Domenica XI Tempo Ordinario C, di p. Giorgio Bontempi c.m.

da | Giu 12, 2013 | La Parola per la Chiesa | 0 commenti

2 Sam 12, 7-10. 13
Dal Salmo 31
Gal 2, 16. 19-21
Lc 7, 36 – 8, 3

Sono senza il PC. Per cui posso solo fare qualcosa con l’iPhone. P. Giorgio.

Lectio e Meditatio

Un’esperienza di fede di una donna. Un’esperienza singolare. Egli è ospite del fariseo e del cuore della donna. Egli è il Dio che vuole incontrare.
Il fariseo ha invitato la persona illustre di cui tanto si parla. Il fariseo ricerca il Dio che sa tutto, che discrimina, un Dio che consideri gli altri più peccatori di noi. Un Dio di giustizia.
Un Dio da cui ci si aspetta giustizia e non amore.
L’atteggiamento del fariseo che risponde in modo distaccato e falso nei confronti di Gesù. Infatti il fariseo finge di porsi all’ascolto, in realtà egli ha già giudicato Gesù.
Nel contesto del tempo la casa in cui c’era L ospite era aperta a tutti, ecco perché la donna si è potuta inserire.

Il problema è quello tra l’essere e l’apparire.

Per tutti necessitano alcune correzioni di vita.

La donna si pone nell’atteggiamento giusto:

La donna arriva e si presenta con i suoi punti forza:
1. Le lacrime: elemento tipico femminile.
2. Gli asciugava con i suoi capelli. Nell’antichità la lunga chioma era un motivo di fascino. Solo dopo il matrimonio, nella cultura ebraica la donna non si tagliava i capelli.
3. Il bacio: punto di forza per la seduzione.

Questi diventano motivo d’incontro con il Signore. La conversione è un tutto rivolto a Dio.
Il Signore ci chiede di ricondurre tutto al vangelo. Il Signore non toglie, ma orienta. Sta a noi essere attenti e mettere i mezzi per il servizio.
La donna con i suoi gesti afferma la sua disponibilità al Signore.
La novità è vivere in maniera diversa ogni cosa.

Il fariseo ha invitato Gesù, ma non ha provveduto; la donna è giunta da fuori e-con i suoi mezzi- ha provveduto. La donna non chiede nulla, si pone al servizio.

Questo brano ci aiuti a porci davanti a Dio come la donna: cosa siamo disposti a dare per fede. Quando ci si muove in questo senso, tale atteggiamento diventa possibilità di redenzione.
Lasciamo a Dio lo spazio. Quando opriamo nel suo nome, questo entra nel nostro essere e il Signore ci guarisce con il perdono. Allora la nostra natura diventa il veicolo per la sua opera.
Questo ci aiuterà a riconciliarci con noi stessi.
Viviamo nella consapevolezza che la grazia non è volta da molti ma che agisce comunque .

Buona domenica

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