Trentunesima domenica del Tempo Ordinario C Di p. Giorgio Bontempi c.m.

da | Nov 2, 2013 | La Parola per la Chiesa | 0 commenti

Sapienza 11,22-12,2;
Salmo 144;
2Tessalonicesi 1,11-2,2;
Luca 19,1-10

Lectio

Zaccheo era un pubblicano, anzi era il capo dei pubblicani, ma chi erano i pubblicani? Lo ricordiamo. Nell’impero romano esisteva la pax romana, che consisteva nell’adorare gli dei che si preferiva e anche l’imperatore, pagare le tasse e non fare tumulti.
In Israele i romani avevano incaricato alcune persone di riscuotere le tasse: il popolo li chiamava pubblicani, il termine era il sinonimo di ladro e imbroglione protetto dallo stato.
I pubblicani erano odiati in Israele.
Gesù arriva a Gerico, la prima città che gli ebrei avevano conquistato quando iniziarono a penetrare nella terra di Cana, che poi sarebbe diventata Israele. Gesù si abbassa per arrivare da Zaccheo; invece questi si alza – si arrampica su un albero – per vedere Gesù e questi lo invita a scendere e chiede di essere invitato da Zaccheo a cenere con lui.
L’accoglienza di Zaccheo e lo stare con Gesù lo converte. Perché Zaccheo cambia la sua vita: da arrivista avido di denaro, giunge ad essere una persona nuova: riconosce il proprio  peccato e cerca di riparare, usando il denaro per il bene dei fratelli.
Al contrario i farisei, pieni di se stessi e delle loro certezze, accusano Gesù di essersi contaminato dai peccati di Zaccheo e, di conseguenza, di essere un falso messia e non quello atteso. I farisei non riescono a vedere la splendida opera che Dio compie in Zaccheo, essi sono autoreferenziali: si attribuiscono il bene compiuto e pensano di essere loro, insieme ai dottori della legge ed ai sacerdoti del Tempio di Gerusalemme ad essere i soli giusti di fronte a Dio.

Meditatio

Per una vera conversione sono necessarie alcune condizioni: accogliere il Signore; riconoscere i propri limiti; cercare di migliorare, sapendo che il Padre ci ama così come siamo; saper vedere il bene che lo Spirito santo compie, anche quando si serve di persone che non avremo mai pensato che questi se ne servisse.

Riconoscere che il bene da noi compiuto è sempre e comunque opera dello Spirito santo; essere convinti che il Padre pone in atto ogni mezzo affinché l’umanità – dal suo inizio ad oggi – entri in Paradiso.

Infine una vera conversione si concretizza mediante il servizio gratuito nella chiesa esercitato in silenzio e con costanza. Senza cedere alla tentazione del potere perché, e parlo per esperienza, anche nell’esercitare il servizio dei poveri ci può essere una ricerca del potere e della vanità.
Auguro a tutti una vera conversione, come fu quella di Zaccheo.

Buona domenica

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