Ottava domenica del Tempo Ordinario A, di p. Giorgio Bontempi c.m.

da | Feb 28, 2014 | La Parola per la Chiesa | 0 commenti

Is 49,14-15;
Sal 61;
1Cor 4,1-5;
Mt 6,24-34

Lectio

Il vangelo puntualizza il comportamento del cristiano e della chiesa: si serve Dio, ma non come un re o un padrone, Egli – come afferma il profeta Isaia – è una madre per ogni persona. Anzi, Dio è padre e madre, egli è il “genitore perfetto”.
Quindi se il cristiano pone al centro della propria vita la preoccupazione dell’avere del possedere, del gestire la propria vita è come se smentisse il grande amore di Dio nei suoi riguardi
Inoltre, colui che vive per avere sempre di più, per dominare è la persona che si ritiene padrone della propria vita, invece che amministratore di beni che non sono suoi. Si tratta di una persona che vive nel provvisorio, con una grande paura della morte: un poveretto che non ha incontrato il Risorto, per cui – noi fortunati – dobbiamo pregare ogni giorno.

Meditatio

Il brano del vangelo di Matteo non intende far un elogio agli sprovveduti e di coloro che hanno le mani bucate e non sanno amministrare!
Il vangelo ci mette in guardia dal fondare la propria vita sul denaro e le cose materiali.
Questo significa che nella nostra esistenza si dovrà amministrare bene. San Vincenzo de Paoli era un ottimo amministratore dei beni dei poveri, che soleva denominare suoi ” signori e padroni”; nel 1600 si chiamavano così i grandi di Francia: il Re Sole; Richelieu; il principe di Condè ecc…
Così ogni cristiano dovrà saper gestire bene i suoi beni, farne parte ai poveri, per testimoniare che la vita non è fondata sull’avere, sul dominare, ma sull’amore del Padre che ci rende liberi dal pericolo di farsi dominare dall’avere e dal dominare.

Aiutiamo con la nostra preghiera quei fratelli che sono caduti preda dell’avere e del dominare. Aiutiamoli, per quanto è nelle nostre possibilità con il consiglio e con l’esempio. Croloro che non si adoperano in favore di queste persone, compiono un peccato di omissione.
Per aiutare questi fratelli potrebbe anche, alle volte, essere necessario sollevarli da alcuni posti di responsabilità in cui compiono abusi di autorità e ricatti nei confronti dei poveri e dei deboli, per manifestare su  di loro il dominio.
Invece servire Cristo nei fratelli poveri fperchè, secondo il pensiero di san Vincenzo de Paoli un pane ed un brodo possono darlo tutti, ma il cristiano deve farsi perdonare, tramite il suo amore, il pane che offre al povero, in cui Cristo è presente in un modo tutto particolare.

Buona domenica.

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