Terza domenica di Avvento A – Gaudete, di p. Giorgio Bontempi c.m.

da | Dic 13, 2013 | La Parola per la Chiesa | 0 commenti

Isaia 35,1-6.8.10;
Salmo 145;
Giacomo 5,7-10;
Matteo 11,2-11


Lectio

Il vangelo odierno propone di riflettere sulla venuta del messia nella persona di Gesù di Nazareth. Egli non è la figura del messia annunciato da Giovanni il Battista. Un messia vendicativo: un messia che punisce coloro che, come le persone potenti, si sono goduti la vita non preoccupandosi di osservare i precetti della legge Mosè, e che, invece, premia coloro che hanno vissuto di privazioni per restare fedeli alla legge.
Gesù si presenta come colui che attua il messaggio dei profeti, specialmente quello del profeta Isaia: prendersi cura dei poveri, dei malati, degli  ultimi, all’interno del popolo ebraico e far comprendere ai potenti che la loro vita, spesa nella ricerca del potere e del denaro, è una vita buttata via, perché riduce la persona umana all’avere e non all’essere:una persona vale non per quello che è, bensì per quello che ha.
In base a questa logica il vangelo elogia il Battista, perché nella sua predicazione ha avuto il coraggio di denunciare la vita fondata sul del potere e sull’avere, che mortifica i poveri e gli esclusi. Giovanni è ucciso, perché egli non è una canna sbattuta dal vento e, quando una persona ha il coraggio di Giovanni, c’è un solo modo per farla tacere: eliminarla!

Meditatio

A oltre la metà del cammino dell’Avvento in cui ci stiamo verificandoci sul nostro “accogliere il Signore, ogni giorno, nel volto dei fratelli, in modo particolare dei poveri”, la parola di Dio che ci è proposta in questa domenica ci accompagna nel cammino alla sequela del Signore, ponendoci alcune domende: sono una canna sbattuta dal vento, oppure ho il coraggio delle mie idee?
Sono una persona che da ragione all’ultimo con cui parla, per poter rimanere a galla e conservare il potere, oppure ho il coraggio di affrontare e discutere i problemi, per meglio servire il Signore, la chiesa, i poveri?
Sono una persona che do importanza agli altri, secondo il ruolo da loro ricoperto, oppure tutti sono fratelli e difendo la verità senza guardare il faccia nessuno? nel profondo del mio cuore come valuto il comportamento di Gesù e quello di Giovanni? li reputo degli esagerati, oppure dei maestri da seguire?

Se li reputo dei maestri da seguire e cerco di vivere con coraggio il vangelo e non essere una canna sbattuta dal vento è segno che ho incontrato il Risorto e so che andrò in Paradiso, per amore del Padre. Al contrario, significa che non sono convinto fino in fondo, che il Padre mi ama, che il Risorto – che non ho ancora incontrato – vive nel volto del mio prossimo e specialmente nei poveri, che tutto ciò che compio di buono quotidianamente è opera dello Spirito santo.
E questo può capitare anche a coloro che frequento la Messa quotidiana, che servono i poveri e altro ancora, perché qualcosa di simile facevano anche coloro che, nel racconto evangelico del ” giudizio universale” non sono stati riconosciuti dal vangelo tra i discepoli di Gesù.

È necessario vigilare con umiltà e seguire i “veri” profeti.

Buona domenica.

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