Epifania del Signore Di p. Giorgio Bontempi c.m.

da | Gen 4, 2014 | La Parola per la Chiesa | 0 commenti

Isaia 60,1-6;
Salmo 71;
Efesini 3,2-3.5-6;
Matteo 2,1-12

Lectio

Al tempo dell’impero romano, e quindi al tempo di Gesù, ogni personaggio illustre, in primis l’imperatore, aveva la sua stella. Questo è il significato della stella nel racconto evangelico: anche Gesù ha la sua stella, perché non esiste nessuno – neppure l’imperatore – che sia più importante di Lui. Questa era convinzione delle prime comunità cristiane ed era un’asserzione molto pericolosa, perché l’imperatore era considerato un dio in terra….e non riconoscere la sua divinità, poteva costare l’accusa di ateismo e, siccome l’ateo non aveva cittadinanza nell’impero, questi era reo di morte.

I magi, che rappresentano tutti i popoli (= le genti, da qui la parola Gentili, che non significa: persone gentili, ma persone che non professano la fede d’Israele e quindi persone di seconda razza) i quali accolgono il Messia, mentre il popolo eletto e i suoi governanti, non solo lo rifiutano, ma, con inganno, giungeranno ad ucciderlo. Infatti l’atteggiamento di Erode, richiama l’atteggiamento che avranno i capi del popolo e Ponzio Pilato durante il processo a Gesù.

È da ricordare che, al tempo in cui è stata scritta la pagina evangelica su cui stiamo meditando, Paolo aveva già annunciato il vangelo nel mondo pagano e si erano costituite le prime comunità cristiane di persone che non erano di tradizione ebraica.

Meditatio

Nella tradizione/leggenda dei racconti del Natale, quella che è stata la madre del Natale consumistico che, come ben sappiamo, ha ridotto questa solennità al pranzo in famiglia, ad una bontà edulcorata e a tempo, i magi sono ridotti ad indovini che, seguendo la stella giungono alla casa dove vive la sacra famiglia e poi – dopo l’adorazione – se ne tornano a casa. Erode, quando si accorge di essere stato preso in giro, non li fa inseguire e non li punisce con la morte, com’era solito fare con chi non eseguiva i suoi ordini…..è tutto non verosimile. Ecco perché la tradizione /leggenda dei racconti del Natale, ha perso nel tempo il suo significato ed è stata sostituita dal Natale consumistico.

Invece se compiamo la giusta lectio e quindi diamo il vero significato che il brano in questione racchiude, allora cambia la situazione.
I re magi rappresentano tutti i popoli della terra. Questo significa che il nostro Dio è il Dio di tutti: credenti e non credenti, cristiani, mussulmani, buddisti ecc.
Attenzione, ho detto che il nostro Dio è il Dio di tutti i popoli, non ho detto che il nostro Dio è uguale ad Allah, a Budda ecc….
Il nostro Dio è il Padre del nostro Signore Gesù Cristo, uno in tre persone: Padre, Figlio e Spirito Santo.

Che cosa significa che il nostro Dio è il Dio di tutti i popoli?
Significa che ogni persona è suo figlio; significa che il Padre parla nel cuore di ogni uomo; significa che il nostro Dio desidera ardentemente è mette in atto ogni strategia, affinché tutti entrino in paradiso.
Infatti, è bene tenere sempre presente, che in paradiso non si entra per proprio merito, ma per amore gratuito del padre.

Come i magi che gratuitamente hanno avuto il dono di seguire la stella, che gli ha condotti alla casa in cui viveva la santa famiglia, così ogni Cristiano deve sentirsi avvolto da questo amore gratuito del Padre. Altrimenti si è solo di contro testimonianza.

Questo amore del Padre ci deve far osare, ci deve aprire a nuovi progetti, non richiudere nel si è sempre fatto così, nel si è sempre visto così e si procede trascinandoci nel quotidiano tran tran e, quando s’incontrano cristiani che, essendo coscienti dell’amore gratuito del padre, intendono far fare passi avanti alle realtà ecclesiali, subito tagliar loro le gambe.
Per portare avanti i progetti di Dio non bisogna aver nulla da perdere, non bisogna essere come il giovane ricco che aveva molti beni e se ne andò via triste!
Dobbiamo essere cristiani felici che seguono la nostra stella che è Cristo e non cristiani che si accontentano di guardare nel loro immobilismo la stella. I talenti vanno trafficati, affinché il nostro servizio risponda ai bisogni del mondo contemporaneo.

Buona solennità.

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