Domenica delle Palme nella passione del Signore, di p. Giorgio Bontempi c.m.

da | Mar 21, 2013 | La Parola per la Chiesa | 0 commenti

Questa domenica è l’inizio alla Settimana santa, quella in cui celebriamo il Triduo pasquale che è il centro dell’anno liturgico. Durante la Settimana autentica, come si usa denominarla in Rito Ambrosiano, ripresentiamo il Cristo morto sepolto risuscitato.

Nella liturgia della Domenica della Passione del Signore, in Rito romano è proclamata la Passione del Signore.

La celebrazione eucaristica è composta di quattro scansioni:

1. benedizione dei rami d’ulivo e delle palme;

2. processione solenne verso il luogo della celebrazione dell’Eucaristia;

3. nella liturgia della Parola si proclama il racconto evangelico della passione del Signore;

4. la continuazione della celebrazione eucaristica

La comunità cristiana si raduna festosamente (= celebra) l’apertura della Settimana santa. Che cosa significa?

Significa che, con parole e gesti, la Chiesa che si trova nelle varie diocesi del mondo, a sua volte comprendenti le diverse comunità parrocchiali, pone al centro della vita, dice di orientare le scelte di ogni giorno secondo la logica della passione del Signore. Cristo, nella sua passione, è l’unico e il solo vincitore del male.

Che cosa significa l’affermazione: Cristo nella sua passione?
Noi siamo stati abituati – in buona fede – ad un devozionalismo sterile: ci commuoviamo al racconto della passione del Signore, pensiamo che egli ha sofferto per noi, anche se poi ci si chiede: ma che cosa ho commesso di tanto grave per meritare la passione e la morte di Cristo? La risposta non è facile e allora ci si rifugia nel catechismo, senza risolvere il problema.
Invece, quando ascolteremo la proclamazione della Passione del Signore – o meglio – quando parteciperemo alla celebrazione eucaristica la prossima domenica,io vi invito a vivere in modo diverso quell’evento:

la festa delle palme: come ci collochiamo? Come la folla che festeggia Gesù e poi, la stessa folla griderà, alcuni giorni dopo: sia crocifisso e: vogliamo libero Barabba?
Riflettiamo: Gesù arrestato e portato, prima al cospetto del Sinedrio (la massima autorità in Israele), poi al cospetto di Ponzio Pilato, al cospetto di colui che rappresentava l’autorità più importante del mondo conosciuto: l’imperatore di Roma: Cesare!

Gesù è un fallito, un povero, una persona che non ha agganci politici o economici, per discolparsi…..è una persona a cui si da torto perché non vale nulla, perché non può farsi temere. E noi, se fossimo stati a Gerusalemme, in quella piazza, che quale sarebbe stato il nostro comportamento?

Io credo che il comportamento di ciascuno sarebbe stato lo stesso che ha oggi. Che cosa significa? Significa che, se oggi siamo dei codardi, dei diplomatici, delle persone che ambiscono comandare e non servire, delle persone che vivono la logica clericale, quella che papa Francesco intende riformare, allora il nostro comportamento sarebbe stato quello della folla di cui parla il racconto della passione.

Se invece viviamo nella Chiesa per servire, per essere strumenti dello Spirito santo, come ho già scritto molte volte, allora non ci mancherà il coraggio di salire sulla croce con Cristo: è la croce della libertà, quella libertà che è la caratteristica dei cristiani che hanno incontrato il Risorto e, per questo motivo, non temono l’ingiuria, l’esclusione da parte dei potenti del mondo, o dei piccoli don Rodrigo – di manzoniana memoria – che si nascondono dietro le cariche ricoperte nelle comunità parrocchiali, nelle comunità religiose, nei gruppi di volontariato ecc.
Ricordiamo che è la pietra scartata dai costruttori quella che è stata posta dal Signore come pietra angolare e non le varie pietre che si danno gloria le une con le altre.

Domenica chiediamoci qual è il nostro posto, qual è il motivo che ci ha spinto a partecipare alla liturgia? Con coraggio diamo la nostra risposta. Se potremmo affermare di essere tra i cristiani coraggiosi, pronti ad essere – come Cristo la pietra scartata – allora potremmo contribuire alla riforma della Chiesa che il papa Francesco intende iniziare. Altrimenti saremo rami secchi, sale che non ha sapore, saremo d’impedimento alla voce dello Spirito.

Buon inizio della settimana santa!

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