Isaia 42,1-4.6-7
Salmo 28
Atti 10,34-38
Matteo 3,13-17
Lectio
La figura del messia tracciata dal profeta Isaia non è quella del potente, di colui che è in cerca di costruirsi una fama, per apparire sempre in primo piano, o nel gruppo di coloro che contano, ma è il servo: colui che si preoccupa principalmente di compiere la volontà del Padre. Non sarà un violento, un arrogante, un integralista ma neppure un debole, perché con la fermezza che è data dalla calma, che è la virtù dei forti, non avrà paura di sostenere la verità.
Questi sarà una persona che incoraggia gli altri, che dona fiducia e sicurezza a chi si sente debole ed indifeso. Il messia è una persona che si coglie come uno strumento nelle mani di Dio.
Possiamo vedere in questo quadro dipinto da Isaia i tratti della persona di Gesù di Nazareth.
Egli ha mostrato Dio come il padre di ogni persona. Tutti sono amati da Dio e invitati a godere della sua gloria.
Gesù, con il suo esempio, ha tracciato la via che ogni cristiano deve percorrere: compiere quotidianamente la volontà del Padre, che si rivela nell’amare Dio ne prossimo, specialmente in coloro che sono ritenuti persone che non contano nella società dell’apparire, della ricerca della fama.
Gesù inizia il suo ministero sottoponendosi al battesimo di Giovanni. Con questo gesto egli avvalora l’operato del Battista e ne esalta la personalità: per Gesù Giovanni è il più grande profeta. Questo significa, per l’autore del brano evangelico – redatto almeno quarant’anni dopo la morte e risurrezione del Signore –, che coloro che hanno ucciso Giovanni, hanno ucciso una persona gradita a Dio e quindi hanno commesso un peccato gravissimo.
È importante sottolineare che il battesimo di Giovanni era soltanto un rito ebraico di penitenza.
Meditatio
Ormai decaduta la teologia del limbo e decretata da Papa Benedetto XVI la sua inesistenza, possiamo tornare a trattare del battesimo con le categorie proprie della tradizione cristiana dei primi secoli.
Il battesimo, come ho scritto sopra, era un gesto di penitenza in uso nel popolo ebraico. Dopo la morte e risurrezione di Cristo, le comunità cristiane lo adottano cristianizzandolo: non si tratta più di un gesto di penitenza, ma bensì della celebrazione fondamentale della vita cristiana: una persona cambia il modo di pensare e di vivere ed entra nella comunità cristiana. Mentre, prima del battesimo, la sua vita era centrata sulle cose e sulle persone: usare le cose per il bene mio e dei miei cari (farsi una posizione, avere un buon stipendio e delle persone da cui essere amato, per vivere questa vita, che è una e solo questa, nel miglior modo possibile).
Dopo il battesimo nasce l’uomo nuovo la cui prima preoccupazione è quella di compiere la volontà del Padre. Per attuare questo è necessario entrare nella logica del vangelo: incontrare il Risorto nelle persone ogni giorno, prendersi cura dei poveri e degli ultimi; saper denunciare – sempre con carità – tutti i soprusi che i grandi o presunti tali compiono quotidianamente conto i poveri e gli indifesi.
Naturalmente l’uomo nuovo sa, per esperienza, che la vita non è tolta ma trasformata e quindi non teme di perdere la fama i posti d’onore, la stima dei cosiddetti “grandi” o dei figli del mondo dell’apparire, perché dopo l’incontro con il Risorto, ha compreso che quello che conta nella vita è andare in paradiso.
Il battesimo è la presa di coscienza dell’essere diventato cristiano, è la scelta di vita della persona adulta è un cambiamento radicale del modo d’impostare l’esistenza, di rapportarsi con le persone e le cose.
Vi sembra che accada tutto questo dopo che abbiamo battezzato i nostri bambini? Vi sembra che i genitori ed i padrini (a volte divorziati e risposati o conviventi, o non praticanti), possano dare l’esempio di persone nuove, di cui ho scritto sopra?
Urge cambiare la prassi battesimale. Questo sacramento da gesto culturale, deve al più presto tornare ad essere il sacramento base in cui un cristiano sceglie, di fronte alla comunità, di vivere secondo il vangelo di Cristo.
Con questa festa del Battesimo del Signore si chiude il Tempo di Natale ed inizia la prima parte del Tempo Ordinario, che terminerà il 4 marzo, martedì prima del mercoledì delle Ceneri inizio della Santa Quaresima.
Buona domenica
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