Ventottesima domenica del Tempo Ordinario C Di p. Giorgio Bontempi c.m.

da | Ott 11, 2013 | La Parola per la Chiesa | 0 commenti

2 Re 5, 14 – 17
Dal Salmo 97
2 Timoteo 2, 8 – 13
Luca 17,11 – 19

Lectio

Gesù, al contrario dei rabbini del suo tempo, avvicina e s’intrattiene con i malati e anche con i lebbrosi, queste categorie erano poste, dalle autorità politi che e religiose d’Israele, ai margini della società. Anzi i lebbrosi erano proprio isolati per paura del contagio.
Gesù incontra tutti: la Galilea, a differenza della Giudea, era una regione malfamata, perché in essa c’era l’usanza di contrarre matrimoni misti, tra ebrei e pagani: questo contravveniva le norme della legge di Mosè. Gesù incontra anche i samaritani. Questi ritenevano che la dimora di Dio fosse sul monte Garizim ubicato nella loro regione e non nel tempio di Gerusalemme, per questo tra samaritani ed ebrei ci si era scambiata l’accusa di eresia.

Gesù si china sugli ultimi, ne condivide il dolore e guarisce i lebbrosi.
L’evangelista nota come, non ostante i vari miracoli compiuti da Gesù il popolo ebraico, rappresentato dai nove lebbrosi, non riconosce l’azione di Dio in Gesù di Nazareth mentre, gli altri popoli, ritenuti da Israele razze inferiori, riconoscono in Gesù il Cristo, il Figlio del Dio vivente. È importante sottolineare che, la redazione del vangelo di Luca è posteriore alla predicazione di san Paolo. Ormai i pagani sono entrati di diritto nelle comunità cristiane.

Il tema dei pagani che riconoscono in Gesù il Figlio di Dio si potrebbe accostare al messaggio insito nella prima lettura: i pagani ascoltano i profeti, mentre Israele non si accorge neppure di loro…..

Meditatio

Perché rendere grazie a Dio? Perché – come ho già sottolineato molte altre volte – tutto il bene compiuto da noi e da altri è opera dello Spirito santo.
I nove lebbrosi che non tornano a ringraziare il Signore, rappresentano quelle persone che si ritengono religiose, praticanti, appartenenti a Movimenti eletti, per cui il bene ricevuto da Dio è la ricompensa per il loro lavoro.
Il lebbroso samaritano rappresenta, invece, l’azione dello Spirito che agisce come vuole e dove vuole, rappresenta quelle persone che sono consapevoli di non meritare nulla, e quindi di essere consapevoli che l’amore di Dio è gratuito e che loro ne sono beneficiari senza alcun merito: questo è l’atteggiamento del cristiano felice! Auguro a tutti di essere cristiani felici e non superbi, presuntuosi, invischiati nella politica, corrotti per conservare il potere e quindi vomitare accuse false e ignobili contro i profeti del nostro tempo (cfr. ricordo quello che fu scritto per offuscare l’immagine del grande e santo vescovo Carlo Maria Martini), questi sono i cristiani tristi sempre pronti ad essere contro tutti coloro che non la pensano come loro fino ad eliminarli….!

Buona domenica.

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