l’impegno, come singoli e come comunità cristiana, di mettere in pratica il vangelo. E nel vangelo è scritto che gli ultimi saranno i primi e i primi gli ultimi.

Vedete come il papa pone tutto il suo impegno a scardinare quella mentalità devozionalistica e pietista che, in buona fede, ha costruito generazioni cristiane che hanno confuso la carità e l’umiltà con il silenziobe la vigliaccheria, con la conseguenza di aver occultato tanto male all’interno della Chiesa e, purtroppo, questa piaga è ancora aperta, perché – anche se in modo molto minore – situazioni incresciose ancora “coperte”, ma che verranno alla luce, come afferma il vangelo.
Il cristiano dev’essere luce e non permettere che, anche nelle nostre strutture esistano persone che, per esercitare l’autorità come potere e come sopruso, ricattano il povero con lo spauracchio del timore del licenziamento.
Auguro a tutti di poter far risplendere la luce di Cristo.

Buona domenica.

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