Geremia 38,4-6.8-10
Dal Salmo 39
Eb 12, 1-4
Lc 12, 49-57
Lectio
Il contesto del brano evangelico di questa ventesima domenica del tempo ordinario è quello della prima persecuzione, scatenata dai capi del popolo ebraico, contro la prima generazione cristiana, le cui vittime più illustri saranno i dieci apostoli più san Paolo, unico sopravvissuto sarà l’apostolo ed evangelista Giovanni.
Ecco perché – all’interno del brano – si parla di denunce tra parenti. Infatti i cristiani erano accusati di tradimento nei confronti della religione dei padri, proprio dai loro cari.
Infatti con il battesimo una persona diventava “nuova” ed entrava nella logica del vangelo, pronta a dare la vita per il Signore Gesù.
La persecuzione che aveva colpito la prima comunità cristiana che, è bene ricordarlo, attendeva la fine del mondo, in capo alla loro generazione, leggeva tutto quanto le stava accadendo, come una ripetizione delle persecuzioni che Israele aveva scatenato contro i veri profeti, come narra la prima lettura.
Meditatio
È importante stabilire chiaramente chi sono i veri profeti. Credo che sia chiaro che l’attuale papa si possa annoverare tra i veri profeti. Allora se questo è il punto di partenza, possiamo dire che papa Francesco cerchi di riportare la Chiesa nell’alveo di ciò che è scritto nei documenti del Concilio Vaticano II: sia per quanto concerne la teologia sulla Chiesa come popolo di Dio, sia per quanto concerne la liturgia ecc…
Quindi il vero profeta è colui che concorre a far vivere all’interno della Chiesa (clero e laici) quello che è stato promulgato dai documenti del Vaticano II.
È chiaro che, tutto Ciò che si allontana dalla linea tracciata dal Concilio, dalla liturgia, all’ecclesiologia è falsa profezia.
Auguro alla Chiesa, specialmente a quella italiana, di rientrare completamente nell’alveo della dottrina insegnata dal Concilio Vaticano II, per poter riprendere il cammino per l’evangelizzazione della nostra società, smettendo di rimpiangere le cipolle d’Egitto.
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