Commemorazione di tutti i fedeli defunti Di p. Giorgio Bontempi c.m.

da | Ott 29, 2013 | La Parola per la Chiesa | 0 commenti

Giobbe 19,1.23-27a;
Salmo 26;
Romani 5,5-11;
Giovanni 6,37-40


Lectio e Meditatio

Uno dei prefazi (il prefazio è quella preghiera con cui s’inizia la preghiera eucaristica, questo esordisce con il dialogo Il Signore sia con voi[…….] in alto i nostri cuori […..], rendiamo grazie al Signore nostro Dio [….]. si legge la morte è comune a tutti gli uomini […] e poi […] la vita non è tolta, ma trasformata.

È in questa prospettiva che noi dobbiamo celebrare ogni anno questa commemorazione, per avere una giusta visione di che cosa accade dopo la morte del corpo umano.
Notate: ho scritto dopo la morte del corpo umano, non della persona umana!!
Questo perché, quando il nostro corpo umano, come tutte le cose materiali, terminerà di funzionare, noi continueremo, a vivere nel modo in cui abbiamo sempre sognato in paradiso. Significa che in paradiso non ci sono i famosi esseri puri spiriti, massa impersonale, che sono mummificati nel contemplare la gloria di Dio, sai che noia sarebbe….!

È importante sottolineare che la sacra scrittura non offre indicazione sul quando e sul come finirà il mondo. Per il resto la sacra scrittura è debitrice della propria cultura e della propria teologia. Come d’altronde la Divina Commedia è debitrice alla teologia medievale.

Noi sappiamo con certezza che Dio è amore è che pone tutto il suo impegno affinché l’umanità di tutti i tempi entri in Paradiso!

Infatti il paradiso nessuno lo guadagna, ma ci è dato in dono dall’amore gratuito del Padre.
Durante la nostra vita dobbiamo renderci conto che Dio ci ama, per puro amore e di questo rendere grazie, perché non l’abbiamo meritato. Questo ci porta ad essere felici se il Padre porta in paradiso anche coloro che non hanno avuto le nostre opportunità.
Il rattristarci del contrario, il preoccuparci che l’inferno esista e non sia vuoto è il segno che non abbiamo incontrato il Dio annunciato da Gesù, ma il dio giudice, il dio delle “devozioni” delle “preghierine” e dei “rosari che diventano una ossessione se non recitati”, e non della bella preghiera del rosario, che aiuta le persone a rivolgersi a Dio, con le parole della vergine Maria, modello del cristiano che ascolta la Parola, la medita nel suo cuore e la mette in pratica e madre della Chiesa.

Quando ci troveremo di fronte al Padre, ci renderemo conto delle fesserie commesse e di come avremmo potuto vivere meglio ponendo il vangelo come criterio unico per la nostra vita. Questa consapevolezza dei nostri limiti ci procurerà doloro e sarà la nostra purificazione, che permetterà a Dio di aprirci le porte del paradiso.

Possiamo dire che i nostri cari sono in paradiso e sono proprio loro e quando andremo anche noi ci riconosceremo. Possiamo dire che coloro che hanno vari tipi di handicapp, in paradiso li troveremo normali: ecco perché noi cristiani difendiamo la vita, perché questa è relativa alla vita eterna e non è come si sente dire: la vita è una e bisogna viverla! Come dire che l’aldilà non esiste.
Possiamo dire che al cimitero non c’è nessuno, ma solo i resti corporei dei nostri cari. Tenere bene il cimitero significa testimoniare che la vita non è tolta ma trasformata.

Buona giornata.

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