Ventinovesima domenica del Tempo ordinario, di P. Giorgio Bontempi, CM

da | Ott 18, 2013 | La Parola per la Chiesa | 0 commenti

Esodo 17,8-13;
Salmo 120;
2Timoteo 3,14-4,2;
Luca 18,1-8

Lectio

Torniamo ad un concetto molto importante per comprendere il vangelo di questa domenica e la prima lettura.
La prima generazione cristiana era convinta che, in capo alla loro generazione, il Signore tornasse dalla sua gloria per il giudizio universale. Allora la comunità cristiana avrebbe dovuto evangelizzare il mondo. Siccome tale compito appariva arduo per le persecuzioni da parte dei giudei e dei romani, ecco il motivo della domanda con cui si chiude la pericope odierna: quando il Signore verrà, troverà ancora fede sulla terra?
La preghiera continua diventa allora un mezzo e non un fine. La preghiera continua ha la funzione di compiere la volontà del Padre, di essere attenti alla Parola di Dio.
Compiere la volontà del Padre (di Dio) è anche il tema della prima lettura. Infatti Israele riesce a vincere il nemico, non perché è il più forte, ma perché è Dio che combatte con il suo popolo.

Meditatio

La preghiera: la preghiera è un mezzo che ci aiuta a compiere la volontà del Padre, che ci tiene in contatto con Dio, che rende vigilanti: che cosa vuoi tu che io faccia Signore?
Questa è la preghiera cristiana. Che si diversifica da quella pagana che, quando è nel bisogno chiede aiuto a Dio e, se questi non compie ciò che gli è richiesto, apriti cielo: ecco il Signore non mi ascolta, io che sono una persona onesta, lavoratrice, che accudisco alla mia famiglia, che vado a Messa la domenica e giù tutto l’elenco delle proprie virtù…..e poi si contesta l’operato, presunto, di Dio in favore degli altri: ecco invece di aiutare me, Dio aiuta quelli che non lo meritano: ladri, disonesti, non praticanti e ora anche immigrati, che vengono aiutati più di noi poveri italiani alla fame…..
Questo tipo di preghiera e di rapporto con Dio non serve a nessuno, ma solo, se possiamo dirlo ad usare anche Dio per i propri interessi.
Ma si potrebbe obbiettare: come si fa a sapere qual è la volontà di Dio? La risposta è semplice: in ogni persona che incontri c’è il Risorto e in modo particolare nei poveri. Cerca di ricordare questo e, ogni giorno, compirai la volontà del Padre. Inoltre se ti abituerai ad essere uditore della Parola, potrai procedere nella sequela a Cristo e vivere una vita felice non ostante le difficoltà che incontrerai.
Quando nel giorno del Signore (la domenica) nella nostra comunità parrocchiale ci riuniamo per celebrare l’eucaristia, che cosa pensiamo di fare? Non andiamo ad assolvere un precetto, bensì andiamo a proclamare la nostra fede, andiamo a dire chi siamo come comunità cristiana.
Infatti, con le parole proferite e con i gesti compiuti nella celebrazione eucaristica diciamo, sia come assemblea celebrante, sia come singoli:
1. in mezzo a noi c’è il Vivente: Cristo Risorto presente nei segni dell’assemblea celebrante; nella Parola proclamata; nel pane e nel vino che lo Spirito santo – su nostra richiesta – ha tramutato nel corpo e sangue di Cristo;

2. noi come assemblea e come singole persone noi ci impegniamo ogni giorno a riconoscere il Risorto nel volto del nostro prossimo;

3. infine siamo coscienti che il Cristo vive, in particolar modo in coloro che soffrono, in ogni categoria di poveri, per questo contribuiremo affinché costoro ricuperino una dignità a livello sociale e religioso, trattandoli con il massimo rispetto.

Questo è il senso profondo del celebrare l’eucaristia nel giorno del Signore, questo è il senso profondo della fede, che non è un credere astrattamente ad alcuni dogmi, ma è l’esperienza viva del nostro rapporto con Dio nella carità verso il prossimo.

Buona domenica

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